Conferenza
sui danni ambientali in Cecenia
Tbilisi (Georgia), 25-26 Settembre 2000
Intervento di Antonio Russo (25 settembre 2000)
(audio-video)
Grazie per l'invito a partecipare a questo vostro Congresso sui problemi
ecologici in Cecenia ed in tutta la regione caucasica…che è un problema
molto importante…..E' molto importante che mi fate parlare in qualità
di membro del Partito Transnazionale e come reporter di guerra.
Naturalmente voglio anche ringraziare il capo del congresso che oltre
ad essere qua in veste ufficiale è un amico perché ha lavorato molto duramente
su documenti relativi all'area caucasica.
La mia partecipazione qui avviene per due ragioni: la prima come Partito
Transnazionale che fa pressione su organizzazioni internazionali e sul
Parlamento Europeo contro i problemi della guerra e dell'ambiente. Noi
siamo fortemente impegnati.
L'altra ragione è come reporter di guerra.
Sono stato in molti paesi in guerra: Ruanda, Algeria, Bosnia, Kossovo,
così ho acquisto molta esperienza sulla guerra e specialmente sui suoi
effetti: che tipo di armi sono solitamente usate e quali sono gli effetti
durante la guerra e dopo la guerra. E' veramente molto importante non
pensare solo alla guerra, ma anche a ciò che accade dopo, dal punto di
vista sanitario ed ecologico, che non è molto conosciuto. Questi studi
solo ora stanno partendo a livello di vista internazionale, analisi degli
effetti di guerra: sindromi e problemi ecologici.
Questo accade perché molto spesso in situazioni di guerra è molto difficile
monitorare quali tipi di armi e gli effetti inquinanti e tutti i sistemi
di fare una guerra: per esempio buttare corpi delle persone e degli animali
nell'acqua, così l'acqua diviene inquinata e questo provoca un grave problema
come le malattie.
Durante la guerra in Kossovo 140 persone sono morte a causa della "malattia
nera", questo perché hanno pagato le conseguenze del dopo guerra.
Nessuno sapeva dei corpi umani, non solo animali, gettati nell'acqua,
che di conseguenza è diventata inquinata.
Quindi, per concludere, perché voglio lasciare spazio anche agli altri,
domani vi potrò dare maggiori dettagli relativi alle armi e alle tecnologie
di guerra.
Non sappiamo esattamente se per esempio vengono usate pallottole con uranio
impoverito, usate anche in Kossovo, dove ne sono state utilizzate circa
40.000.
Io ero in Kossovo durante i bombardamenti e ho fatto un reportage, forse
sono stato intossicato dall'uranio, chi lo sa.
Ma noi abbiamo anche notizie che i russi usano queste cose in Cecenia.
Sfortunatamente non abbiamo prove, perché è veramente difficile andare
in Cecenia e farla monitorare dalla comunità internazionale.
Dunque, voglio concludere, ringraziandovi per la partecipazione a questo
congresso e spero che tra oggi e domani potremo ritrovarci a lavorare
sulle questioni ecologiche in Cecenia e produrre una documentazione che
costringa la comunità internazionale a fermare i crimini che continuano
in Cecenia, non solo genocidi, ma anche problemi ecologici.
E' tutto, Grazie.
Intervento di Antonio Russo (26 Settembre
2000)
(…) Le foto riguardano un check-point a Grozny, dove è stata fermata una
macchina e sono stata uccisi 2 uomini (…), uno di loro è stato ucciso
(l'autista) e qui (mostra il collo) non si vedono più tracce della testa,
si vede solo il collo, aperto come un fungo, non si potrebbe mai immaginare
che lì c'era una testa.
Questo effetto può essere stato causato solo da un tipo di pallottola
speciale fatta in alluminio, veramente piccola, non è grande come quelle
per il kalashnikov (…). L'effetto devastante è incredibile. Come ho detto
a proposito delle foto che avete avuto modo di vedere potete capire cosa
intendo: si può far esplodere un corpo o una parte di esso e ritrovare
i pezzi per tutta la stanza. Queste pallottole sono state usate in Serbia,
Jugoslavia e Cecenia.
