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Cronologia del Partito Radicale - 1956

FEBBRAIO

Italia: Roma

Primo Convegno nazionale

FEBBRAIO

URSS Al XX Congresso del PCUS Kruscev denuncia gli errori di Stalin e propone la coesistenza pacifica.

FEBBRAIO

Italia: Roma (Teatro Eliseo)

Convegno del Mondo: "Processo alla scuola "

APRILE

Italia: Roma (Teatro Eliseo)

Convegno del Mondo: "I padroni della città"

MAGGIO

Italia

Elezioni amministrative

GIUGNO

Polonia Tumulti operi a Poznan

GIUGNO

Italia: Roma

II Consiglio nazionale

OTTOBRE

Ungheria Agitazioni per le riforme. Governo di Imre Nagy.

OTTOBRE

Egitto Truppe israeliane occupano il Sinai. Truppe anglo francesi bombardano Il Cairo in "difesa" del canale di Suez.

NOVEMBRE

Ungheria Truppe sovietiche occupano Budapest dopo l'insurrezione della capitale e la denuncia ungherese del patto di Varsavia. Nagy viene arrestato

DICEMBRE

Italia: Torino

Comitato Centrale

DOCUMENTI

Risoluzione del comitato centrale PR dicembre

Partecipanti al Primo Convegno Nazionale del PRLDI febbraio

Mario Pannunzio Cenni biografici

Il Mondo presentazione

I Convegni degli Amici del Mondo calendario

LEGENDA TITOLI

rosso = transnazionale - blu = specifico nazionale -  verde grigio = congressi o riunioni del PR


4/5 FEBBRAIO – Italia: Roma (Sede radicale a Via della Colonna Antonina) – Primo Convegno nazionale

Il Comitato esecutivo provvisorio, ha convocato un incontro nazionale al fine di: " approvare lo statuto del partito, designare gli organi dirigenti, predisporre un immediato piano di lavoro", una sorta di assemblea costituente. La relazione di Nicolò Carandini prevede strutture di partito agili, con sezioni dotate di una certa autonomia.
Vengono ribaditi i punti programmatici per la creazione di una "terza forza" democratica laica, in opposizione al bipolarismo clericale e comunista: l’attuazione integrale della costituzione, il riordino dell’economia statale, il controllo dei monopoli, equilibrio tra imposte dirette ed indirette, netta separazione fra poteri civili ed ecclesiastici, il ritorno alla proporzionale pura in materia di legge elettorale. Viene cambiato il nome del partito, che da allora si chiamerà semplicemente: Partito Radicale.
Sulla decisione di partecipare alle imminenti elezioni amministrative va notata la posizione contraria di Marco Pannella che giudicava rischioso il concorso elettorale in una fase ancora organizzativa del partito. Leone Cattani al contrario otterrà la maggioranza su un ordine del giorno che demandava alle sezioni la scelta elettorale. RIM60
L’assemblea si conclude con il reincarico al Comitato, denominato Giunta esecutiva, con la nomina di una direzione di quattordici membri. Viene inoltre formato uno speciale comitato di studio per i problemi economici, sociali e della scuola (Calogero, Compagna, Boneschi, Messineo, Rossi, Scalfari).
"Il segretario della giunta e il vero animatore di un movimento politico che si presentava con caratteri del tutto originali, fu il direttore de < Il Mondo >, Mario Pannunzio. In tutte le grandi città e anche in centri minori sorsero, sollecitati dal suo prestigio, nuclei e sezioni costituiti soprattutto da giovani. I più erano da anni lettori de < Il Mondo >… fondato da Pannunzio stesso nel febbraio del 49."

Partecipanti al Primo Convegno Nazionale del PRLDI

25/26 FEBBRAIO – Italia: Roma (Teatro Eliseo) – Convegno del Mondo: "Processo alla scuola "

Relatori: Leopoldo Piccardi, Raffaello Morghen, Guido Calogero, Umberto Zanotti Bianco, Lamberto Borghi. Lunga e accurata documentazione di un quadro scolastico desolante ove alle carenze strutturali, di ammodernamento, di qualità dei programmi, si aggiunge il conflitto tra scuola confessionale e scuola laica.

