Cronologia internazionale del Partito Radicale: 1995 (gennaio-febbraio-marzo-aprile-maggio) |
10 gennaio - Italia: Roma / Russia: Mosca - Diritti umani, Cecenia Per una fine immediata del massacro in Cecenia e per sostenere il rispetto dei diritti umani e civili di tutta la Russia si tiene a Roma e a Mosca in contemporanea una manifestazione. A Mosca un migliaio di persone, tra le quali alcune decine di militanti radicali, dimostrano assieme ad attivisti del Comitato delle madri dei soldati, Memorial ed i deputati di "Scelta della Russia", in piazza Teatralnaja, mentre a Roma i radicali manifestano allambasciata russa. La manifestazione di Mosca sarà riportata dalla CNN.
13/20 gennaio - Cecenia: Grozny - Diritti umani, Cecenia Antonio Stango, della segreteria radicale, presidente del Comitato Helsinki in Italia e membro della commissione CSCE presso il governo italiano, e Nikolay Khramov, consigliere generale PR, si recano in Cecenia ed Ingushetija, per raccogliere le testimonianze dei tragici avvenimenti di quei giorni e per una serie di incontri con parlamentari e gruppi di difesa dei diritti umani. È la prima visita di un rappresentanza politica occidentale nellarea. 12 gennaio - Belgio: Bruxelles - Unione Europea Audizione di Emma Bonino al Parlamento Europeo. Emma Bonino, che nel nuovo esecutivo comunitario ha i portafogli degli Aiuti Umanitari, della Politica dei Consumatori e della Pesca, annuncia che nelle settimane successive si recherà a Sarajevo, in Ruanda e in Cecenia per rendere più "visibile" la presenza umanitaria dell'Unione Europea. 25 GENNAIO - Russia: Mosca - Antimilitarismo Militanti radicali, insieme al Movimento delle madri dei soldati e dei Giovani antimilitaristi, tengono una manifestazione durante la quale depongono una corona di fiori sulla tomba del Milite Ignoto in ricordo dei soldati russi: "Vittime del militarismo nostrano, da Stalin a Gracev" (Ministro della difesa). APR97 26 GENNAIO - Italia: San Patrignano - Antiproibizionismo, VI congresso del CoRA Il sesto congresso del CoRA si svolge presso la comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano, su invito del fondatore Muccioli, da sempre avversario alle tesi antiproibizioniste. S.Patrignano. Pannella e Muccioli 26/29 gennaio - Bosnia/Erzegovina: Sarajevo - Incontri A seguito di una serie di incontri Sandro Ottoni, membro della segreteria, e Tanja Rizman, giornalista, militante radicale, raccolgono liscrizione al PR di varie personalità politiche tra le quali: un membro della Presidenza collegiale, il Segretario del Governo, due Ministri, un Vice-Ministro, il Presidente della Giunta municipale, il Console bosniaco a Milano, e molti altri cittadini bosniaci. Negli stessi giorni si svolge un incontro informale tra gli iscritti radicali e la Commissaria europea Emma Bonino, in visita ufficiale. 31 gennaio - Bosnia Erzegovina - Diritti umani Emma Bonino, Commissaria per gli aiuti umanitari, in visita a Sarajevo, Mostar e Srebrenica, denuncia la scomparsa di diecimila musulmani in fuga dalle enclave assediate. Bosnia. Emma Bonino in missione 14 febbraio - Italia - Diritti Umani, Salman Rushdie In occasione del 6° anniversario della "fatwa" - la condanna a morte pronunciata dall'ayatollah Khomeini nei confronti di Salman Rushdie - il Partito radicale e "Nessuno tocchi Caino" si impegnano perché le città italiane conferiscano la cittadinanza onoraria allo scrittore. 14 febbraio - Ex Jugoslavia / Vojvodina - Iscrizioni Lintera dirigenza dell'Alleanza Democratica degli ungheresi di Vojvodina (VMDK), compreso il presidente Andras Agoston ,16 membri, si iscrivono al Partito radicale. 14 febbraio - Russia - Obiezione di coscienza Gli antimilitaristi radicali russi lanciano una petizione alla Duma di Stato, al Consiglio della Federazione e al Presidente "Per il diritto a rifiutare il servizio militare e contro il militarismo". Tra le richieste: - il servizio alternativo deve avere carattere puramente civile ("niente battaglioni di costruzione"); - le convinzioni di ogni genere e non solo quelle religiose vanno considerate motivazioni valide per ottenere il servizio alternativo civile, - la durata del servizio alternativo civile non deve superare quella del servizio militare. 19/26 febbraio - Russia: Mosca - Antimilitarismo, Cecenia Continuano le manifestazioni radicali "Contro la guerra in Cecenia" con una settimana di mobilitazione particolare, con conferenze stampa e volantinaggi, organizzati assieme a varie altre associazioni. A Mosca, nella giorno del "Difensore della Patria", il Partito Radicale insieme al Comitato delle Madri dei Soldati di Russia, al Quackers Peace & Service, e all'associazione Memorial ed altri, organizza una manifestazione senza precedenti davanti al Ministero della difesa, - un "die-in": nel corso delle manifestazioni infatti i partecipanti si distendono a terra in silenzio, come morti, rappresentando le vittime della guerra in Cecenia. Chiedono inoltre lapprovazione della normativa sul diritto civile. Mosca Analoghe manifestazioni si svolgono presso le ambasciate russe nelle altre capitali europee, con la partecipazione dei "Quackers Peace & Service" a Londra, dei Gruenen a Bonn, e della Società svedese per la Pace e per l'Arbitrato a Stoccolma. 