Ho parlato a lungo di questo tipo di armi: lo sniper ad esempio è un'arma
barbara. Non voglio però dilungarmi troppo su questo, ma questa è l'arma
più usata in Cecenia e tutti questi modelli di armi sono vietati dalle
convenzioni internazionali, da trattato di Helsinky, la dichiarazione
dell'ONU…
Così abbiamo analizzato l'impatto che hanno queste tecnologie sull'ambiente,
intendo ad esempio l'inquinamento nucleare dell'ambiente causato dalle
armi e come ho detto dall'uranio, l'inquinamento dell'acqua gettando corpi
umani ed animali per provocare lo sfollamento dei sopravvissuti.
Sfortunatamente non abbiamo dettagli sufficienti sulla situazione in Cecenia:
posso fare un confronto con quanto è stato fatto in Kossovo.
Oltre a questo è necessario analizzare l'inquinamento del terreno e questo
singnifica, ad esempio verificare l'utilizzo del napalm e delle mine da
parte dei russi, per cui le persone sono costrette ad abbandonare la loro
terra perché possono essere ferite e quindi se ne devono andare.
Sfortunatamente non sappiamo quante mine vi siano in Cecenia. In Bosnia
ne sono state usate 3,5 mil., in Angola 30 mil., quindi si capisce ciò
che voglio dire: ripulire il territorio.
Il secondo problema è di tipo sanitario ed ecologico. Quando si vive in
un paese in guerra come la Cecenia dove non c'è acqua, né fuoco, si ha
bisogno di legna, così le foreste vengono abbattute in parte dai russi
e in parte dai ceceni, per il bisogno di legna, come potete vedere in
alcuni posti qui in Georgia, dove tagliano i boschi per procurarsi la
legna.
Questi due problemi si congiungono: i russi distruggono il territorio
con la guerra, i ceceni per sopravvivere devono arrangiarsi con ciò che
trovano vicino a loro. Dal puto di vista sanitario vi sono problemi di
epidemie e di influenza , uno dei grossi problemi è la TBC, di cui vi
sono molti casi in Cecenia.
Ho parlato con i rifugiati sulle loro condizioni. Questo riportano anche
Medici Senza Frontiere e altre organizzazioni come la Croce Rossa, non
è solo frutto della mia esperienza. Non è possibile per loro vivere in
condizioni ecologiche accettabili, non è possibile avere un'assistenza
medica, vaccinazioni, scarpe…
Il terzo problema riguarda l'ecologia della mente, e qui voglio farvi
una domanda: pensate che ha vissuto fuori dalla guerra, e che ora sta
in guerra, possa vedere la vita nella stessa maniera di prima?
Le persone più colpite da questo tipo di cose sono i bambini e le donne.
Questo è uno dei problemi più grandi che noi dobbiamo porre come un problema
ecologico, perché ecologia della mente significa chiarezza e libertà come
condizione in cui vivere, dunque dobbiamo lavorare con eco-psicologi per
questo tipo di problemi.
Io ho molti ricordi nel mio cuore di bambini scioccati dalla vista dei
massacri e rimarranno scioccati per il resto della loro vita. Questo è
una degli impegni più difficili da realizzare, ma noi lo faremo, lo spero
(…).
E' molto importante fornire documenti e fatti per costringere la comunità
internazionale, tutti insieme, naturalmente, a lavorare e fermare la guerra
in Cecenia. Questo è il primo problema, quando capiremo questo sarà il
primo grande risultato, dopo questo c'è anche l'obbiettivo dei problemi
ecologici del dopo guerra e della ricostruzione (…)
Molte grazie
Domanda dal pubblico (in russo): Sig. Antonio lei rappresenta il PRT,
vuole spiegare perché la federazione russa ha chiesto l'espulsione del
Partito dall'ONU e dagli altri organismi internazionali e se lei è qui
come impegno del suo partito sulla questione della guerra in Cecenia?
Risposta di Antonio RUSSO: Sì, è per questo che sono qui, per informare
e documentare a livello internazionale quanto succede in Cecenia e qui
da circa sei mesi (...) nell'area del Caucaso, in Georgia, per raccogliere
informazioni, trovare prove (...).
Sulla richiesta russa di espulsione (...) voglio raccontare una diceria
(...).
Quando la Russia, cioè l'Ambasciatore russo, ha chiesto di buttare fuori
i PRT dall'ONU, dal Parlamento Europeo, dal comitato ECOSOC, una persona,
Perduca, che lavora a NY, ha chiesto: "Perché fate questa richiesta?".
L'Ambasciatore russo ha risposto: "Perché i radicali sono amici dei terroristi
ceceni e fanno i soldi con il traffico internazionale di droga". E membri
del Comitato hanno riso; quando i russi hanno introdotto questo argomento.
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