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Cronologia del Partito Radicale - 1967

Gennaio
Italia Occupazioni delle università da parte degli studenti.
GENNAIO
Italia: Roma Anticlericalismo, appello
Febbraio
USA Il presidente americano Johnson rifiuta di aprire le trattative di pace in Vietnam
FEBBRAIO
Italia: Roma Anticlericalismo, Manifestazione
FEBBRAIO
Italia: Roma
(Teatro Adriano)
Anticlericalismo, assemblea
FEBBRAIO
Italia: Roma Anticlericalismo, Manifestazione
MARZO
Italia: Roma Commissione precongressuale
MARZO
Italia: Milano Convegno sulla scuola
MARZO
Italia: Roma Nuova sinistra
Aprile
Grecia Colpo di stato dei colonnelli, con l'appoggio del re Costantino.
APRILE
Italia: Roma Anticlericalismo, Aborto
APRILE
Italia: Roma Sessualità, Anticlericalismo
APRILE
Italia: Roma Polonia, Anticlericalismo
APRILE
Italia: Roma Antimilitarismo, Commissione precongressuale
APRILE
Italia: Roma Media, querela
MAGGIO
Italia: Bologna (Sala Bossi) III CONGRESSO PR (straordinario)
MAGGIO
Italia: Roma Spagna, odc
MAGGIO
Italia: Roma Antimilitarismo
MAGGIO
Italia: Bologna, Milano Divorzio, LID
MAGGIO
Italia: Roma Antimilitarismo

GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE

DOCUMENTI
Invito/appello per la campagna ‘1967 Anno Anticlericale’ - gennaio 1967
Statuto del Partito Radicale – maggio 1967
Radicali: Bilancio di un Congresso. Intervista a Marco Pannella - 21 maggio
LEGENDA TITOLI
rosso = transnazionale - blu = specifico nazionale -  verde = congressi o riunioni del PR

15 GENNAIO - Italia: Roma – Anticlericalismo, appello

Con un appello, diffuso in 50.000 copie, viene lanciato per il 1967 l’- anno anticlericale -. "I due maggiori temi furono quelli per l'introduzione del divorzio e contro le evasioni fiscali della Santa Sede. E su di essi i radicali promossero convegni a tavole rotonde in vari centri della penisola."
Già nei primi mesi dell’anno giungono al PR oltre duemila tra lettere e contributi a sostegno della campagna, che riuscirà così ad autofinanziarsi.
Accanto a cittadini di ogni condizione e di ogni zona del Paese, rispondevano esponenti politici e parlamentari come Ernesto Rossi, Umberto Terracini, Loris Fortuna, Vittorio Vidali, Giuseppe Perrone Capano e Fausto Nitti, docenti e personalità come Adriano Buzzati-Traverso, Carlo Cassola, Fausto Gullo, Paolo Milano, Gabriele Pepe, Luigi Piccinato, Max Salvadori, Mario Gliozzi, Luigi Rodella, Giuseppe Tucci, Giovanni Ozzo, Mario Boneschi ed altri.

11 FEBBRAIO - Italia: Roma – Anticlericalismo, Manifestazione

Nella ricorrenza dei Patti Lateranensi, viene deposta una corona d'alloro davanti alla "breccia di Porta Pia". Interviene la polizia che rimuove la corona e denuncia tre militanti radicali (Marcello Baraghini, Antonio Azzolini e Giorgio Moroni) con l'accusa di "manifestazione sediziosa" e di "collocamento di scritte non autorizzate". Protesta nonviolenta di quattro militanti che si siedono per terra dinanzi alla questura esibendo i cartelli. Pannella entra nel cortile della questura ove si siede fino a quando i poliziotti non lo portano via.

Interrogazioni parlamentari alla Camera e al Senato.

12 FEBBRAIO - Italia: Roma (Teatro Adriano) – Anticlericalismo, assemblea

Mentre numerosi ostacoli nelle Commissioni parlamentari vengono frapposti all’approvazione del progetto di legge per il divorzio e lo stesso Paolo VI interviene in difesa della indissolubilità del matrimonio, si svolge la prima manifestazione dell'Anno anticlericale, organizzata dal PR in occasione del 38° anniversario del Concordato.