APRILE – Italia: Roma (Teatro Eliseo) – Convegno del Mondo: "I padroni della città"

Relatori: Leone Cattani, Angelo Concigliaro, Eugenio Scalfari.
Il convegno accusa la speculazione edilizia e lo sviluppo irrazionale delle metropoli, pronunciandosi a favore di una pianificazione edilizia e contro le strutture monopolistiche comunali che controllano i mercati generali.

27/28 MAGGIO – Italia – Elezioni amministrative

La prima prova elettorale del PR, presentato in 18 capoluoghi (simbolo: testa della Dea della Libertà coronata da un berretto frigio, disegnato personalmente da Mario Pannunzio), da solo o con vari alleati, dà scarsi risultati, portando alla conquista di soli sei seggi comunali. Tra questi Roma, ove il partito ottiene comunque un discreto 1,2 % , quanto i repubblicani, ed elegge Leone Cattani, anche per le sue denunce della collusione tra amministrazione capitolina e la Società generale immobiliare, legata al Vaticano.
Complessivamente queste elezioni registrano un’avanzata dei partiti socialista e socialdemocratico, marcando il loro processo di distanziamento dal frontismo postbellico e da un Partito Comunista in forte imbarazzo dopo la pubblicazione del rapporto Kruscev sugli orrori dello stalinismo.

23/24 GIUGNO - Italia: Roma – II Consiglio nazionale

Nella relazione della Giunta Esecutiva si dà una generica informazione sulla campagna elettorale, affrontata tra mille difficoltà soprattutto rispondendo ad uno slancio di "generosità" civile e politica. La Giunta esprime "moderata soddisfazione", soprattutto perché, al di là dei risultati, le elezioni hanno consentito di constatare il buon interesse suscitato nell'opinione pubblica dai temi proposti dalla nuova formazione, che chiaramente si propone il superamento delle formule "centriste" dell'epoca.
"In questa riunione vi vengono presentati due progetti, redatti in collaborazione con altri amici, di cui il nostro partito intende farsi promotore; l'uno per la difesa contro le intese consortili; l'altro per una riforma delle società tendenti a tutelare le minoranze e a combattere le posizioni monopolistiche. E per il prossimo avvenire, come vi sarà detto più ampiamente, nella relazione del nostro comitato di studi, saranno trattati con analogo metodo i problemi dei rapporti fra Stato e Chiesa, della difesa contro l'abuso del potere pubblico a fine politico, della politica agraria, della politica fiscale e così via."
Sono questi i temi su cui il partito dovrà impegnarsi, temi caratterizzati tutti da "concretezza" e puntualità, sia nelle impostazioni che nelle soluzioni avanzate: in definitiva, il partito viene sempre più configurando il suo volto più appropriato e tipico, che è quello di un gruppo interessato soprattutto a "fornire i temi alla discussione e all'azione politica" dei democratici.

8 DICEMBRE – Italia: Torino – Comitato Centrale

Viene votata una risoluzione che segna l'inizio della battaglia radicale nel paese per una alleanza fra le forze democratiche, laiche e socialiste. In questa si "rileva che una nuova situazione politica si sta profilando nel paese", mentre "sono in crisi" tutti i vecchi schieramenti politici e "l'immobile equilibrio" è definitivamente rotto. Il "travaglio" comunista, la nuova "indipendenza" del PSI, la liberazione di "masse sempre più numerose" dai vecchi schemi vedono però la reazione delle destre che si riparano "dietro la politica conservatrice della DC. " Sarebbe però "un errore" opporre a questa politica di classe "un altro chiuso schieramento di classe". Va perseguita piuttosto una nuova collaborazione tra il "ceto medio" svincolato dalle antiche sudditanze e le "forze operaie". I tempi sono dunque maturi per una "chiarificazione" delle forze di "sinistra democratica". Il partito radicale indica i punti "per una azione comune": Attuazione dei diritti di libertà; opposizione all'invadenza clericale; attuazione di una legislazione antimonopolistica; politica economica di pieno impiego e di sviluppo; politica estera di unità europea.