28 febbraio- Italia: Roma - Lingua Internazionale, Esperanto Il Partito Radicale e l'associazione radicale "Esperanto" organizzano una manifestazione in maschera con lo slogan "Ministro giù la maschera su l'esperanto" al Ministero della Pubblica Istruzione, per chiedere che venga deciso nelle scuole italiane lo studio sull'introduzione dell'insegnamento della lingua internazionale. 4/9 marzo - Bosnia-Erzegovina - Sarajevo Olivier Dupuis e Sandro Ottoni a Sarajevo incontrano il Primo ministro Haris Silajdzic, tre membri della Presidenza e il Presidente del Parlamento, al fine di definire e promuovere una campagna di associazione immediata della Bosnia Erzegovina allUnione Europea. 9 marzo - Italia: Roma - Pena di morte A seguito della decisione di reintrodurre la pena di morte a New York, il Partito Radicale, 'Nessuno tocchi Caino' e 'Non c'è pace senza giustizia', promuovono davanti alla Camera dei Deputati, una manifestazione dei parlamentari abolizionisti. Parlamentari di tutti i gruppi firmano una mozione che chiede al Governo italiano di farsi promotore in sede ONU della moratoria delle esecuzioni capitali e l'istituzione del Tribunale Penale Internazionale. Settimana di iniziativa nonviolenta a favore della causa tibetana, promossa dal Partito Radicale, da 'Italia Tibet' e dalle associazioni dei tibetani in esilio. 500 persone digiunano (a staffetta fino a cinque giorni), manifestazioni si tengono in decine di città, davanti alle ambasciate cinesi. Obiettivo della mobilitazione è l'apertura, sotto l'egida delle Nazioni Unite, di una conferenza sino-tibetana. Il 10 marzo, nel 36° anniversario della sollevazione di Lhasa, occupata dalle truppe cinesi e in concomitanza con la marcia nonviolenta dei tibetani da Dharamsala alla volta della capitale indiana New Delhi, il Partito Radicale ed i comitati di supporto al Tibet nel mondo svolgono in 42 città, marce in fila indiana a sostegno del Tibet, il tetto del mondo occupato dal Governo cinese, e per la democrazia in Cina.
18 marzo - Russia: Mosca - Assemblea Assemblea pubblica del Partito radicale sulla campagna antimilitarista, sulla campagna per il Tibet, sulla preparazione della Conferenza per l'abolizione della pena di morte. 7/8 APRILE - Italia: Roma - XXXVII Congresso del Partito radicale Nonostante i successi conseguiti nei due anni trascorsi dal Congresso di febbraio 93 e dal Consiglio Generale di Sofia dello stesso anno, tra i quali: listituzione del Tribunale internazionale sui crimini di guerra nella ex-Jugoslavia; l'apertura allONU dell'iter costitutivo del Tribunale internazionale; lavvio del primo dibattito al Palazzo di Vetro per la moratoria delle esecuzioni capitali (nonostante il voto contrario); il Congresso valutando la grave insufficienza delle "risorse economiche, che non possono più essere assicurate dal contributo determinante degli iscritti e dei sostenitori a quota italiana", ritiene che "proseguendo nelle attuali condizioni il Partito radicale si ridurrebbe a fatto di testimonianza, ad alibi della violenza e della rassegnazione". Delibera di avviare "una profonda revisione di mezzi, strutture, metodi di lavoro" e a tale fine "delega al Segretario, al Tesoriere e al Presidente del Partito i propri poteri statutari per un massimo di un anno, da esercitare congiuntamente e con deliberazione unanime." Mozione XXXVII Congresso del PR 9 APRILE - Italia: Roma - Marcia delle palme Migliaia di cittadini a Piazza san Pietro manifestano per la sospensione delle esecuzioni nel mondo e per listituzione del Tribunale Internazionale chiedendo al Pontefice di ribadire il suo "no" alla pena di morte.
Roma. Palazzo del Quirinale 14 APRILE - PE: Bruxelles - Ex Jugoslavia, Bosnia Erzegovina 84 Parlamentari europei di ogni gruppo firmano un appello, promosso dal PR, alle autorità bosniache e allUnione Europea perché siano effettuati i passi necessari per una immediata adesione della Bosnia Erzegovina allUnione. Aggressione notturna contro Nikolaj Khramov, coordinatore della campagna antimilitarista radicale in Russia, che viene ricoverato allospedale ferito alla testa e con commozione cerebrale. La polizia intervenuta per fermare gli aggressori li ha subito rilasciati dopo averli identificati. E' la seconda volta in pochi mesi che dei militanti del Partito Radicale sono vittime di aggressione a Mosca. Nikolaj Khramov Intervista con Mamuka Tsagareli 2 MAGGIO - Croazia: Zagabria - ex Jugoslavia Missili serbi colpiscono la capitale croata, provocando numerosi feriti. Radio radicale in Italia ne da la prima comunicazione tramite corrispondenze dalla sede radicale nella città. Il PR chiede limmediata inchiesta del Tribunale internazionale contro i leader della Kraijna responsabili. Riferimenti:
13 maggio - Russia: Mosca - antimilitarismo, "ARA" Assemblea costituente dellAssociazione Radicale Antimilitarista - ARA Riferimenti:
18 maggio - PE: Bruxelles - Virus Ebola, Risoluzione PE A seguito di un epidemia del virus Ebola in Zaire, su iniziativa del Partito Radicale, il Parlamento europeo vota una risoluzione con una serie di misure attuali e preventive da prendere con massima urgenza. L'iniziativa s'inscrive all'interno della campagna che il PR conduce dal 1993: affinché la Comunità Internazionale si munisca di maggiori poteri e budget, in particolare per la prevenzione, relativamente allAIDS ed alle pandemie. 18 MAGGIO - Bulgaria: Skopje - Diritti umani, Minoranza albanese Michele Boselli, Sandro Ottoni e Darinka Kircheva, del Partito Radicale, hanno incontrato in queste ore esponenti di vari partiti governativi e di opposizione in Macedonia. L'appello radicale per l'adesione della Bosnia-Erzegovina alla Unione europea e stato firmato da tre deputati del parlamento macedone e dal presidente del Partito democratico, Peter Gosev, gia' primo ministro. La consistente minoranza albanese in Macedonia, circa un quarto della popolazione, denuncia una crescente insoddisfazione verso il governo macedone. (ANR 6074) 24 maggio - Cuba - Diritti umani Il Presidente cubano Fidel Castro, a poche ore dalla conclusione della missione a Cuba della Commissaria europea Emma Bonino, ha liberato sei detenuti politici. L'Avana, Cuba. Bonino con Castro I detenuti liberati erano stati oggetto di una campagna internazionale promossa dal Partito Radicale e dalla stessa Bonino quando ne era segretaria. "Il Partito Radicale continuerà a lottare perché la liberazione dei sei detenuti politici non sia una iniziativa sporadica ma il primo di una serie di atti volti al riconoscimento dei diritti umani e quindi alla riconversione democratica del regime di Fidel Castro." (ANR 6068) Maggio - Lituania: Vilnius - Tibet Olivier Dupuis, Massimo Lensi con Piero Verni, presidente dell'Associazione Italia-Tibet, partecipano alla seconda Conferenza mondiale dei parlamentari per il Tibet. I lavori, ai quali hanno partecipato un centinaio di parlamentari di oltre 20 paesi, sono occasione per diversi incontri, in particolare con Samdhong RIMPOCHE, presidente del Parlamento tibetano in esilio, e Tempa TSERING, segretario per gli affari esteri e l'informazione del governo tibetano in esilio 29 maggio - Bosnia: Bihac - Izet Muhamedagic Muore tra le vittime di un elicottero abbattuto da un missile, il vice-ministro della giustizia, Izet Muhamedagic, consigliere generale del Partito Radicale e membro del partito da alcuni anni. Ricordo di Izet 30 MAGGIO - varie città - ex Jugoslavia Davanti alle ambasciate della sedicente "Repubblica federale jugoslava" di Bruxelles, Roma, Kiev, Mosca, Sofia, Budapest, Madrid, il Partito Radicale manifesta in ricordo di Izet Muhamedagic e per denunciare i mandanti ed i primi responsabili dei crimini in ex Jugoslavia. Comunicato stampa del PR - Roma, 5 aprile 1995 PRESENTATO OGGI IN CONFERENZA STAMPA IL 37. CONGRESSO DEL PARTITO RADICALE, CHE SI APRIRÀ A ROMA ALLE 9,00 DI VENERDÌ, ALL'HOTEL ERGIFE. Conferenza stampa di presentazione del 37. Congresso del Partito Radicale, che si aprirà a Roma a partire dalle ore 9,00 precise di venerdì prossimo 7 aprile. La conferenza stampa è stata introdotta da Luca Frassineti, Segretario ad interim del Partito Radicale, che ha sostituito Emma Bonino da quando ella è stata nominata Commissario UE. Frassineti ha ricordato i grandi successi conseguiti nei due anni trascorsi dal Congresso di febbraio 93 e dal Consiglio Generale di Sofia del luglio dello stesso anno. Successi notevolissimi: la istituzione del Tribunale internazionale sui crimini di guerra nella ex-Jugoslavia, l'apertura concreta dell'iter costitutivo della Corte penale internazionale sui crimini contro l'umanità, la sconfitta numerica sulla risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali, che ha però costituito la prima occasione di democratico dividersi su un voto di grande importanza da parte della Assemblea Generale del Palazzo di Vetro. Tutte le campagne del PR hanno dunque avuto il comune denominatore della costruzione del diritto internazionale con forza progressivamente sovranazionale. Frassineti ha poi sottolineato come il Congresso del Partito sia di importanza cruciale, tanto più dopo che il PR transnazionale e transpartito ha conseguito quei successi, tanto più dopo i riconoscimenti