TONI NEGRI E CICCIOLINA: DUE MENZOGNE DA DIMENTICARE
di Mariateresa Di Lascia
SOMMARIO: Ricorda due episodi che
per anni sono stati rimproverati ai radicali: l'elezione in parlamento di Cicciolina
e di Toni Negri. Quei rimproveri erano conseguenze di vere e proprie menzogne,
perché se i radicali inserirono Ilona Staller nelle liste la pornostar venne
eletta grazie alla campagna di stampa che si precipitò a soffiare sulla vicenda
per screditare i radicali.
E l'elezione di Toni Negri fu occasione perché venissero cambiate le "leggi
speciali", e venisse cassata "l'aberrazione dei dodici anni di carcerazione
preventiva". (IL QUOTIDIANO RADICALE, 8 novembre 1993)
Due sono le "macchie" che non si perdonano al Partito radicale. Due avvenimenti che ricompaiono sulle bocche con una veemenza finalmente decisa a smascherarci. Voi siete quelli di Cicciolina e di Toni Negri - dicono le voci mescolate di amici e nemici, di simpatizzanti e antipatizzanti, di intellettuali e di gaglioffi. Se non siete i salvatori degli assassini, siete per lo meno inaffidabili. Quelli che portano in Parlamento una pornostar per farsi beffe degli elettori. Che poi sono quelli che pagano! Che poi siamo noi, che vi abbiamo anche votato, ma non siamo fessi come quegli altri che vi danno un sacco di soldi per l'iscrizione! La menzogna, come si legge nei vocabolari, è l'alterazione o falsificazione verbale della verità, perseguita con piena consapevolezza e determinazione. Di solito, aggiungo io, ha lo scopo di usare abilmente alcuni elementi della realtà, contro la verità che fatica a emergere. Fatalmente si attacca addosso per sempre a chi la subisce. Ne hanno appreso qualcosa Enzo Tortora, Adriano Sofri, e chiunque si sia trovato in una situazione di persecuzione letteraria e letterale. E' un fatto reale che i radicali candidarono Ilona Staller alle elezioni dell'87, ma la verità è che Cicciolina non l'abbiamo eletta noi, ma le decine e decine di pagine che la stampa italiana le regalò, con l'intenzione di fare finire in bordello la storia radicale e le sue liste. Senza questa decisione dei giornalisti, la sua candidatura sarebbe rimasta quello che era: un atto di tolleranza laica verso un'iscritta diversa. E' un fatto reale che i radicali candidarono Toni Negri, ma la verità è che con quella battaglia si cambiarono le leggi speciali, e l'Italia cessò di essere censurata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per l'aberrazione dei dodici anni di carcerazione preventiva. Dopo il caso Toni Negri, si fecero i processi: molti detenuti uscirono perché innocenti; altri avendo scontato una pena preventiva più lunga della condanna; altri ancora ebbero una sentenza definitiva. Peccato che la menzogna ci avesse già consegnati alla memoria del Paese come complici degli assassini.