RISOLUZIONE DEL COMITATO CENTRALE

8 DICEMBRE 1956

"Il Comitato Centrale del Partito Radicale, riunitosi a Torino il giorno 8 dicembre 1956 rileva che una nuova situazione politica si sta profilando nel Paese. In seguito al rapido evolversi degli avvenimenti internazionali, e di fronte al turbamento delle coscienze ed alla incertezza delle opinioni tutti i vecchi schieramenti politici sono in crisi. Il lungo e irrefrenabile travaglio comunista la proclamata indipendenza del Partito Socialista Italiano, la disgregazione delle formazioni politiche di destra hanno rotto l'immobile equilibrio degli anni scorsi: masse sempre più numerose di cittadini di ogni prospettiva di libertà e di progresso è legata solo a quelle forze non-comuniste e non-clericali, votate - entro ogni sopraffazione di privilegi minoritari - alla difesa degli interessi generali, della Costituzione repubblicana e del carattere popolare, liberale e laico dello Stato italiano.

Di fronte all'ansia di rinnovamento generale, che coincide con la frana del sistema comunista, confermatosi alla prova dei fatti incapace di intendere le profonde esigenze di libertà e di democrazia delle masse popolari, i gruppi privilegiati oppongono una sempre più insidiosa difesa dei propri interessi, riparandosi dietro la politica conservatrice della Democrazia Cristiana e apprestando per il domani i nuovi baluardi attraverso le forze congiunte della destra monarchica, fascista e pseudo-liberale. A questa chiusa politica di classe è un errore opporre un altro chiuso schieramento di classe in posizione di potenziale rivolta contro gli ordinamenti democratici. Solo una collaborazione tra il ceto medio, svincolato dalla subordinazione ai gruppi monopolistici, e le forze operaie può ridare stabilità e vigore alla nostra democrazia.

Il Partito Radicale è convinto che i tempi siano maturi per una chiarificazione delle forze della sinistra democratica italiana. La stessa unificazione socialista, che ha destato tante speranze, ma che pure ha trovato sul suo cammino tanti ostacoli, non può risolvere da sola i problemi del rinnovamento del nostro Paese. Bisogna allargare i confini a un campo più vasto di forze e di esperienze. Su tutta la vita nazionale incombe la minaccia di una involuzione. Una spinta decisiva verso una nuova politica può essere impresa soltanto dallo sforzo comune di tutta la sinistra democratica che impegni - pur nella piena autonomia di ideali e di tradizioni - i partiti socialisti e i partiti, movimenti e gruppi di ispirazione laica e democratica, capaci di rappresentare gli interessi e le aspirazioni di milioni di operai, di contadini, di artigiani, di piccoli e medi imprenditori, di impiegati, di professionisti, di uomini di cultura.

Al fine di avviare il dibattito per una larga intesa, il Partito Radicale indica alcuni punti per una azione comune intorno alla quale le forze democratiche e socialiste possono incontrarsi:

1) Piena attuazione dei diritti di libertà enunciati dalla Carta Costituzionale ed eliminazione dei residui di legislazione fascista che sottopongono tuttora i cittadini agli arbitri del potere esecutivo.

2) Opposizione alla invadenza clericale nei più delicati settori della vita del Paese; difesa del carattere laico dello Stato; tutela delle minoranze religiose.

3) Attuazione di una moderna legislazione antimonopolistica che ponga tutti gli operatori in equivalenti posizioni di partenza per la produzione del reddito e l'acquisizione della ricchezza; nazionalizzazione delle fonti di energia.

4) Politica economica di pieno impiego e di aumento del reddito, specialmente nelle zone depresse del Paese, da attuarsi mediante la compressione delle spese superflue, la eliminazione dei soprapprofitti di monopolio e di congiuntura, il contenimento degli incrementi di reddito e delle provvidenze dei lavoratori, già occupati a favore di quelli non occupati o sottoccupati.

5) Politica estera di unità europea diretta al rafforzamento ed all'allargamento della solidarietà occidentale.

Il Comitato Centrale ritiene che attraverso la intesa di tutte le forze della sinistra democratica, ed in particolare dei partiti Radicale, Repubblicano, Socialdemocratico e Socialista Italiano, si possa pervenire ad una concreta azione politica capace di rispondere alle aspettative che la opinione pubblica sempre più chiaramente manifesta.