pervenuti anche dal Segretario Generale dell'ONU Boutros-Ghali; cruciale è il Congresso, chiamato ad affrontare una situazione per cui ai successi corrispondono difficoltà gravissime in termini finanziari, ma soprattutto in termini di risorse umane, di gruppo dirigente/militante, di qualità e valore straordinari quanto limitato nel numero, tanto da determinare la necessità di chiudere la fase attuale, per porsi concretamente il problema della propria forma, del proprio organizzarsi e organizzare le sue campagne, e del ricercare la adeguatezza di sé di fronte alle necessità e le urgenze politiche internazionali. Lenora Fulani, una delle principali leader African-American (neri d'America), candidata due volte alle presidenziali Usa, comunicando la sua partecipazione al Congresso del PR sostenendo che è giunto il momento di nuove alleanze tra le persone e le forze che si battono per un nuovo umanesimo. Ha aggiunto che i luoghi comuni per cui il sistema politico italiano e quello americano sono rispettivamente paradigmatici di instabilità e stabilità politica devono essere superati, e il Congresso dovrà essere una occasione anche per dibattere di questo. Inoltre, ha aggiunto la leader nera, "il movimento politico indipendente sta giocando un ruolo trainante per portare gli Usa a superare il corrotto e repressivo sistema bipartitico, verso una democrazia multipartitica avanzata". E' poi intervenuto Lawrence Hayes, l'ultimo condannato a morte dello Stato di New York, e Jean Claude Bouda, deputato del Burkina Faso. Sergio D'Elia e Danilo Quinto, Segretari rispettivamente di Nessuno Tocchi Caino e di Non c'è Pace senza Giustizia, e membri della segreteria del Partito radicale, hanno presentato la Marcia delle Palme, che partirà domenica alle 9,00 dal Campidoglio, a Roma, e che è promossa dal PR insieme alle due associazioni. Al Congresso parteciperanno oltre 170 non Italiani, tra i quali membri di governo di vari paesi e decine di parlamentari eletti in decine di parlamenti e in decine di liste e partiti nazionali diversi e diversissimi per tendenza. (ACP5539) Comunicato stampa del PR - Roma, 6 aprile 1995 NONVIOLENZA: LA VITA DEL DIRITTO PER IL DIRITTO ALLA VITA 37. CONGRESSO DEL PARTITO RADICALE, TRANSNAZIONALE E TRANSPARTITO Oggi, giovedì 6 aprile dalle ore 20,00, si terrà il Consiglio Generale del Partito radicale all'Hotel Ergife di Roma in Via Aurelia 619. Il Consiglio dovrà approvare i bilanci e proporre ordine del giorno, Presidenza e regolamento al Congresso del Partito radicale, transnazionale e transpartito, che inizierà i suoi lavori domani venerdì 7 aprile alle ore 9,00 sempre all'Ergife. Questo 37. Congresso proseguirà per tutta la giornata di venerdì fino alle 24,00 e sabato 8 aprile dalle 9,00 alle 21,00. Sono previsti relazioni e interventi di più di duecento deputati ed esponenti politici provenienti da ogni parte del mondo, dal Burkina Faso fino agli Stati Uniti, ed iscritti nei loro Paesi a partiti nazionali di diversa espressione politica. Parte integrante del Congresso sarà la Marcia delle Palme che si svolgerà domenica 9 aprile con partenza alle 9,00 dal Campidoglio e che, attraverso un percorso che prevede una sosta al Quirinale dove una delegazione sarà ricevuta dal Presidente della Repubblica, si concluderà a Piazza S.Pietro per consegnare a Papa Giovanni Paolo II l'appello a far proprie le battaglie radicali sull'abolizione della pena di morte e sull'istituzione della Corte penale permanente presso le Nazioni Unite. Il Partito radicale dal 1988 non partecipa ad alcuna competizione elettorale in alcun luogo del mondo. (ACP5548) APPELLO PER L'ADESIONE DELLA BOSNIA ALL'UNIONE EUROPEA - A più di mille giorni dall'inizio della guerra che colpisce la Repubblica internazionalmente riconosciuta di Bosnia-Erzegovina; - mentre il conflitto ha già procurato più di 200.000 vittime, centinaia di migliaia di feriti, decine di migliaia di invalidi, più di tre milioni di rifugiati; - mentre la capitale Sarajevo, le città di Goradze, Srebrenica, Zepa, Bihac, Velika Kladusa, sono tuttora assediate dalle milizie di Kardzic e di Martic e le popolazioni di queste città vivono a tutt'oggi terrore e privazioni quotidiane; - mentre sei piani di pace, fondati sulla divisione su base etnica di questo Paese, sono stati elaborati e proposti dai rappresentanti della Comunità internazionale e successivamente respinti; - mentre una serie di nuovi elementi, tra i quali anche l'attuale aumento delle violazioni della tregua, sembrano indicare una possibile riesplosione del conflitto; - mentre la credibilità della presenza in Bosnia della Comunità internazionale in generale, dell'Unione europea in particolare, rispetto all'intervento pacificatore appare sempre più messa in dubbio; - mentre l'Unione europea si appresta, in occasione della