L’assemblea, a cui partecipano circa 2000 persone che stipano il Teatro, si apre "con la commemorazione di Ernesto Rossi, che avrebbe dovuto presiederla e che è purtroppo scomparso pochi giorni addietro. - Ernesto Rossi è con noi - era scritto sotto il palco della presidenza. - La sua morte - si è detto aprendo la riunione - ci ha lasciato addolorati e sconvolti. Sappiamo che, per noi, l'unico modo di commemorarlo degnamente è quello di proseguire quella battaglia laica, che con i suoi scritti e con la sua opera fino all'ultimo momento non ha mai cessato di combattere". .

"Loris Fortuna ha affrontato il problema della rilevanza giuridica e istituzionale del concordato ai fini dell'approvazione del suo progetto di legge. Il problema di fondo sta nel renderci conto dei limiti della pressione dell'autorità religiosa sul diritto di autodeterminazione politica. L'on. Pannella ha rivolto un appello a tutti i partiti della sinistra italiana perché fondino tra loro unità e l'alternativa democratica oltre ogni scontato colloquio anche nella lotta anticlericale." A chiusura della manifestazione, una folla di oltre cinquecento persone si è recata a Porta Pia per collocare nuovamente davanti alla storica breccia una corona di alloro.

17 FEBBRAIO - Italia: Roma – Anticlericalismo, Manifestazione

Manifestazione "Un fiore per Giordano Bruno" a Campo dei Fiori.

11/12 marzo - Italia: Roma - Commissione precongressuale

La riunione preparatoria del congresso discute di:

  • a) - Definizione delle linee fondamentali del regolamento congressuale
  • b) - Criteri per la stesura del rapporto al Congresso della Commissione
  • c) - Approvazione del documento ‘‘esterno'' per il lancio del Congresso
  • d) - Discussione dello statuto

Si stabilisce tra l’altro "che ai partecipanti non iscritti al Partito sarà assicurato il diritto di parola e di iniziativa sia durante i lavori in commissione che in assemblea". Si dovrà inoltre "predisporre uno schema di statuto ‘‘federativo'' da sottoporre al Congresso come indicazione politica che già realizzi, nella misura del possibile e concretamente fattibile, i risultati del dibattito fin qui svolto sul "partito moderno".

18/19 MARZO – Italia: Milano – Convegno sulla scuola

Il convegno, promosso dalla sezione milanese del PR, è una prima panoramica di temi e di problemi da proporre alla iniziativa politica della sinistra in questo settore.

MARZO - Italia: Roma – Nuova sinistra

Su una richiesta di colloqui avanzati dai radicali, riprendono i rapporrti con il PCI. "La direzione incaricò l'on. Macaluso di tenere i rapporti con il PR, incarico passato poi ad Achille Occhetto. Tre volte le delegazioni del PCI e del PR si incontrarono nel corso della primavera: al primo colloquio parteciparono Macaluso e Modica (PCI) e Spadaccia, Mellini e Pergameno (PR); al secondo Napolitano e Macaluso (PCI) e Spadaccia e Pergameno (PR), al terzo Macaluso ed Occhetto (PCI) e Pannella, Spadaccia, Mellini e Pergameno (PR).
I radicali, che avevano sollecitati gli incontri, chiarirono che non avevano proposte specifiche da avanzare al PCI se non una richiesta politica di carattere generale e preliminare: quello cioè che si desse luogo a - rapporti improntati a reciproca lealtà, a obiettività di informazione ed a franco dibattito anche su problemi dove potesse manifestarsi, il dissenso -. I colloqui si conclusero positivamente con un reciproco impegno delle due delegazioni in questo senso.
Dopo la parentesi congressuale, tuttavia, alla disinformazione e distorsione delle notizie pubblicate dall'Unità in riguardo all'attività radicale, alla discriminazione nei confronti del PR in tutte le manifestazioni unitarie, faceva riscontro la difficoltà incontrata dalla segreteria del PR a riprendere e sviluppare i colloqui. Il segretario del PR non poteva allora prendere atto ed in tal senso scriveva una lettera ad Achille Occhetto ed all'Ufficio politico."