Partecipanti al Primo Convegno Nazionale del PRLDI

4-5 febbraio 1956

Mario Abbamonte, Nicola Adelfi, Vittorio Albasini Scrosati, V.E. Alfieri, Ada Ali, Barbara Allason, Eugenio Amaradio, G.B. Angioletti, Sandro Ancona, Libero Andreoli, Carlo Antoni, Fulvio Anzellotti, Francesco Argenta, Roberto Ascarelli, Assayas Yvonne, Aurelio Aureli, Giancarlo Bagarotto, Tito Ballati, Alberto Balocco, Luigi Bassoli, Silvio Bassone, Mario L. Bellodi, Arrigo Benedetti, Alessandro Bergonzoni, Mario Bersellini, Lucio Bevilacqua, Alessandro Bodrero, Mario Boneschi, Romano Bracaloni, Enrico Buondonno, Antonio Coffano, Mario Cagli, Guido Calogero, Pasquale Calvario, Augusto Camera, Piero Camilla, Riccardo Capobianco, Giuseppe Caporale, Nicolò Carandini, Carmelo Carbone, Leone Cattani, Vindice Cavallera, Costantino Cavarzerani, Antonio Cederna, Giulio Cervani, Nicola Chiaromonte, Enrico Ciantella, Andrea Chiti Battelli, Carlo Cocchia, Francesco Colotti, Guido Colucci, Francesco Compagna, Angelo Conigliaro, Giovanni Contarello, Luciano Contro, Aldo Cremonini, Ferdinando Croce, Franco Croce Bermondi, Brunello D'Addario, Alberto Damiani, Vincenzo D'Audino, Vittorio De Capraris, Sandro De Feo, Domenico De Monte, Manlio Del Bosco, Silvestro Delli Veneri, Carlo Di Stefano, Gino Doria, Fabio Fabbri, Carlo Falconi, Mario Fazio, Elio Fazzolari, Giovanni Ferrara, Mario Ferrara, Francesco Ferrazzani, Guglielmo Ferrero, Carlo Fiori, Ennio Flaiano, Letizia Fondo Savio, Mario Fonio, Bruno Fonzi, Franco Formiggini, Gino Fornaci, Gino Frontali, Vittorio Frosini, Luigi Furlotta, Francesco Gabrieli, Giuliana Gadoli, Plinio Galante, Fernando Gandusio, Filippo Garofalo, Edoardo Gatta, Marco Giolito, Pino Gogliettino, Giorgio Granata, Paolo Greco, Ugo Guanda, Franco Invernizzi, Felice Ippolito, Giuseppe Izzo, Giuseppe Latis, Guido La Rocca, Umberto Lattanzi, Mario Leone, Alessandro Leone Di Tavagnasco, Franco Libonati, Emilio Lo Pane, Luciano Lorciet, Vincenzo Luppi, Egidio Liberti, Mino Maccari, Manlio Magini, Dante Malagoli, Giovanni Marchiafava, Biagio Marin, Marino Marini, Lily Marx, Libero Marzetto, Gianni Mazzocchi, Francesco Messineo, Bruno Minoletti, Giacomo Molle, Alberto Mondadori, Raffaello Morghen, Ottavio Molisani, Guido Musaffia Tiberini, Arrigo Olivetti, Francesco Oneto, Salvatore, Onufrio Mario Paggi, Livio Palange, Elvino Paltrinieri, Marco Pannella, Mario Pannunzio, Anton Luigi Pauletti, Mario Pari, Silvio Parodi, Paolo Pavolini, Carlo Persiani, Carlo Petrocchi, Leopoldo Piccardi, Arnaldo Pirola, Gina Pischel, Giuseppe Piva, Ferdinando Polistina, Neri Pozza, Costantino Preziosi, Fernando Previtali, Franco Provenzali, Giorgio Radetti, Salvatore Rea, Attilio Riccio, Eugenio Riccio, Franco Rizzo, Franco Roccella, Fulvio Rocco, Guido Rollier, Rosario Romeo, Ernesto Rossi, Umberto Rossi, Nina Ruffini, Giuseppe Salto, Carmelo Saetta, Lucio Salza, Max Salvadori, Lionello Santi, Eugenio Scalfari, Paolo Serini, Carlo Sequi, Luigi Sferrazza, Gianfranco Sforzi, Mario Soldati, Vincenzo Sozzani, Mario Spada, Sergio Spagnul, Michele Spinelli, Tito Staderini, Giuseppe Stammati, Sergio Stanzani, Fabio Suadi, Antonio Tescari, Paolo Ungari, Giovanni Urbani, Guido Valchera, Nino Valeri, Leo Valiani, Guido Veneziani, Ludovico Verzellesi, Giorgio Vigolo, Bruno Villabruna, Jacopo Virgilio, Elio Vittorini, Emilio Vivaldi, Irma Zampini, Antonio Zanotti, Emilio Zenoni, Gaetano Zini Lamberti".