Conferenza intergovernativa del 1996, a riformare, relativamente anche alla tragedia in atto nella ex Jugoslavia, il funzionamento della sua politica estera comune; Noi, firmatari, uomini e donne, personalità del mondo della politica, della cultura e della scienza, cittadini e cittadine d'Europa, - salutiamo con grande interesse e speranza la moltiplicazione da parte di autorità del mondo della politica e della cultura, Musulmane, Croate e Serbe di Bosnia-Erzegovina, di segnali a favore della presentazione di una domanda di adesione della Bosnia all'Unione europea; - consideriamo che l'accoglienza da parte dell'Unione europea della domanda di adesione della Bosnia, comporterebbe la possibilità di creare, finalmente, il quadro per una risoluzione pacifica, duratura e fondata sulla convivenza di tutte le componenti del popolo bosniaco; - riteniamo che un tale processo di adesione abbia significato e carattere eminentemente politici e che pertanto nessun argomento di natura economica o tecnica dovrebbe essere invocato a pretesto onde escluderne o ritardarne l'attuazione; - chiamiamo infine tutti e ciascuno, a mobilitarsi e a organizzarsi, ovunque in Europa, affinché, superando legittime prudenze quanto diffidenze, le autorità della Repubblica di Bosnia depositino al più presto la domanda formale di adesione all'Unione europea ed affinché le autorità europee la accolgano senza indugio. Radio Radicale - Roma, 27 aprile - ore 15,00 Intervista con Mamuka Tsagareli " Qui è Radio Radicale; in studio Paolo Pietrosanti. Siamo collegati con Mamuka Tsagareli, che è a Mosca ed è uno dei responsabili delle iniziative radicali nell'area dell'ex URSS. Siamo collegati con Mamuka per parlare di quanto avvenuto possiamo dire poche ore fa, nella notte tra il 24 e il 25 di aprile, quando Nikolaj Khramov, altro noto dirigente del PR in ex-URSS è stato gravemente ferito perché durissimamente colpito. In primo luogo chiediamo a Mamuka Tsagareli una ricostruzione dei fatti . - Come hai detto il fatto è accaduto nella notte tra il 24 e il 25 aprile scorsi, alle 1,30 del mattino. Uscito dalla sede del PR stava tornando a casa, e vicino alla stazione della metropolitana di Kolometska, Nikolaj è stato fermato da una donna che gridava "per favore, ti prego, aiutami, portami via...". Nikolaj era lì con un altro militante radicale, Sergheij Vorontsov, che è un vicino di casa di Nikolaj. Naturalmente rimase sorpreso, e non capì bene cosa stesse accadendo. Dopo pochi istanti, un minuto ecco che compare il marito di questa donna, che cominciò a dire alla donna "ti prego, andiamo a casa, non preoccuparti, andiamo a casa..." e Nikolaj sentì che entrambi erano ubriachi. Ma questa donna non permetteva a Nikolaj di allontanarsi, lo tratteneva con forza, dicendogli "portami via, portami da qualche parte...". E dopo non più di 5 minuti comparve una terza persona - non stava insieme ai due, e dava l'impressione di non conoscerli. Questa terza persona si avvicinò per chiedere cosa stesse accadendo e perché. Nello stesso momento il marito della donna cercò di portarla via, dicendole "andiamo a casa...". All'improvviso la terza persona attaccò Nikolaj, chiedendogli con durezza perché non avesse difeso la donna, e provò ad attaccarlo fisicamente, con fare minaccioso. A quanto mi ha detto Nikolaj, egli era talmente sorpreso che non provò nemmeno a difendersi, e chiese soltanto a questa terza persona "cosa stai facendo? sei pazzo? perché mi attacchi?". Stante la situazione, Serghej Vorontsov decise di rivolgersi alla Polizia, che si trovava a 20, o 30 metri di distanza, nella stazione della metropolitana. Per andare alla ricerca di poliziotti Serghej colse un momento in cui quella che abbiamo chiamato la terza persona era ferma e non stava muovendosi. Corse alla stazione della metropolitana e chiamò tre poliziotti armati. Questi arrivarono sul posto in circa tre o quattro minuti, e trovarono Nikolaj steso in terra, in una pozza di sangue. Nikolaj stava chiedendo "cosa è successo? perché sono in terra? cosa è questo sangue?" - non ricordava nulla del momento in cui era stato colpito. La cosa strana è che quelle tre persone non provarono affatto a scappare: stavano lì a guardare quel che accadeva. La polizia li ferma, e provvede a chiamare l'assistenza medica. E Nikolaj viene portato al 7. ospedale cittadino, vicino al luogo del fatto. Quindi i poliziotti controllano i documenti delle tre persone, tutti e tre cittadini russi e residenti a Mosca; annotano i loro indirizzi, i numeri di telefono, e chiedono a Serghej Vorontsov se abbia intenzione di andare immediatamente agli uffici di polizia per la denuncia, o se lo avrebbe fatto dopo. Serghej aveva paura per la vita di Nikolaj, e preferiva correre in primo luogo all'ospedale, per rendersi conto della gravità delle condizioni di Nikolaj. I