Cronologia transnazionale del Partito Radicale: 1960

Ottobre - Italia - Elezioni nazionali

19/20 Novembre - Italia: Roma - Consiglio Nazionale PR - Mozioni della Sinistra

Riferimenti

Francia: un gruppo di intellettuali firma il "Manifesto dei 121" che proclama il diritto di insubordinazione per i militari precettati per la guerra di Algeria. Creazione delle "reti Jeanson" di sostegno e collegamento al Fronte di liberazione algerino: effettuano campagne contro la tortura, sostengono l'insoumission (insubordinazione) ed i disertori. (Maori 60)

Novembre. Usa. Elezione di Kennedy.


Ottobre - Italia - Elezioni nazionali

"Il 1960 fu l'anno di Tambroni, della rivolta popolare contro quel governo con i moti di Genova e di Roma, i morti di Reggio Emilia e di altre città, con la costituzione di comitati unitari per la Resistenza in cui un pò dovunque i radicali erano punto di riferimento centrale, accanto a socialisti, a comunisti, a repubblicani. La svolta creò la premessa del centrosinistra degli anni successivi. Alle elezioni amministrative di ottobre il Partito Radicale aveva presentato suoi candidati nelle liste socialiste, ottenendo un grande successo: quattro candidati radicali, fra cui Elio Vittorini, furono eletti a Milano; tre a Roma; complessivamente circa ottanta Consiglieri comunali la maggior parte dei quali nelle città capoluogo di provincia.

Si cominciava a delineare il disegno di una parte del gruppo dirigente di allora (in particolare di Piccardi e Scalfari) di dissolvere il Partito Radicale nel partito socialista." (CRB)


Leopoldo Piccardi ed Eugenio Scalfari

19/20 Novembre - Italia: Roma - Consiglio Nazionale PR - Mozioni della Sinistra

Gli "schemi di dichiarazione" a firma di Marco Pannella e Giuliano Rendi furono presentati nel primo Consiglio nazionale che si svolse dopo gli avvenimenti di cui sopra. Queste mozioni possono essere a giusto titolo considerate come l'atto costitutivo della "sinistra radicale", cioè come l'atto di fondazione della politica di alternativa laica, libertaria, socialista e internazionalista che ha caratterizzato il Partito Radicale negli anni sessanta e settanta.


Marco Pannella

Esse determinarono una spaccatura fra la seconda generazione di radicali: da una parte la "sinistra radicale" (oltre ai firmatari Gianfranco Spadaccia, Sergio Stanzani, Franco Roccella, Mauro Mellini, Angiolo Bandinelli, Massimo Teodori solo alcuni dei quali erano nel Consiglio Nazionale), dall'altra Giovanni Ferrara, ed altri radicali che negli anni successivi ebbero diversi itinerari a volte anche convergenti con quelli del nuovo Partito Radicale (Gerardo Mombelli, Claudio Simonelli, Stefano Rodotà, Lino Jannuzzi, Piero Craveri, ecc.). La vecchia classe dirigente del PR si presentò apparentemente unita nel respingerle. Ma era una unità che nascondeva il dissolvimento drammatico dei mesi successivi, mentre già allora si stringeva il rapporto, la vicinanza ideale, politica, della "sinistra radicale" con Ernesto Rossi.


Spadaccia, Stanzani, Roccella

Mellini , Bandinelli e Teodori



Ernesto Rossi

Le quattro mozioni si occupano dei rapporti con il mondo cattolico e dell'articolo 7 della Costituzione italiana (sul Concordato tra Chiesa e Stato), dei rapporti con il PSI, dell'insurrezione magiara del 56 e infine del disarmo atomico e convenzionale.

In particolare lo - "Schema di dichiarazione sull'insurrezione magiara dell'ottobre - novembre 1956" esprime il commosso ricordo di tutti i radicali per il quarto anniversario dell'insurrezione ungherese, prospettando inoltre un nuovo rapporto con le sinistre democratiche.

Nello "Schema di dichiarazione sulla politica estera, sul disarmo atomico e convenzionale, sulla politica per la pace" si pongono quali obbiettivi:

la difesa intransigente dell’ONU ed il suo potenziamento progressivo;

la costituzione di una federazione europea da perseguirsi immediatamente attraverso elezioni dirette;

il disarmo atomico e convenzionale dell'intera area continentale europea con la conseguente abolizione degli eserciti nei paesi di questa area;

la pace separata e congiunta con le due Germanie, la conseguente denuncia del patto militare NATO (il non rinvio alla scadenza istituzionale del 1961) e dell'UEO;

la proclamazione del diritto all'insubordinazione e alla disubbidienza civile di tutti i cittadini che non accettino la politica di riarmo, di guerra, di divisione e di concorrenza di Stati nazionali …"

Fino a proporre la "la federazione o comunque la comune organizzazione di tutti i movimenti socialisti, popolari e rivoluzionari che combattono per l'instaurazione di un regime di democrazia e di libertà nell'Europa occidentale."