APRILE - Italia: Roma – Anticlericalismo, Aborto

Manifestazione contro l'aborto clandestino, durante la benedizione papale.
Racconta Carlo Silvestro: "Andammo dunque in piazza San Pietro per la solita messa papale assieme ad altre 200.000 persone e ci facemmo avanti, fin sotto il più possibile al sacro balcone per portare i nostri cartelli e le nostre preghiere che dicevano – LUNGA VITA AL SANTO PADRE – I FEDELI DI TURBIGO AUGURANO FELICITÁ AL PAPA – E così via. Tutti ci lasciavano passare, commossi che dei giovani così - trasandati - e apparentemente – cattivi –fossero peraltro tanto fedeli… Riuscimmo in un paio d’ore a portarci in prima fila, appena dietro il reggimento di turno che formava la prima riga e tra cui ovviamente non era nemmeno il caso di passare. Lì aspettammo pazientemente che il santo padre si affacciasse per la benedizione… e che i nostri fotografi, avvertiti per tempo, avessero modo di appostarsi per bene. Quando finalmente l’ora X scoccò noi abbassammo i nostri alti ed eleganti cartelli e ne strappammo il primo foglio. Sotto si leggeva - UN MILIONE DI ABORTI L’ANNO – TRENTAMILA DONNE MUOIONO DI ABORTO CLANDESTINO – VOGLIAMO LA PILLOLA – SI’ AL CONTROLLO DELLE NASCITE -. Fiorivano a nuovo i nostri cartelli e si ponevano come più interessante lettura all’uomo che ancora oggi è responsabile della esplosione demografica che distrugge il pianeta. La consegna era di restare così tre minuti, poi abbandonare tutto e fuggire. La cosa andò estremamente liscia, al di fuori che per la Marcellotta che fu scoperta da un gruppo di suore che la voleva linciare cristianamente e che fu slavata con decisione da Pannelik. (da Underground a pugno chiuso, Arcana, 73)"

Foto

APRILE - Italia: Roma – Sessualità, Anticlericalismo

Dibattito organizzato assieme all’AIED (Associazione Italiana Educazione Demografica) su "Sessuofobia e clericalismo". Relatori: Luigi De Marchi, Fausto Antonini.

6 APRILE - Italia: Roma – Polonia, Anticlericalismo

In occasione della visita in Italia del presidente della Polonia, Ochab, il PR esibisce dietro al picchetto d’onore cartelli, in polacco, di saluto ma anche di critica per le "rivendicazioni clericali" in Polonia come: "Polacchi, attenti al concordato!".

15/16 APRILE - Italia: Roma – Antimilitarismo, Commissione precongressuale

Dibattito su "Politica di potenza degli stati nazionali e politica democratica di classe contro l'imperialismo ed il nazionalismo".
Relazioni dell'on. Dario Valori, del dr. Alberto Benzoni, dell'on. Di Primio e di Marco Pannella. Presenti nel dibattito tutte le componenti della sinistra.

19 APRILE - Italia: Roma – Media, querela

"… il segretario nazionale del PR, Marco Pannella, presentò querela per diffamazione contro l'estensore di una notizia pubblicata nel n. 15 del settimanale del PSIUP, 'Mondo Nuovo' e contro il direttore responsabile della pubblicazione stessa, con la concessione della più ampia facoltà di prova. L'articolo affermava che Pannella, in occasione delle manifestazioni avvenute a Roma durante il soggiorno del vicepresidente americano Humphrey, aveva assistito in compagnia di giovani di "Nuova Repubblica" dal balcone della sede di questo movimento, dileggiando e provocando i manifestanti. Un comunicato diramato dalla Direzione del PR, precisò che Pannella si era trovato in quella sede per partecipare ad un dibattito sul divorzio e che tra gli undici iscritti al PR fermati e denunciati per gli incidenti con la polizia "era anche Pannella, trattenuto nei locali della polizia del primo distretto di Roma, da prima delle 20 a dopo le 24". Il comunicato ricordò la lunga collaborazione tra i due partiti, concretatasi anche in accordi elettorali e affermò che lo scritto di 'Mondo Nuovo' era l'ultimo episodio di una campagna condotta dal periodico contro le iniziative laiciste del PR."

12/13/14 MAGGIO - Italia: Bologna (Sala Bossi) - III CONGRESSO PR (straordinario)

Pur mantenendosi nella numerazione congressuale precedente, questo congresso costituisce una vera e propria rifondazione, con nuove forme organizzative e un nuovo statuto, articolazione federativa in autonomi partiti regionali, l'accentuazione di precedenti obbiettivi libertari e l'adozione di nuovi. Tema del congresso fu "I radicali per l’alternativa laica" Intervista a M. Pannella