poliziotti dissero che in ogni caso, quando c'è una persona ferita, le autorità sanitarie informano le autorità di polizia, e comunque indagini sarebbero state iniziate. Serghej decise quindi di andare all'ospedale, dove trovò Nikolaj, e la diagnosi che gli viene comunicata è di commozione cerebrale per colpo nella parte posteriore della testa, e contusione del cervello. I medici dicono non essere Nikolaj in pericolo di vita, ma che deve rimanere per alcuni giorni in ospedale. Serghej è rimasto tutta la notte con Nikolaj. Il quale era lucido, ma non ricordava, come non ricorda tuttora, cosa sia accaduto in quell'istante in cui qualcuno gli ha rotto la testa da dietro. Nella mattinata raggiunsi Mosca, da Tbilisi, dove mi trovavo. E mi venne comunicata la notizia. In primo luogo ho preparato un comunicato stampa, che ho inserito in Agorà, che è stato inviato a tutti i media presenti a Mosca, russi o non che siano. - Ed è stato distribuito ovunque le sedi radicali hanno potuto, a tutti gli organi di informazione... - Sì, sì, lo so, e ho dei ringraziamenti per questo da rivolgere a tutti, anche a nome di Nikolaj. Quindi abbiamo informato i nostri amici a Roma, a Bruxelles, il partito sul fatto che qualcosa di strano era accaduto. La nostra prima impressione è stata che la situazioneera abbastanza simile per l'orario in cui era avvenuta, e per le modalità del fatto, a quella che aveva visto vittima poco più di un anno fa il nostro amico Andrea Tamburi, e la nostr aimpressione è stata che vi fosse qualche venatura politica in questo attacco, in questo colpo. - Vorrei chiederti, Mamuka: chi ha attaccato Nikolaj si è dichiarato membro di un qualche corpo ... - Sì. quando la polizia ha controllato i passaporti di quelle tre persone, la terza persona, quello che aveva attaccato Nikolaj disse "Io lavoro nei Corpi". Qui, nel gergo dell'ex-Urss lavorare nei Corpi significa lavorare nei corpi del ministero della difesa, o dell'interno, o del KGB o qualcosa di simile. E' stato anche per questo che abbiamo pensato - non siamo sicuri al 100 per cento - che vi sia qualche venatura politica o qualche ragione politica nel fatto. - Dunque, chi aveva attaccato e colpito Nikolaj non è stato arrestato da nessuno... - No. Non è stato arrestato, né portato in prigione. Dunque, il giorno successivo lo abbiamo usato per informare all'esterno sull'accaduto, e per occuparci della salute di Nikolaj; ieri mattina Olga Antonova ha provato a telefonare al dipartimento di polizia per avere informazioni sulle indagini. I poliziotti le hanno detto che "sì, conosciamo il fatto, suo marito era ubriaco, ieri alle 2 del pomeriggio aveva creato qualche problema ed è stato ferito, ed è in ospedale. Condurremo indagini, e ci sono una ventina di testimoni che potranno dirci che proprio suo marito ha organizzato la cosa... andremo all'ospedale e faremo quanto necessario." Olga rimase naturalmente confusa: chiamò Bruxelles, Olivier, e subito andammo da Nikolaj, per capire cosa fosse e stesse accadendo, e per poter informare Serghej Kovaliov, che è il consigliere del Presidente sui diritti umani. Appena giunti all'ospedale, ieri, Nikolaj ci ha informati che proprio fino a dieci o quindici minuti prima era stato lì lo stesso poliziotto con il quale Olga aveva parlato, e che si era molto scusato per essersi confuso e aver creato l'equivoco. Alle due del pomeriggio nello stesso luogo una persona ubriaca era stata ferita e portata nello stesso ospedale. Spiegò, il poliziotto, che si era semplicemente sbagliato tra due casi diversi, e che se ne scusava, e che era venuto in ospedale per iniziare le indagini sul caso di Nikolaj. Nikolaj aveva scritto un resoconto formale sui fatti, Il poliziotto disse che era certo che la polizia disponeva delle generalità delle tre persone, e che le indagini sarebbero iniziate, e le persone sarebbero state arrestate, e che ci sarebbe stato il processo, e così via. Quindi, Nikolaj ci ha detto che non è sicuro al cento per cento se si sia trattato di un atto di criminalità comune o politica. E la nostra opinione in proposito è per ora non univoca. Non posso essere sicuro che si sia trattato di una aggressione politica, ma alcune cose sono molto strane. In primo luogo è tutta la storia che sembra strana. Poi, nessuno è stato arrestato, lì sul luogo del fatto. Quindi lo strano equivoco con il poliziotto, ieri. Ma un'altra cosa che mi sembra molto strana è che nessuno tra le tre persone sia scappata via: lì sono rimasti, mostrando i loro documenti... Credo che nei prossimi due o tre giorni vedremo come le indagini saranno condotte, domani e dopodomani controlleremo la situazione, e quali indagini vengono iniziate e condotte. Sulla base di questo decideremo come agire e cosa fare. Questa è la situazione ora. Per quanto riguarda Nikolaj, sta più o meno