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Cronologia del Partito Radicale - 1964

GENNAIO

Italia: Roma

Agenzia radicale, ENI

GENNAIO

Italia Nasce il PSIUP (Partito socialista italiano di unità proletaria) da una scissione della sinistra socialista contraria al centrosinistra.

FEBBRAIO

Italia: Firenze

Antimilitarismo

GIUGNO

Italia Dimissioni del governo Moro e reincarico allo stesso.
LUGLIO/AGOSTO
Usa Rivolte dei neri.

AGOSTO

Italia

AR, Nuova sinistra

AGOSTO

Vietnam Bombardamenti americani sul Vietnam del nord.

SETTEMBRE

Austria/Italia

Antimilitarismo, Disarmo unilaterale

NOVEMBRE

Italia: Roma

Scuola

NOVEMBRE

Italia

Elezioni amministrative, Nuova sinistra

DICEMBRE

Italia Elezioni presidenziali

DICEMBRE

Italia

Il socialdemocratico Giuseppe Saragat viene eletto Presidente della repubblica

DOCUMENTI
La nota: il pericolo autoritario
Agenzia Radicale, 1 agosto 1964
Sintesi delle denuncie di Agenzia radicale sulla corruzione dell’ENI
Dal Libro Bianco 1967

LEGENDA TITOLI

rosso = transnazionale - blu = specifico nazionale -  verde = congressi o riunioni del PR



GENNAIO - Italia: Roma – Agenzia radicale, ENI

Da questo mese e fino al 1966, AR fornisce una serie di dati ignoti all’opinione pubblica, che denunciano collusioni tra l’ENI ed i vertici della DC e del potere politico a cominciare dal Presidente della repubblica Antonio Segni fino ai servizi segreti; il controllo dell’Ente su "organi di stampa (di ogni tipo), organismi di programmazione pubblica, organizzazioni e partiti di sinistra non meno di quelli di destra, che ha il potere di varare a suo beneplacito leggi e regolamenti, che fa e disfa ministri, che ha la pretesa di determinare… l’elezione del capo dello Stato, che ha rapporti strettissimi con l’alto clero, la polizia e l’esercito".
Sintesi delle denunce

FEBBRAIO - Italia: Firenze – Antimilitarismo

Alla "Conferenza Internazionale di Firenze per la pace ed il disarmo e la lotta anticoloniale" i radicali, insieme ai pacifisti inglesi ed americani, contrapposero un documento per lo scioglimento di ogni patto militare alla mozione finale (sostenuta tra gli altri dai rappresentanti delle federazioni giovanili del PCI, PSI e PSIUP e richiedente un patto di non aggressione tra la NATO ed il patto di Varsavia) .

1 AGOSTO – Italia – AR, Nuova sinistra

Un editoriale di AR esprime sinteticamente il senso politico del nuovo Partito radicale nel contesto italiano. Occorreva passare da un ruolo di "coscienza critica della sinistra" ad un ruolo di parte politica effettiva…"per tentare di ristabilire i termini di un confronto fra le componenti socialdemocratiche e comuniste della sinistra, di riconquistare gli obiettivi ideali e politici di una alternativa al partito cattolico."