" Dei duecento delegati radicali, solo un terzo aveva partecipato ai primi due congressi. L'età media era inoltre abbastanza bassa: la metà dei delegati era al di sotto dei trent'anni. Alcuni delegati erano stati eletti nelle elezioni amministrative nelle liste del PCI e del PSU (il partito socialista unificato, sorto dalla riunificazione del PSI e PSDI). Il documento di convocazione così impostava il dibattito: "I problemi posti dalla nuova realtà interna ed internazionale sono problemi comuni a tutta la sinistra. I motivi di dibattito e di confronto su di essi non dividono e non contrappongono rigidamente, come nel passato, i partiti di questo schieramento politico, ma passano attraverso ciascuno di essi, del repubblicano non meno che del socialista, del comunista non meno che del radicale e del socialproletario. … Per queste ragioni, relazioni su argomenti di particolare interesse ai fini di questo dibattito, sono state sollecitate a personalità indipendenti e ad esponenti politici e parlamentari degli altri partiti. Per queste stesse ragioni si è deciso che il III Congresso nazionale del partito radicale sarà un congresso aperto alla partecipazione dei militanti di altri partiti della sinistra e di democratici indipendenti."

Le relazioni dei parlamentari Boldrini del PCI sulla politica estera e militare della sinistra, Ballardini del PSU, sull'affermazione dei diritti civili e la politica della sinistra, Anderlini socialista autonomo, sui lineamenti e gli obiettivi della politica economica della sinistra, furono lette da congressisti in assenza degli stessi relatori, per differenti motivi di ordine pratico. "A portare il saluto del PCI fu delegato il membro del comitato centrale del partito, Sergio Cavina che si espresse in termini positivi a proposito dei rapporti fra PCI e PR; un paio di mesi prima del congresso si era iniziata, su proposta dei radicali, una serie di incontri a livello dirigenziale fra i due partiti."

Nella mozione approvata si invitano "... tutti i cittadini democratici a sostenere nel paese il superamento del nazionalismo, l'anticlericalismo, l'antimilitarismo, la lotta per i diritti civili..."
Relativamente alla prospettiva internazionalista una specifica commissione afferma il collegamento con altre forze non nazionaliste, rifiutando i miti della solidarietà nazionale anche nella sua variante a sinistra, dei fronti popolari. In particolare prevale l'orientamento a caratterizzare l'azione del PR nella lotta antimilitarista, considerata anche la difficoltà per un partito di minoranza di portare un contributo autonomo sul piano diplomatico.

Mozione approvata

Organi eletti
Segretario: Gianfranco Spadaccia
Tesoriere: Andrea Torelli

Direzione nazionale: Leonida Balestrieri, Angiolo Bandinelli, Marcello Baraghini, Domenico Baroncelli, Giovanni Bombaci, Luca Boneschi, Luigi Del Gatto, Gianfranco Donadei, Gianni Lanzini, Giuseppe Loteta, Carlo Oliva, Marco Pannella, Silvio Pergamano, Aloisio Rendi, Franco Sircana, Stefano Silvestri, Sergio Stanzani, Lorenzo Strik Lievers, Massimo Teodori.

MAGGIO - Italia: Roma – Spagna, odc ?

Manifestazione "davanti all'ambasciata di Spagna con l'anarchico Pinki e il radicale-provo Luca Bracci, inondati dagli idranti della polizia."

19 MAGGIO - Italia: Roma - Antimilitarismo

"La Direzione del PR diffonde un appello in cui - in vista della gravità della situazione internazionale (guerra del Vietnam ndr.), si invitano le forze democratiche a rinnovare la lotta antimilitarista e pacifista in Italia, avente come obiettivo l'effettiva conversione delle strutture militari in strutture civili di pace -. La commissione giovanile nazionale del PR (sic!) invia la propria adesione alla manifestazione di protesta "contro l'ingiustificata invasione, da parte di truppe USA, della zona smilitarizzata al confine con il Vietnam del nord".

21 MAGGIO – Italia: Bologna, Milano - Divorzio, LID

Manifestazioni per il divorzio.

24 MAGGIO - Italia: Roma - Antimilitarismo

Manifestazione all'interno dell’Altare della Patria in Roma. Partecipano esponenti del PR, scrittori e giornalisti, democratici, pacifisti e anarchici. "Perché non vi siano più guerre, perché non vi siano più militi ignoti". Viene deposta una corona con la scritta:
"1917-1967: nel Vietnam continuano ad assassinarti - Partito Radicale".
Durante la manifestazione si svolge un "teach-in" sull’antimilitarismo e sul "diritto civile" di considerare luoghi tradizionalmente "ufficiali" come patrimonio di tutti i cittadini.