bene, non c'è pericolo per la sua salute, e spera che in tre o quattro giorni, per l'inizio della prossima settimana potrà tornare a casa, ma certo dovrà rimanere a letto almeno per altre due settimane. Questo è lo stato della situazione. Perché penso che possa essersi trattato di un atto motivato da ragioni politiche? In primo luogo per la campagna antimilitarista che è qui organizzata dal Partito, e Nikolaj è il coordinatore di questa campagna e lavora direttamente su questa iniziativa; e questo è un tema molto caldo nella vita politica russa. Certo anche per la Cecenia, per altri problemi connessi con il bilancio della difesa, con la questione del servizio civile alternativo, e così via. Voglio anche aggiungere che proprio adesso nella Duma di Stato della Russia c'è una riunione del gruppo di iniziativa antimilitarista, cui partecipano deputati alla Duma, rappresentanti dei comitati delle madri dei soldati, e altre organizzazioni, e uno dei promotori di questa campagna e di questa riunione è stato il partito radicale a Mosca e personalmente Nikolaj. Oggi ho telefonato a queste organizzazioni e a queste persone, e ho comunicato che purtroppo Nikolaj non potrà partecipare, e ho chiesto che venga detto ai partecipanti il motivo della assenza di Nikolaj. Spero di avere più tardi notizie a proposito di questa riunione. Io ho preferito rimanere qui in sede per informare gli ascoltatori di Radio Radicale, e perché abbiamo altre cose da fare, ora. Dunque, spero di avere più tardi notizie dalla Duma, e le inserirò in Agorà. Questa è la situazione al momento. - Mamuka, io credo che tutti gli ascoltatori abbiano un pensiero che gira nelle loro teste: Andrea Tamburi è stato assassinato di notte, per strada, poco più di un anno fa. E pochi giorni fa Nikolaj Khramov è stato così gravemente colpito e ferito. E' almeno una sensazione, ma è molto forte, e credo sia molto diffusa tra i radicali, in ogni paese in cui operiamo: la sensazione è che possa esserci qualche connessione tra i due eventi di sangue . - Sì, Paolo, anche io ho questa sensazione. E ho molta paura. Sì, ho già detto che ci sono analogie con il caso di Andrea. e credo che aspetteremo appena due o tre giorni, e sulla base delle indagini della polizia, sulla base di quel che la polizia farà vedremo quel che realmente sta accadendo qui. Credo che in due o tre giorni sapremo informare gli ascoltatori e non solo loro, ma tutte le persone che sono vicine al partito radicalenel mondo su come le cose stiano andando, e se sulla base dei fatti noi possiamo dire che c'è qualcosa che può riportarci anche alla morte di Andrea. - Mamuka, c'è una cosa che non sono proprio capace di capire, ed è l'ultima domanda: poliziotti giungono in un luogo dove giace in una pozza di sangue una persona, e loro si limitano ad annotare le generalità dei possibili o ipotetici colpevoli del fatto, e non li arrestano. Come è possibile? - Questo è il quesito che proveremo a capire e al quale vogliamo sia data una risposta, tra oggi e domani nella stazione di polizia. Andremo là con Olga Antonova, e con qualche avvocato, Il nostro primo problema era la salute di Nikolaj. E adesso che siamo sicuri che è fuori pericolo faremo del nostro meglio per capire e per ottenere risposte e le opportune soluzioni alle domande aperte. Speriamo di avere già domani delle risposte. - Bene, Mamuka, auguri a te e a tutti noi... - Voglio ringraziare tutti coloro che sono stati e sono coinvolti in questa vicenda. Ringrazio gli ascoltatori di Radio Radicale, tutti gli amici in Europa, in Italia, nei vari stati, i parlamentari che subito hanno reagito, grazie dunque a Lorenzo Strik Lievers, a Paolo Vigevano, ai parlamentari europei, a tutti gli altri, a Olivier, ad Antonio, a Michele, a tutti, proprio a tutti coloro che hanno immediatamente reagito. Questa è l'unica cosa che ci può dare qualche speranza e la possibilità di attenderci che potremo essere difesi almeno dalla opinione pubblica europea, dai media, dagli amici nei vari paesi, che possono darci la possibilità di andare avantinel durissimo ma necessario lavoro che abbiamo qui e in ogni luogo in cui operiamo. Grazie a tutti. (ACP5634) EBOLA : IL PARTITO RADICALE CHIEDE L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DI UNA CELLULA DI CRISI SOTTO IL COORDINAMENTO DELL'OMS E LA DIRETTA RESPONSABILITÀ DEL SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU. Bruxelles, 12 maggio 1995. Anche oggi il virus Ebola ha progredito, implacabile, nel suo camino di morte. E non da oggi ma dal suo Consiglio Generale di Sofia in poi (luglio 1993), il Partito Radicale ha posto con forza la questione delle pandemie e dei virus emergenti come questione "politica" prioritaria, ritenendo che l'HIV/AIDS rappresentasse più un caso emblematico che il culmine di un disastro che potrebbe invece