MARIO PANNUNZIO

Mario Pannunzio era nato a Lucca nel 1910. La famiglia della madre apparteneva alla aristocrazia nera della città. Il padre era un avvocato abruzzese, militante comunista. Pannunzio però aveva studiato e si era formato a Roma frequentando, fin da giovanissimo, gli ambienti letterarie e artistici degli anni Trenta a cui si era accostato con lo spirito critico e il tono aristocratico della madre, insieme alla passione politica ereditata dal padre. Fra i frequentatori della celebre saletta del caffè Aragno, dove si raccoglieva l’intelligenza antifascista dell’epoca, egli si distingueva per il suo eclettismo. Si sarebbe tentati di dire che le influenze contrastanti dei genitori avessero sviluppato in lui il chiaro orientamento liberale, la fermezza di carattere, il disinteresse assoluto, l’eccezionale discrezione, la naturale riservatezza e amabilità di modi. In più un innato gusto artistico ed un rigore morale e di stile che trasparivano chiaramente nei giornali e nelle riviste che creò e diresse. Per un certo tempo si era dedicato anche alla pittura e al cinema come regista e sceneggiatore, ma la sua attività principale fu di carattere politico, culturale e giornalistico.

Nel 1932 fondò la rivista < Oggi > che dovette chiudere dopo pochi numeri per ragioni politiche. Collaborò quindi con Leo Longanesi alla redazione del primo rotocalco italiano < Omnibus >, o presto soppresso dalla censura fascista. La stessa sorte ebbero altri due settimanali: Tutto ed Oggi, diretti insieme ad Arrigo Benedetti. … Non fu autore di saggi, ma quello bellissimo su Tocqueville rimane un esempio di acuta penetrazione storico-politica. E lui, che aveva fatto i migliori giornali del dopoguerra, soleva dire di non essere un giornalista. Non era un facile battuta ma qualcosa che chiariva ed illuminava tutta la sua personalità. Non gli interessava il giornalismo come mestiere fine a sé stesso, la corsa alla notizia di attualità purché fosse tale, la preoccupazione di venire incontro alle inclinazioni del pubblico. Il giornale non era che lo strumento per raggiungere obbiettivi più alti; un impegno morale e politico per creare una società libera, civile, moderna, un mezzo per costringere la cultura italiana ad impegnarsi nella vita politica. Quindi politica, cultura, letteratura, giornalismo si identificavano nella figura dell’intellettuale.

- Gli intellettuali per noi – scriveva nel suo addio ai lettori de < Il Mondo > - non si trovano soltanto tra i poeti e i novellieri. Né tantomeno fanno parte di una corporazione privilegiata, separata dalle altre. L’intellettuale per noi è una figura intera. L’uomo politico, se non vuole essere un puro faccendiere, è anche esso un intellettuale che vive pubblicamente e che fa con naturalezza la sua parte nella società. -

Nel periodo clandestino partecipò alla resistenza e insieme ad altri amici fondò il Partito Liberale; nel dicembre 1943 fu anche arrestato e imprigionato a Regina Coeli per alcuni mesi, sfuggendo per caso alle Fosse Ardeatine. E la politica, sia pure espressa con i mezzi che gli erano propri, rimase per Pannunzio l’impegno preminente … Dopo la liberazione diresse il < Risorgimento Liberale > che fu considerato il più bel quotidiano politico del dopoguerra, fino alla sua uscita dal partito. E infine l’impresa eccezionale de < Il Mondo >

Da "I radicali e il Mondo" di Manlio Del Bosco, ERI, 1979, pag. 31


IL MONDO

Fondato da Mario Pannunzio, Il Mondo era nato nel febbraio del 1949.