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Invito - appello per la campagna ‘1967 - Anno Anticlericale’

Egregio Signore,

Domenica 12 febbraio alle ore 9,30 nel teatro Adriano di Roma, si terrà una pubblica manifestazione anticlericale nel corso della quale prenderanno la parola per richiedere la denuncia del Concordato tra Stato e Chiesa l'avv. Mario Berutti, Procuratore generale onorario della Corte d'Appello, l'avv. Mario Boneschi, l'on. Loris Fortuna, il dr. Marco Pannella della segreteria Nazionale del Partito Radicale. Saranno invitati a portare un saluto i rappresentanti di tutti i partiti laici, delle associazioni culturali laiche e dei sindacati democratici.

Questa manifestazione sancirà l'inizio di una campagna che ci auguriamo vigorosa e popolare, contrassegnata dallo slogan "1967 - Anno Anticlericale". Essa dovrà concludersi con una grande manifestazione di massa il 20 settembre 1967; ci auguriamo che da quella data si possa contare sull'autonoma ripresa della battaglia laica, ovunque, in Italia, ad opera di ogni altro gruppo e partito laico.

Raccogliendo l'invito pervenuto da più parti, il Partito Radicale ha deciso di prestare a questa iniziativa un incondizionato appoggio. Sarebbe stato certo auspicabile che altri partiti si fossero assunti anch'essi la responsabilità di sollecitare la doverosa rinascita dei temi ideali e delle grandi battaglie civili che rappresentano una insuperabile conquista storica dell'intero movimento democratico in tutte le sue componenti, socialista, libertaria, repubblicana e liberale. Purtroppo sinora questo non è stato possibile.

Si è tentato per decenni di accreditare il mito di un anticlericalismo "vieto" e anacronistico: se ne è voluta fare di volta in volta, l'espressione di volontà reazionarie contro l'ipotesi di una "unità rivoluzionaria" delle grandi masse clericali e socialiste; o di estremistiche "malattie infantili" del movimento di liberazione dell'uomo, precedenti una più scientifica ed efficace versione del socialismo; o, ancora, di antiquate analisi della realtà storica contemporanea, che dovrebbe invece affidare ogni possibilità di progresso solo alla lotta per la realizzazione di nuove strutture economiche e produttive della società.

In realtà, si è così reso il laicismo sterile, subalterno e senza contenuto. Da decenni, e più che mai, in Italia, da venti anni, la rivendicazione laica s'è così ridotta a vuota declamazione o a specioso pretesto da parte di una classe dirigente che confonde il laicismo con l'agnosticismo sistematico e con il rifiuto di una chiara dimensione reale e concreta della battaglia politica per l'emancipazione dell'uomo.

Noi affermiamo che questo "laicismo" è - esso - vieto e menzognero; ridotto a puntuale compagno di strada della mostruosa ripresa clericale in atto nel nostro paese, ne risulta corrotto e una volta di più stremato moralmente e politicamente. Non vale forse nemmeno la pena di ricordare che non vi è settore della vita pubblica italiana che non esiga un preciso impegno anticlericale perché il nostro paese conosca le vie del progresso civile e dell'allineamento alla realtà sociale contemporanea.

Nella scuola pubblica ogni giorno più in crisi e inadeguata; nelle famiglie, soffocate dalla subordinazione della legge dello Stato a quella del diritto canonico, applicata dagli organi giudiziari vaticani; dall'assistenza e dalla previdenza pubblica, che sono state sacrificate e sconvolte dalla restituzione del monopolio assistenziale al mondo clericale, che ne trae smisurati vantaggi e ne snatura le finalità e le giustificazioni democratiche e umanitarie; all'immenso peso della speculazione finanziaria, che rischia di condizionare interamente qualsiasi tentativo di seria e responsabile riforma nel settore del credito e di quello di una moderna ed efficiente fiscalità.

Una franca e recisa proposta anticlericale, deve quindi essere nuovamente avanzata, organizzata, imposta allo schieramento democratico. L'alibi di un popolo insensibile, di un paese irresponsabile, di un laicismo necessariamente agnostico e solo pre-politico, cela la realtà di una classe dirigente "laica", pavida, subalterna, molto più retrograda ed incapace dei cittadini che pretende di esprimere e dirigere.

La qualificazione politica anticlericale deve essere restituita a pieno titolo come espressione necessaria degli ideali laici.

