In commemorazione
di Adelaide Aglietta
Intervento di Marco Boato
Roma / Campidoglio / 22 maggio 2000
Sala della Protomoteca
La tua morte, Adelaide, non è soltanto la fine di una lunga,
dolorosa, e tanto più coraggiosa, battaglia per la vita - la più lunga e difficile
battaglia della tua vita, durata a fasi alterne quasi un decennio. La tua morte,
Adelaide, è una vera tragedia politica per tutti noi e per la democrazia italiana
ed europea.
In questi giorni, in queste ore - appena nella mattinata di sabato 20 maggio
si è diffusa la notizia che Francesca e Alberta non avevano più la loro mamma,
che le ha amate più di ogni altra cosa al mondo - appena abbiamo compreso, noi
verdi, noi radicali, noi democratici italiani ed europei, di aver perso per
sempre la straordinaria ricchezza umana e politica di Adelaide Aglietta - verso
Adelaide sono arrivati i riconoscimenti che si sarebbe ben meritata da viva,
ma che in questi termini non aveva mai avuto, perché la vita politica è spesso
crudele e ingenerosa, l'opinione pubblica è spesso superficiale e distratta,
anche la tanto conclamata società civile spesso non sa riconoscere i propri
protagonisti veri, i propri autentici eroi delle più difficili battaglie di
giustizia e libertà, di democrazia e civiltà.
Di fronte alla notizia della morte di Adelaide Aglietta, il Presidente della
Camera dei deputati ha reso omaggio al suo "impegno" e alla sua "passione politica",
e c'è da augurarsi che la Camera trovi il modo di ricordarla con il dovuto riconoscimento
istituzionale. Il Presidente del Senato, più esplicitamente, ha definito Adelaide
"protagonista della storia politica e parlamentare del nostro paese".
Il segretario nazionale dei Democratici di sinistra ha riconosciuto che "la
scomparsa di Adelaide Aglietta è una perdita per tutti coloro che hanno creduto
e credono nei valori e negli ideali di libertà, di civiltà e di emancipazione.
Il suo impegno per i diritti civili, la sua tenacia mancheranno a tutti noi".
Sulle pagine de l'Unità si è giustamente, anche se purtroppo tardivamente, ricordato
il ruolo storico di Giustizia e libertà e del Partito d'azione, come adeguato
termine di paragone.
Nelle note biografiche comparse su alcuni quotidiani - intrise di ammirazione
e rispetto, ed anche di nostalgia - sembra quasi riflettersi una sorta di autobiografia
collettiva che abbraccia intere generazioni di donne italiane. "La storia di
Adelaide Aglietta - ha scritto su La Stampa Maria Laura Rodotà - più che italiana
o torinese, sembra una storia americana; di quelle del periodo d'oro del femminismo,
di quelle che improvvisamente diventano 'una donna tutta sola', che, come si
diceva allora, 'prendevano coscienza e si reinventavano una nuova vita". Questa
nuova vita Adelaide non la reinventò solo per se stessa, ma, nel suo impegno
individuale e collettivo, seppe contribuire a cambiare la società italiana e
le sue istituzioni, prima, e a proiettare tutto questo anche nella dimensione
europea e internazionale per tutto l'ultimo decennio della sua vita - il decennio
della sua malattia, ma anche dieci anni di straordinario impegno con i Verdi
nel Parlamento europeo. Com'era stata capogruppo radicale nel Parlamento italiano,
fu co-presidente del Gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, nel quale svolse
un ruolo straordinariamente efficace e fecondo, anche se tanto poco conosciuto
e riconosciuto dal provincialismo della politica italiana.
Sotto il titolo "Scompare Adelaide Aglietta - cambiò la storia delle donne",
su La Repubblica così Miriam Mafai ha iniziato la sua commossa testimonianza
per quanto riguarda la storia italiana: "Alle donne che hanno oggi meno di 40
anni probabilmente il suo nome non dice nulla, eppure anche a lei debbono molte
delle libertà di cui oggi, con inconsapevole leggerezza, godono". E ancora:
"Un ringraziamento se lo merita Adelaide Aglietta per la passione e la tenacia
con la quale si è battuta, per anni, contro una legislazione arretrata, ereditata
dal fascismo, e contro una diffusa cultura e un costume che tenevano le donne
italiane in una condizione di permanente inferiorità".
Lungo quasi tre decenni, per Adelaide non c'è mai stata soluzione di continuità
nelle varie fasi del suo impegno - prima radicale e poi verde - che l'ha condotta
dalla società civile alle istituzioni rappresentative, dal Parlamento italiano
al Parlamento europeo. Sarebbe davvero ingiusto e sbagliato se noi volessimo
separare oggi quello che lei ha saputo tenere unito nel suo lungo itinerario
umano e politico, culturale e istituzionale. Ed è un itinerario che le ha sempre
consentito di costruire nuove militanze senza mai rinnegare le antiche, nuove
solidarietà tenendo sempre vive le precedenti, e di aprire anche nuovi orizzonti
al proprio impegno facendo tesoro di tutte le esperienze e le scoperte fatte
in passato.