SETTEMBRE - Austria/Italia - Antimilitarismo, Disarmo unilaterale

Il senatore socialdemocratico austriaco Hans Thirring, fisico nucleare, aveva proposto in giugno al Parlamento austriaco un articolato progetto di abolizione dell’esercito e disarmo unilaterale del suo paese, che prevedeva anche la smilitarizzazione di una fascia di territorio nei paesi confinanti. Il PR ed il CDACAE diffondono un appello per il sostegno della proposta che coinvolge anche direttamente l'Italia.
"L'appello fu diffuso a poche migliaia di copie, una dimensione esigua e inadeguata, ma imposta dagli scarsi strumenti finanziari a disposizione. In particolare, venne inviato a tutte le Amministrazioni comunali. Il momento non era favorevole; in Francia, militarismo e nazionalismo gollista prendeva quota (e i radicali lo indicavano come il vero pericolo per l'Europa democratica, molto più che non il militarismo tedesco, su cui si appuntava invece la polemica PCI); ma soprattutto, l'Italia subiva il travaglio della crisi del Sud Tirolo, dove l'oltranzismo filotedesco "inventava" per la prima volta la pratica di far saltare i tralicci dell'alta tensione, e si scontrava con la repressione di stampo militare del governo italiano. Ma nonostante tutto la risposta fu sorprendente; in poche settimane oltre 400 Consigli comunali, in maggioranza democratici e di regioni "rosse", aderirono, con deliberazioni ufficiali (in larga misura prese all'unanimità), e si associavano anche, come proponenti e promotori. In qualche caso l'autorità tutoria si oppose e annullò la deliberazione. Alle adesioni dei Comuni si unirono migliaia di firme di cittadini, in quella che fu probabilmente la prima iniziativa di massa promossa dal Partito Radicale. Tra le firme, fu sorpresa individuare quella di Vittorio Vidali, il "duro" esponente del comunismo degli anni '30, ancora a capo - quasi feudo personale - della Federazione del PCI di Trieste. "

I giornali e partiti della sinistra, nonostante le adesioni della base, ignorarono l’appello.

NOVEMBRE - Italia: Roma – Scuola

Una "Marcia della Scuola" organizzata da PR e ADESSPI vede, nonostante l’assenza di sindacati e partiti, migliaia di studenti e professori affrontare anche il divieto delle forze di polizia in una manifestazione pubblica in difesa della scuola.

22 NOVEMBRE – Italia – Elezioni amministrative, Nuova sinistra

Un volantino, diffuso come supplemento al numero 103 di AR per le elezioni amministrative, invita a votare per il PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, segretario Tullio Vecchietti), nonostante le riserve espresse sul perdurante frontismo dei partiti della sinistra. "Una spontanea convergenza si è verificata quasi ovunque fra i due partiti", si afferma. Essa rispecchia la posizione "attuale" del partito radicale, che ha come obiettivo fondamentale "il rinnovamento della sinistra italiana e la ricostruzione della sua unità per creare una chiara alternativa di potere alla Democrazia Cristiana". 

DICEMBRE - Italia – Elezioni presidenziali

I radicali appoggiano la candidatura del socialdemocratico Giuseppe Saragat quale "risultato di uno schieramento unitario di laici e socialisti in alternativa ai cattolici e il segno del movimento del socialismo democratico largamente rappresentativo delle masse operaie europee…" contro la candidatura di Amintore Fanfani, sostenuto dai cattolici ma pure dallo stesso PSIUP e dall’ala ingraiana del PCI.


Sintesi delle denuncie di Agenzia radicale sulla corruzione dell’ENI

Dal Libro Bianco 1967

"Ecco, in sunto, alcuni dei fatti che denunciammo, mai smentiti, anzi spesso confermati dagli stessi interessati:

1) l'AGIP aveva versato, in breve tempo, circa mezzo miliardo al settimanale di estrema destra "Lo Specchio", lo stesso che, lo si ricorderà, costituì un elemento essenziale della campagna contro Ippolito, e contro gli Enti di Stato (tranne l'ENI, naturalmente);

2) l'ENI aveva in pochissimi anni, solo attraverso l'AGIP, con operazioni contabili che avevamo individuato e che potevano e possiamo documentare, distorto dai suoi fini istituzionali, distribuito circa 20 miliardi per soffocare ogni libertà di stampa, indipendentemente dai potenti mezzi di pressione che gli derivavano dalla normale pubblicità commerciale;

3) l'ENI si apprestava a liquidare l'intero piano di insediamento di Europa Centrale, ed in particolare in Germania ed in Austria nel quadro di una politica di subordinazione oggettiva e di accordo con il potente cartello internazionale, attraverso cui non mancavamo di dare informazioni;

4) l'ENI, attraverso i suoi nuovi dirigenti, aveva ormai trovato una situazione di equilibrio e spesso di accordo con le forze economiche private confindustriali, realizzando nei settori SNAM e ANIC una politica di allineamento, di comportamenti consortili se non ancora di veri e propri accordi di tipo monopolistico;