A questo fine, abbiamo cominciato ad elaborare un primo schema di programma. A titolo d'esempio, a Roma, parallelamente all'oneroso lavoro d'organizzazione del convegno dell'Adriano, si stanno individuando le azioni di manomissione compiute contro monumenti e lapidi che testimoniavano per pubbliche deliberazioni le secolari tradizioni di oppressione del potere clericale. A partire dal 12 febbraio con piccole manifestazioni verranno riapposte lapidi, reintegrate iscrizioni, che ricordano l'assassinio di eretici, massoni, di carbonari e patrioti nella città. A Mentana, dove il sacrario garibaldino è praticamente chiuso, in quest'anno in cui ricordare il centenario della battaglia, se è possibile nel pomeriggio del 12 febbraio, converranno forze laiche, repubblicane e popolari per un grande comizio commemorativo e di protesta laica. Si stanno studiando le possibilità di pubblicare raccolte di scritti anticlericali, rievocazioni storiche, ecc...

L'organizzazione di un raduno di almeno 10.000 persone per il 20 settembre non può tardare, se non vogliamo esporci al rischio di un insuccesso.

Di conseguenza è necessario che questa serie di iniziative si organizzi attorno all'autonomo e diretto contributo, di denaro, di energie, di suggerimenti di quanti sentono il valore e la necessità di questo programma. Rivolgiamo un vivo e pressante appello a tutti gli amici laici e democratici, alle cittadine e ai cittadini di buona volontà, non rassegnati ad essere sudditi di una repubblica vaticana, espressione delle peggiori forze clericali del mondo.

Le difficoltà finanziarie sono grandi: una manifestazione come quella dell'Adriano a Roma, che dovremo ovviamente ripetere nelle altre città, pur organizzata modestamente, non costerà meno di un milione. Il semplice invio in Italia di 50.000 lettere costa almeno altrettanto. Cifre analoghe se non maggiori sono necessarie per pubblicazioni e manifesti. Apriamo dunque una pubblica sottoscrizione che consenta agli organizzatori di non vedere vanificato il loro lavoro. Terremo continuamente informati gli amici ed i sottoscrittori non solo dell'esito della sottoscrizione, durante il suo svolgimento, ma anche del modo in cui saranno spese, integralmente in attività, le somme così reperite. Ciascuno contribuisca secondo le proprie possibilità. Le modalità di versamento sono lasciate alla preferenza dei sottoscrittori: dall'invio di francobolli, al versamento in conto corrente (sui moduli acclusi) o anche a quelle dell'invio di assegni postali o di somme raccomandate. Preghiamo i sottoscrittori di indicarci in che modo dovrà comparire il loro nome nei rendiconti: se per esteso (nome e cognome) o per iniziali o per altre qualificazioni. Le lettere dovranno essere inviate a Roma, al "Fondo Autonomo per l'Anno Anticlericale".

Questo primo concreto sforzo di organizzare su vasta scala l'incontro dei veri laici italiani è dunque principalmente affidato al senso di responsabilità di ciascuno di loro.

Il Partito Radicale intende figurare in questa iniziativa solo in quanto esecutore organizzativo per conto dei cittadini laici, indipendenti od iscritti ad altri partiti. Come già per altre occasioni, esso rispetterà integralmente l'autonomia di quest'azione. Il lavoro di promozione e di servizio verso la Lega Italiana per l'Istituzione del Divorzio oggi chiaramente indipendente ed espressione dell'incontro di cittadini dell'intero arco laico, può costituire un utile esempio dello spirito che ci anima anche in questo campo.

Che il Partito Radicale apra la sua campagna per il tesseramento del 1967 sotto l'egida dell'"Anno Anticlericale"; che il suo imminente III Congresso Nazionale ne faccia il suo tema centrale; che ovunque i radicali siano invitati a dedicare con assoluta priorità le loro energie a questa iniziativa, non costituisce altro che l'apporto autonomo e doveroso che alcuni dei promotori si impegnano a fornire all'obiettivo della ripresa laica nel Paese.

Ci auguriamo che la campagna per l'Anno Anticlericale contribuisca a superare definitivamente l'operato di una classe dirigente che ha preteso d'amputare la lotta dello schieramento democratico, in tutte le sue tradizionali e vigorose componenti, dalle storiche conquiste di libertà e di modernità dell'anticlericalismo. Ci auguriamo che la rassegnazione, la passività, il senso colpevole di impotenza o di sconfitta, vengano definitivamente rimossi dalle nostre file.

In questa occasione, siamo certi che la nostra fiducia nella coscienza e nella responsabilità del paese si troverà ricambiata e giustificata.