Pensate: Alexander Langer e io abbiamo conosciuto Adelaide - insieme a Marco
Pannella, Gianfranco Spadaccia, Adele Faccio, Emma Bonino, Paolo Vigevano e
tanti altri - a metà degli anni '70, ci siamo ritrovati insieme nel Trentino
e nell'Alto Adige / Sudtirol nel 1978 a costruire la nuova formazione inter-etnica
di Neue Linke/Nuova sinistra e poi questo itinerario intrecciato è continuato
per tutti gli anni '80 e '90, sia quando Adelaide era radicale, sia quando con
Francesco Rutelli, Franco Corleone, Edo Ronchi, Camilla Stola e tanti altri
ha dato vita ai Verdi-Arcobaleno, sia quando ha promosso la convergenza unitaria
di tutti i Verdi italiani, essendo lei protagonista di due memorabili campagne
elettorali per il Parlamento europeo, nel 1989 e nel 1994, che hanno sempre
visto la sua elezione, come quella di Alex, col quale ha condiviso per sei anni
l'esperienza parlamentare e mille altri impegni europei e internazionali. Nella
prima legislatura era Alex Langer il co-presidente del Gruppo verde europeo,
nella seconda lo è stata lei, nonostante la malattia. Quando Alex nel 1995 si
è suicidato, Adelaide ha continuato anche la sua battaglia e in questi anni
è stata sostenitrice e interlocutrice fondamentale anche della Fondazione Alexander
Langer. Personalmente ho conosciuto anche l'Adelaide giudice popolare nel processo
contro le Brigate Rosse a Torino, dove io fui testimone nei giorni terribili
del sequestro Moro e, appena un anno dopo, ci ritrovammo insieme nel gruppo
radicale dell'VIII legislatura.
Quando si attraversano quasi tre decenni di storia italiana ed europea, è naturale
che tra i diversi protagonisti ci siano incontri e separazioni, momenti di gioia
e momenti di sofferenza, fasi di entusiasmo e altre di riflessione critica.
Oggi siamo tutti qui, insieme a Francesca ed Alberta, di fronte alla bara di
Adelaide, col cuore che sanguina per la separazione definitiva, mentre nella
mente di tutti noi ritornano ricordi e rimpianti, entusiasmi e nostalgie, ma
soprattutto commozione e gratitudine.
Di tutta la vita politica di Adelaide, la parte che in questi giorni è stata
forse meno attentamente ricordata è proprio quella dell'ultimo decennio, quella
che riguarda il ruolo di Adelaide Aglietta come parlamentare europeo e anche
capogruppo dei Verdi nel Parlamento europeo. L'Italia, che si vanta giustamente
di avere l'opinione pubblica più europeista, dedica tuttavia, nei suoi mass
media, scarsissimo interesse al Parlamento europeo e ai suoi protagonisti, anche
italiani. Eppure proprio Adelaide per due legislature, per dieci lunghi anni
- resi ancor più lunghi e drammatici dalla malattia con cui ha convissuto, contro
cui ha lottato senza mai arrendersi - è stata una protagonista indiscussa sui
temi del federalismo e dell'Unione politica secondo la lezione di Altiero Spinelli,
sui diritti umani e la giustizia, con particolare impegno per l'Associazione
"Nessuno tocchi Caino", sui problemi internazionali, dal Tibet del Dalai Lama
alla ex-Jugoslavia, fino al Tribunale penale internazionale.
Claudia Roth, che per dieci anni è stata collega di Adelaide Aglietta al Parlamento
europeo nel Gruppo dei Verdi, ora è presidente della Commissione diritti umani
del Bundestag e oggi non ha potuto essere qui, perché è partita per l'Afghanistan.
Claudia ha tuttavia inviato una lunga e appassionata testimonianza, dalla quale
traggo questo messaggio: " A volte, Adelaide, avevo l'impressione che tu fossi
molto più tedesca di me ed io molto più italiana di te. Qualunque cosa significhi:
questa era la tua Europa…".
Una sua collega di diversa estrazione politica, Pasqualina Napoletano, ha testimoniato
sul ruolo e la figura di Adelaide Aglietta con parole belle ed efficaci: "Voglio
ricordarla come una donna coraggiosa e coerente: dalle prime battaglie per le
libertà civili all'ultimo suo impegno al Parlamento europeo per un'Europa che,
pure nelle mutate condizioni storiche e politiche, non tradisse i valori e le
profonde motivazioni dei padri fondatori e del federalismo. Una donna stimata
nel Parlamento europeo molto oltre il suo stesso gruppo di appartenenza, per
le capacità che aveva di combinare il dialogo, le relazioni, l'ascolto con l'intransigenza
di chi sa trasmettere nella politica forti motivazioni interiori e non le smarrisce.
L'ultima prova della sua straordinaria forza è stata il modo in cui ha convissuto
con una malattia lunga e terribile. Una perdita grande che sentiamo nostra insieme
alla sua famiglia e alle sue figlie, ai movimenti politici verde e radicale
in cui lei si è riconosciuta e che ha diretto portando il contributo originale
del suo pensiero, della sua intelligenza e della sua grande umanità".
Nel darti oggi l'estremo saluto, Adelaide, molti di noi provano non solo il
dolore immenso per la tua mancanza, non solo l'ammirazione profonda per il coraggio
davvero straordinario e incredibile che hai dimostrato nell'affrontare la malattia
senza cancellare l'impegno politico a cui eri stata chiamata, non solo la gratitudine
grande, davvero grande, per tutto ciò che ci hai donato con generosità e amore,
con ragione e passione, ma sentiamo anche il rammarico per troppi silenzi e
troppe assenze, perché non hai potuto ricevere da noi con altrettanta generosità
di quanto tu ti sei donata instancabilmente agli altri. Per questo, stringendo
Francesca e Alberta in un tenero abbraccio, per darle loro un po' di forza nell'imparare
a vivere ora senza di te, e non sarà facile, per questo Adelaide noi ti chiediamo
anche perdono se non siamo stati all'altezza della tua amicizia e della tua
solidarietà.
Grazie Adelaide per come sei stata, per come sei vissuta, per come hai saputo
affrontare la morte. Grazie e addio. Non ti dimenticheremo: ti porteremo per
sempre nella nostra mente e nel nostro cuore. Addio.
Marco Boato