Sulla soglia (ovvero
sul soglio?) dei 70 anni non pensavo di tornare a concorrere in una campagna
elettorale...ma !
Ma come e perchè sottrarsi ad una campagna che vede come necessaria la
riforma istituzionale dell'istituto regionale e lo scontro di democrazia
e liberazione proposto dallo "spettro" referendario?
Non sono io quel giovane ricercatore che, nell'America maccarthista degli
anni '50, partecipava ai primi vagiti del movimento del "Free speech"
portando sotto il braccio l'ultima copia de Il Mondo?
Quel "medico nucleare", che da un momento all'altro sarebbe esploso secondo
le argute batture del Prof. Calogero?
Tornato in Italia nel '63, a quale altro indirizzo potevo presentarmi
se non quello di Via XXIV Maggio, in compagnia di qualche figlio e di
una moglie?
Da lì cominciò a snodarsi lìavventura radicale attraverso i paesini della
marcia Milano-Vicenza, di anno in anno sino alla grande marcia antimilitarista
Bruxelles-Varsavia, fino alla prima inchiesta sull'aborto apparsa sul
Ttempo Medico (n° 101 del 1972) per una nuova legislazione sull'aborto,
con il mio volto "schizzato" da Crepax, sino alla calata da Londra per
votare i Referendum sul Divorzio.
Dalla fina degli anni 70 a tutt'oggi a seminar l'erba antiproibizionista
da Washington (DRUG POLICY FOUNDATION) a Zurigo, da New York a Amsterdam
e sin anche nel carcere di S. Donato di Pescara per aver prescritto morfina
a inveterati tossicodipendenti.
Negli ultimi due o tre anni ero tornatyo agli studi all'ombra della toorre
di Berkley quando avverto il rintocco di quel Marco scomodo che ancora
mi lascia in una paralizzante angosca, solo a sentirlo accennare a scioperi
della sete.
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