Nell'inviarle i nostri auguri ed il nostro rispettoso saluto, La preghiamo, egregio signore, di risponderci a stretto giro di posta, fornendoci anche suggerimenti e proposte, e di sostenere attivamente questa difficile e importante iniziativa. "


"Lo statuto del 1967 configurava una organizzazione aperta del partito, a carattere federativo e libertario incentrato su entità autonome qualificantesi organizzazioni regionali con norme e caratteristiche di partito; formule associative libere, adesioni individuali e collettive anche limitate nel tempo e su specifici obiettivi; i congressi nazionali federativi deliberanti su pochi punti ritenuti vincolanti per tutti gli scritti se votati con maggioranza qualificata dei tre quarti dei presenti; assenza di vincolo degli eletti in assemblee legislative e amministrative; elezione diretta di un responsabile della politica finanziaria, il tesoriere, e bilanci rigorosamente pubblici.

Il concetto su cui si basava quello statuto era la contemporanea presenza, istituzionalizzata, di dati autonomistici associativi di base e l'impegno comune unitario su poche battaglie, cosicché fosse eliminato ogni motivo ideologico, sistematico e permanente di adesione all'organizzazione politica. L'autofinanziamento stava a significare il rifiuto del partito dei professionisti della politica e il rapporto tra battaglie da fare e consenso materialmente espresso su di esse da parte dei cittadini coinvolti con l'anticipazione della successiva posizione contro il finanziamento pubblico sotto forma di danaro; l'autonomia e il potenziamento della figura del tesoriere rispetto a quella dei partiti tradizionali sottolineava il valore della politica finanziaria legata strettamente alle scelte politiche e come presupposto di esse; l'autonomia delle associazioni (e delle forme associative) raccolte in partiti regionali che a loro volta si confederavano in un partito nazionale (e non un partito nazionale con organizzazioni regionali) si contrapponeva alla struttura per province e piramidale su cui tutti gli altri partiti si modellavano, e anticipava l'ordinamento regionale non ancora attuato.

Il meccanismo istituzionale del partito, attraverso la sua forma statutaria, intendeva quindi assumere il valore di proposta politica all'intera sinistra, proprio in un momento in cui le forme di organizzazione tradizionali venivano messe in crisi dall'emergenza di nuovi movimenti sociali. "Questo perché" - si leggeva in un'intervista su "Astrolabio" all'indomani del congresso "un partito che sia esso stesso per primo laico non deve pretendere di fornire una risposta, comune e obbligatoria su tutti gli aspetti della lotta politica, ma solo su quelli che appariranno maturi e risolti nella coscienza generale dei militanti". (15)

Ma, per passare dalla costituzione formale a quella materiale ci vollero molti anni e solo allorché una serie di iniziative divennero di importanza generale e nazionale (dopo il 1974), e il partito passava dal piccolo e compatto gruppo alla costellazione di alcune migliaia di militanti solo allora la configurazione libertaria cominciò a trovare concreta attuazione, non senza incontrare difficoltà e contraddizioni.

I Nuovi Radicali – AAVV – p. 106 - AP1322


" Nonostante la minoranza dei congressisti si schierasse per un'impostazione più tradizionale del partito, il PR si diede uno statuto atto a regolarne la insolita impostazione politica.

Nello statuto venne stabilito che il partito radicale è un partito federativo, "costituito dagli iscritti al partito, dagli iscritti nelle associazioni non radicali aderenti a livello regionale, dalle associazioni radicali, dai partiti radicali regionali, dalle associazioni o gruppi aderenti a livello regionale, dalle associazioni o gruppi aderenti a livello federale. Gli organi del partito federale sono il congresso, il consiglio federativo, il segretario e la giunta, il tesoriere, il collegio dei revisori dei conti". I partiti radicali regionali e le associazioni radicali avrebbero dovuto rispettare le deliberazioni congressuali quando esse fossero approvate con la maggioranza dei 3/4. Su delibera del consiglio federativo del partito federale, con maggioranza dei 2/3 si sarebbe potuto rendere vincolanti anche le deliberazioni congressuali approvate a maggioranza semplice. Per il resto, partiti regionali ed associazioni furono definiti autonomi.