…"Il clima di tensione della guerra fredda sembrava impedire non soltanto qualsiasi possibilità di dialogo fra le grosse formazioni, impegnate in una lotta muro contro muro, ma soprattutto non lasciava spazio a quei gruppi di democrazia laica e liberale che vedevano il rinnovamento civile e sociale del paese attraverso il metodo di razionali riforme secondo il modello delle democrazie occidentali. Era l’epoca della maggioranza assoluta democristiana e del pontificato di Pio XII; la vita civile e politica appariva bloccata in un immobilismo senza uscita; al generale conformismo verso il regime non si opponeva che lo schematismo sterile e settario del Partito comunista. Perciò il Mondo fu anche il giornale dei ribelli, di chi non accettava supinamente il metodo manicheo, di chi respingeva le soperchierie e le storture della vita italiana e si riconosceva nelle battaglie che il settimanale conduceva per i diritti civili contro il malcostume, le speculazioni, il sottogoverno. Un giornale indubbiamente di èlites, ma che esercitò un grande fascino fra i giovani."…

"La linea fondamentale de Il Mondo era chiaramente d’ispirazione crociana, come crociano era il suo direttore, ma era una linea aperta che, pur avendo presente l’insegnamento del maestro, si sforzava di recepire e risolvere i problemi del nostro tempo alla luce di un liberalismo rinnovato."…

"Confluivano nel giornale collaboratori di cultura e di orientamenti diversi che Il Mondo, attento e puntuale nel registrare ciò che ra degno di nota, nell’ attualità culturale , letterai, politica e di costume, accoglieva con superiore spirito liberale. " … "Le ampie stanze di Campo Marzio prima e di via Colonna Antonina, dove si faceva il Mondo, avevano le porte aperte ed erano una specie di salotto politoco-culturale dove la presenza di Pannunzio era sempre viva." " La sua redazione era ridotta al minimo. Partito Ennio Flaiano, che nei primissimi anni fu redattore capo, c’era Giulia Massari che, oltre a scrivere la settimanale rubrica – L’invitato -, leggeva i testi letterari, Alfredo Mezio che seguiva le inchieste di attualità e redigeva la critica d’arte e Nina Ruffini che si occupava degli articoli propriamente culturali. Verso le sette della sera nelle stesse stanze di redazione tanto diverse dai soliti uffici dei giornali, mentre il lavoro continuava, arrivavano uomini politici, intellettuali, giornalisti, collaboratori. Non c’era quasi giornalista italiano che dopo un viaggio di lavoro o una permanenza all’estero, non passasse da via Colonna Antonina a riferire a Pannunzio le sue esperienze e a sollecitarne l’opinione e il consiglio. Egli era forse il solo direttore di giornale in Italia che non andasse mai a trovare gli uomini politici, mentre essi venivano regolarmente da lui. " … " Il grande prestigio del giornale spiega il numero e la qualità di collaboratori italiani e stranieri. Apparvero sul Mondo, oltre a quella di Benedetto Croce e dei crociani Carlo Antoni e Vittorio De Caprariis, le firme di Luigi Einaudi, Carlo Sforza, Ivanoe Bonomi, Thomas Mann, Wilhelm Roepke, Stephen Spender, Angelo Tasca, Evelyn Waugh, Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Riccardo Bacchelli, Vitaliano Brancati, Corrado Alvaro, Tommaso Landolfi, Alberto Moravia, Truman Capote, Arturo Carlo Jemolo e moltissimi altri scrittori, studiosi, politici, letterati. "

E ancora, titolari di rubriche Antonio Cederna, Nicola Chiaromonte, Aldo Garosci, Guido Calogero, Giorgio Vigolo, Carlo Falconi, Marco Cesarini Sforza.. "…