5) si stava verificando un pieno inserimento, sotto la Presidenza Segni, del gruppo dirigente ENI nei pericolosi e poco chiari tentativi di tipo "doroteo" volti ad assicurare ""soluzioni di ricambio"" tecnocratiche in caso di impossibilità di proseguire una politica di Centro-Sinistra, che poteva apparire ancora davvero riformatrice; in particolare l'ENI si trovava in posizione strategica per controllare e paralizzare ogni controllo o ogni reazione di sinistra democratica, grazie alla riuscita opera di condizionamento, se non di vera e propria corruzione, della Sinistra e dei suoi apparati;

6) si era al punto in cui le lotte di lavoro aziendali, non solo venivano frenate e spesso impedite, anche da sinistra, ma, quando esplodevano, ci si trovava dinanzi al fatto inaudito che esse venivano taciute dalla stampa di sinistra, senza eccezioni. Citavamo già allora episodi di estrema gravità;

7) illustravamo la massiccia e riuscita opera di neutralizzazione di ogni forma di controllo, politica, parlamentare o governativa, sindacale o amministrativa, e la situazione di assoluta dipendenza in cui gli stessi ministeri preposti al suo controllo erano precipitati.

Si trattava di affermazioni fortemente documentate o motivate.

Parlamentari comunisti e socialisti presero inizialmente e spontaneamente contatto con il PR, per dare un seguito parlamentare e politico alla campagna. Ma erano parlamentari giovani e comunque periferici: dopo poco ci fecero sapere che i rispettivi partiti non consentivano loro, per vari motivi, le iniziative cui avevano pensato.

Sulla stampa non un solo rigo. Dall'estrema destra all'estrema sinistra, non una sola "fuga". Fu allora, in particolare come razione all'intollerabile comportamento nei confronti delle lotte sindacali in corso, che i radicali appoggiavano anche con picchettaggi, distribuzione di materiale, diffusione di notizie, che fornimmo un primo elenco delle sovvenzioni politiche destinate a provocare questi silenzi: ci limitammo ad un solo anno, ed alle sole voci iscritte nei ""bilanci riservati"" AGIP come ""collaborazioni redazionali"", che nulla avevano a che vedere con la normale pubblicità commerciale: la "Voce Repubblicana" era presente con circa 130.000 milioni, "Il Paese" per una somma molto maggiore, e, per somme minori variabili, "Il Tempo" e "La Civiltà Cattolica", "Il Mondo" e tutto l'arco, insomma, della politica italiana.

"Ma, in genere, si trattava di somme marginali, se comparate alle sovvenzioni convogliate con altre operazioni, verso l'ambiente cattolico".

Indicammo che per un "Comitato per le Nuove Chiese" presieduto dall'arcivescovo Montini si erano effettuati dei veri o propri falsi di bilancio di una società del gruppo per diverse centinaia di milioni (i dati sono in possesso della Magistratura), nel quadro di rapporti continui e stretti con gli ambienti vaticani e clericali assicurati dall'allora capo del personale del gruppo, dr. Restelli (oggi, tra l'altro, massimo dirigente della società editrice de "il Giorno"); individuammo perfino le vie bancarie e le modalità delle sovvenzioni urgenti dei periodi elettorali (la Magistratura ha perfino dei numeri di assegni bancari)... LB/AP1762

"Questa campagna (…) finì al contrario per essere proprio il fatto determinante delle ragioni di ostilità al nuovo gruppo da parte della dirigenza comunista e psiuppina (PSIUP), e a provocarne il suo isolamento politico. I radicali toccavano, con quell’iniziativa, un nodo che la sinistra tutta non poteva e non voleva attaccare: sia come questione pratica per il coinvolgimento degli stessi partiti di sinistra nel sostegno del centro di potere, sia anche, in termini più teorici, per il rifiuto di mettere in discussione il significato concreto dell’economia pubblica al di là degli schemi ideologici.

Nonostante l’apertura di un’inchiesta della Procura della repubblica di Roma (maggio ’64) e nonostante il sostegno che dall’interno dell’Ente venne dato ai radicali da alcune forze sindacali, la campagna rimase senza seguito per il silenzio e la difesa ad oltranza che forze politiche e stampa assicuravano all’Ente."