chiamarsi con il nome di virus letali già noti come le varietà di Ebola, oppure Marburg, Junin, Lassa, Machupo, Guanarito, Dengue, O'nyong-nyong ... Il Partito Radicale transnazionale ha condotto in questi anni campagne sull'AIDS e sulle pandemie in genere con la speranza che governi ed opinione pubblica si rendesse più vigili rispetto ai virus emergenti. Purtroppo non è stato, e continua a non essere, cosi. Di fronte alla prospettiva di immani pandemie predomina un atteggiamento fatalista. Evidentemente, come per l'AIDS, si aspetta che il virus Ebola faccia il salto di qualità e diventi fenomeno globale per avviare alcune tardive e deboli contromisure. Dal 1993, il Partito Radicale, transnazionale e transpartito, ha elaborato e promosso una proposta per costituire un quadro giuridico coerente e transnazionale, attraverso la creazione di uno strumento multilaterale come per esempio una convenzione ONU. Ma, ieri come oggi, dobbiamo prendere atto che: - non esistono definizioni o classificazioni ufficiali per le contingenze epidemiche; - le risposte alle emergenze vengono effettuate su basi ad hoc; - non esiste una procedura ufficiale per determinare quale, o quali organizzazioni a livello internazionale devono assumere la responsabilità amministrativa, tecnica e finanziaria, per non parlare di responsabilità politica; - l'assenza di una rete di communicazione ben definita impedisce una risposta efficace da parte delle varie istituzioni internazionali. L'OMS - l'Organizzazione Mondiale della Sanità - non è in grado da sola di fronteggiare le emergenze: con un bilancio annuale di $ 250 milioni non gestirebbe neppure un ospedale di una città di media grandezza, figurarsi i bisogni di più di 160 Paesi membri e di miliardi di persone! Malgrado queste legittime riserve sulle capacità dell'OMS, esso rimane l'unico organo sovranazionale riconosciuto dalla comunità internazionale nel settore sanitario. Il Partito Radicale propone quindi che il Programma congiunto dell'ONU sull'AIDS (raggruppa tutte le Agenzie internazionali competenti: UNICEF, UNDP, UNESCO, UNFPA, OMS e Banca Mondiale) sia ampliato all'insieme dei virus emergenti e che al suo interno si costituisca immediatamente una cellula di crisi unificata sotto il coordinamento dell'OMS e la responsabilità in prima persona del Segretario Generale Boutros-Ghali." (APR5739) Ricordo di Izet Muhamedagic "Izet Muhamedagic si era iscritto al Partito Radicale transnazionale ritagliando un coupon da un giornale inviato ai parlamentari bosniaci. Si era iscritto con la motivazione che "credeva negli Stati Uniti d'Europa." Izet viveva a Bosanski Novi (a nord di Bihac), qui esercitava come avvocato e svolgeva attività politica, come consigliere comunale, nel partito musulmano di azione democratica. Nel 1993, con la caduta della città nelle mani dei serbi, i suoi beni furono requisiti, la sua famiglia espulsa e lui stesso venne arrestato. Grazie alle pressioni esercitate allora sulla polizia locale dal Partito Radicale e da alcuni parlamentari europei iscritti al PR, gli fu alla fine consentito di espatriare. Ma, mentre la famiglia aveva trovato rifugio in Germania, Izet volle rimanere, dapprima a Zagabria, a combattere la battaglia per la libertà della Bosnia. Qui trascorse vari mesi nella difficile condizione di profugo, ebbe un infarto, ma non volle arrendersi: ottenne un impiego al consolato bosniaco, successivamente fu nominato vice-ministro della Giustizia e si recò a Sarajevo. Da qui svolgeva compiti di primo piano rispetto alla situazione carceraria in tutta l'area bosniaca. Grazie a lui, alla sua attiva presenza come Consigliere generale del Partito Radicale, una serie di contatti erano stati avviati con le autorità bosniache per la promozione del Tribunale contro i crimini di guerra in ex-Jugoslavia - Izet Muhamedagic partecipò anche ad un incontro con Butros Ghali a questo fine - e per l'abolizione della pena di morte in Bosnia-Herzegovina. Ultimamente l'impegno di Izet ed il nostro era volto a sostenere una appello internazionale di parlamentari (ad oggi oltre 250) per l'adesione della Bosnia-Herzegovina alla Unione europea. A cinquantanove anni e dopo un infarto, ancora aveva deciso di rischiare la sua vita girando per i fronti in guerra ed esponendosi ai pericoli. Era un uomo mite e buono, ma è stato anche uno dei tanti assassinati di questa guerra orribile. Tra i radicali che lo hanno conosciuto e che hanno lavorato con lui in questi ultimi anni, lascia un grande vuoto. Domani, alle 12, davanti alle "ambasciate" della sedicente "Repubblica federale yugoslava" di Bruxelles, Roma, Kiev, Mosca, Sofia, Budapest, Madrid e di altre capitali il Partito Radicale manifesterà per denunciare i mandanti ed i veri responsabili di questo e di tanti altri crimini. Bruxelles - 29.5.95" (ANR 6078) |