"Non amava certo Croce, Ernesto Rossi, l’uomo che forse più di ogni altro collaboratore, contribuì a caratterizzare Il Mondo nelle sue battaglie economico sociali e nelle sue appassionate campagne anticlericali e per la moralizzazione della vita pubblica. Ernesto Rossi era un liberista d’antico stampo, allievo di De Viti De Marco e di Luigi Einaudi; credeva nella validità della libertà di mercato a condizione però che gli imprenditori rispettassero le regole del gioco, non si rimpinguassero con illeciti profitti creando monopoli a danno di consumatori, non intrallazzassero con il potere politico per ottenere favori e protezioni, non agissero quindi in condizioni di privilegio - per far meglio i comodi loro - . Le campagne di Ernesto Rossi contro le malefatte dei – padroni del vapore – " … " individuavano una delle principali cause dell’arretratezza del paese nel domino incontrastato di potenti gruppi economici. Ma i suoi strali si rivolgevano anche contro lo Stato imprenditore, quando, per la corruzione della burocrazia, sperperava il pubblico denaro. Indagando con cura, quasi con pignoleria, nel mondo intricato delle holding e dei monopoli privati nonché nei meandri oscuri della pubblica amministrazione, Rossi ne denunciava con un stile brillante, incisivo, a volte caustico, le piraterie, i maneggi, gli illeciti privilegi, le corruzioni. Alcuni episodi di malgoverno venivano raccolti anche nella speciale rubrica - Scandalusia - ."… "La collaborazione di Rossi al Mondo, durata circa tredici anni, fu uno degli atout del giornale. La sua efficacia, oltreché per l’importanza degli argomenti trattati, era dovuta alla capacità di rendere chiari e semplici, spesso divertenti, i più astrusi temi di economia, come le voci del bilancio di una società per azioni, i rendiconti di costi e ricavi, le più complicate manovre di borsa. Gli articoli di Rossi venivano impaginati con grande evidenza ed egli era il solo nelle stanze di via Colonna Antonina ad avere un ufficio ed un telefono tutto per sé. "

Gaetano Salvemini fu una voce essenziale della vita del Mondo, e Pannunzio si definiva un salveminiano, almeno per il metodo che " si riconosceva nella parte più propriamente giornalistica del Mondo. Le famose inchieste sugli aspetti più vari della realtà italiana erano un modello di indagine moderna, scrupolosa nella documentazione, aderente ai fatti e alle cose, espressa in forma asciutta ed essenziale - come il codice civile - . "… "Il ventaglio dei temi trattati nelle inchieste fu amplissimo: dai grandi problemi dello stato, dell’economia, della scuola, dei partiti, del mezzogiorno, alle piccole vicende della vita di provincia da cui, pure, si poteva ricostruire l’insieme della realtà del paese. "… "Gli editoriali, scritti perlopiù dai politici del gruppo indicavano le grandi linee della politica del mondo. Spesso erano ispirati dallo stesso Pannunzio e scaturivano generalmente da un colloquio a volte a più voci. Eccezionalmente uscivano anonimi quando l’urgenza del momento suggeriva di affidarli a uno dei due o tre giornalisti più a portata di mano e con i quali Pannunzio si intendeva senza spendere troppe parole. Allo stesso modo venivano scritti i – taccuini – di seconda pagina, sempre anonimi e non della stessa mano. Un benemerito dei taccuini fu Vittorio Gorresio che, per diciotto anni, ogni settimana, seguendo una specie di rituale, saliva al Mondo per accordarsi sugli argomenti da trattare nel numero in corso."

Da "I radicali e il Mondo" di Manlio Del Bosco, ERI, 1979 (pag. 33-41)


I Convegni degli Amici del Mondo

I. 12/13 Marzo 1955 – Italia: Roma (Palazzo Barberini) – "La lotta contro i monopoli"

II. Luglio 1955 – Italia: Roma – "Petrolio in gabbia"

III. 25/26 Febbraio 1956 – Italia: Roma (Teatro Eliseo) – "Processo alla scuola "

IV. Aprile 1956 – Italia: Roma (Teatro Eliseo) – "I padroni della città"

V. 12/13 Gennaio 1957 - Italia: Roma (Teatro Eliseo) – "Atomo e elettricità"

VI. 6/7 Aprile 1957 – Italia: Roma (Teatro Eliseo) – "Stato e chiesa"

VII. 22/23 Febbraio 1958 – Italia: Roma (Teatro Eliseo) – "Stampa in allarme"

VIII. Febbraio 1959 – Italia: Roma (Teatro Eliseo) – "Verso il regime"

IX . Aprile 1959 – "La crisi della sinistra"

X. 12/13 Marzo 1960 – Italia: Roma (Teatro Eliseo) - "Le baronie elettriche"

XI. 4/5 MARZO – Italia: Roma (Eliseo) – "La Borsa in Italia"