LA NOTA: IL PERICOLO AUTORITARIO

AGENZIA RADICALE, 1 agosto 1964

SOMMARIO: Una intera generazione di democratici, di azionisti e di radicali si è opposta nel passato ai cedimenti della sinistra nei confronti della DC senza però volere e neppure tentare di dar corpo e forza politica alla propria opposizione. Il "nuovo" partito radicale si differenzia proprio per la sua decisione di costituirsi come "parte politica" per tentare di ristabilire i termini di un confronto fra le componenti socialdemocratiche e comuniste della sinistra, di riconquistare gli obiettivi ideali e politici di una alternativa al partito cattolico.

"E' stato Riccardo Lombardi, nell'ultimo comitato centrale del PSI, ad ammonire che ogni pericolo autoritario fa perno sulla DC, passa all'interno della DC, non può essere ricordato o temuto fuori delle scelte di questo partito, non può essere attribuito a mitiche forze politiche e a movimenti di opinione pubblica operanti alla destra del mondo cattolico.

E' la stessa convinzione con la quale abbiamo sempre giustificato la nostra opposizione di radicali al centrosinistra ed alla politica dell'incontro con i cattolici e le nostre critiche ai cedimenti dei partiti di sinistra nei confronti della DC. E' forse anche la ragione delle accuse di "radicalismo" era rivolta a Riccardo Lombardi dall'interno del suo stesso partito.

E' dalla scomparsa e dallo scioglimento del Partito d'Azione, che di volta in volta quando la situazione politica diventa difficile e le scelte drammatiche si riformano all'interno dei partiti di sinistra o fuori di essi, gruppi correnti o movimenti di opposizione tendenti a contrastare scelte politiche che giustamente sono interpretate come cedimenti.

E' l'ala radicale della sinistra non comunista che sempre si riforma e sempre in modo diverso, lasciandosi dietro di volta in volta vecchi esponenti e acquistandone dei nuovi. Ma sempre per opporsi alle scelte degli altri, sempre per fermare la logica di scelte che ci si era illusi potessero essere diverse nel loro contenuto e nei loro sviluppi.

E' un mondo intellettualmente idealmente e politicamente ricco, che tanta importanza ha avuto nella lotta contro il fascismo, quando fu la più importante componente non comunista della resistenza, e tanti servizi ha reso al paese nel dopoguerra (basterebbe ricordare l'opposizione di Unità Popolare alla legge truffa e l'azione del Partito Radicale dal '56 al '58). Ma una intera generazione di azionisti, di democratici, di radicali non ha mai voluto, non mai tentato effettivamente, non è mai riuscita a dar corpo e forza politica alla propria opposizione. E quando lo ha tentato ha rapidamente abbandonato il tentativo come è avvenuto per il Partito d'Azione prima, per Unità Popolare poi, per i radicali del Mondo e dell'Espresso infine. Di qui il costante criticismo, di qui un atteggiamento più negativo e denunciatario che costruttivo, di qui la ricorrente tentazione a sentirsi "coscienza critica della sinistra" senza costituirsi parte politica della sinistra.

Ciò che di differenzia da questa generazione di democratici è proprio il fatto che ci siamo costituiti "parte politica", riprendendo con continuità quel tentativo di rottura della lunga tradizione conservatrice del nostro paese che fu operato dal Partito d'Azione nell'immediato dopoguerra e successivamente interrotto e condannato al fallimento dal possibilismo dell'On. Togliatti e del Partito Comunista.

Nella modestia dei mezzi e nella difficoltà dell'azione il Partito Radicale si sforza, giorno dopo giorno, di ristabilire i termini di un confronto con le altre componenti della sinistra, quella socialdemocratica e quella comunista; di ricostruire il tessuto di un discorso e di una prospettiva unitari; di riconquistare gli obiettivi ideali e politici di una alternativa al partito cattolico. Scopo che non è possibile proseguire senza tener conto di trent'anni di divisione del movimento operaio; che non può identificarsi con l'unità strumentali della tradizione frontista; ma che non può neppure essere indefinitamente rinviato all'insorgere di pericoli autoritari.

Siamo sempre più convinti della validità di questo lavoro. Il riformarsi, all'interno del PSI, di una opposizione "radicale" ne è certamente una prova.