Lo statuto stabiliva che il partito avrebbe dovuto reggersi sull'autofinanziamento, e che i suoi bi1anci fossero resi pubblici. Il già citato "Libro bianco sul partito radicale e le altre organizzazioni della sinistra" pubblicò i casi in cui il partito si era giovato di finanziamenti esterni: si trattava di somme complessivamente limitate, fra le quali quelle concesse da PCI e PSIUP, entrambi nell'ambito di accordi elettorali; inoltre, il PCI, nel luglio del 1963, aveva beneficiato "Agenzia radicale" di un finanziamento.

I congressi avrebbero dovuto avere periodicità annuale, ed essere convocati nella prima settimana di novembre; fu stabilita la possibilità della convocazione di congressi straordinari. A proposito di eventuali eletti in liste radicali, lo statuto affermava che essi "non sono vincolati da mandati né da alcuna disciplina". "


Statuto del Partito Radicale – maggio 1967

1. DEL PARTITO RADICALE

1.1. Il Partito Radicale è un organismo politico, costituito dagli iscritti al partito, dagli iscritti nelle associazioni non radicali aderenti a livello regionale, dalle associazioni radicali, dai partiti radicali regionali, dalle associazioni o gruppi aderenti a livello regionale, dalle associazioni o gruppi aderenti a livello federale.

Gli organi del partito federale sono il congresso, il consiglio federativo, il segretario e la giunta, il tesoriere, il collegio dei revisori dei conti.

1.2. I finanziamenti del partito federale provengono dalle quote individuali degli iscritti, dalle quote delle associazioni aderenti a livello regionale ai sensi dell'art. 3.3., dai contributi delle associazioni aderenti a livello federale, da altri contributi individuali - anche di persone che non abbiano vincoli associativi con il partito - in relazione a specifiche attività ed iniziative, dai proventi di particolari attività ed iniziative proposte dal segretario e/o dal tesoriere. Il partito federale è tenuto ad amministrare i propri proventi finanziari attenendosi a scritture contabili redatte con criteri di analiticità - tali criteri sono proposti dal tesoriere e approvati dal consiglio federativo.

I bilanci del partito federale sono pubblici. Il partito non ammette cariche retribuite.

2. DEGLI ISCRITTI, DELLE ASSOCIAZIONI RADICALI, DEI PARTITI RADICALI REGIONALI

2.1. GLI ISCRITTI

2.1.1. Può iscriversi al partito radicale chiunque, anche non cittadino italiano, abbia compiuto l'età di 16 anni.

Le condizioni di iscrizione al partito sono l'accettazione del presente statuto, il versamento delle quote individuali al partito federale nella misura stabilita dal congresso federale, l'impegno ad aderire o a costituire associazioni radicali secondo i propri interessi politici, culturali, sindacali, o altri. Le iscrizioni sono raccolte dalla segreteria del partito federale, direttamente o tramite le associazioni radicali, o i partiti regionali.

2.2. LE ASSOCIAZIONI RADICALI

2.2.1. Sono costituite ognuna da un minimo di iscritti stabilito dal congresso del partito federale, i quali si associano per conseguire con riferimento territoriale comune finalità politiche, culturali, sindacali o altre autonomamente determinate e finanziate. Sono rette da propri ordinamenti democratici, nel rispetto del presente statuto. Nello svolgere le proprie attività ed iniziative sono tenute attuare, per quanto di propria pertinenza e nel rispetto delle indicazioni fornite dagli organi esecutivi federali e regionali, le deliberazioni vincolanti a termini del presente statuto e di quello del partito regionale cui sono federate.

Gli ordinamenti delle associazioni prevedono la nomina di un responsabile della gestione dei fondi il quale terrà regolari scritture di bilancio, secondo i criteri unificati stabiliti dagli organi del partito federale.

2.2.2. Qualora nel territorio di uno stesso comune esistano più associazioni radicali, tra le medesime si provvede ad istituire una rappresentanza comune ogni qualvolta si debbano perseguire finalità che per la loro natura o portata trascendano il raggio di azione o di interessi delle singole associazioni. In particolare, un comitato ad hoc verrà istituito per la partecipazione del partito alle elezioni comunali.

Con criteri analoghi si provvede alla costituzione di un comitato tra le associazioni di una medesima provincia - fino a quando tali organi amministrativi non saranno stati soppressi - per la partecipazione del partito alle elezioni provinciali.

Gli accordi elettorali per le elezioni comunali nei comuni con oltre 500.000 abitanti vengono sottoposti al consiglio federativo del partito federale, che ne riferisce al congresso.

Quelli per gli a]tri comuni e quelli per le provinciali, al consiglio federativo del partito regionale.

2.3. I PARTITI REGIONALI RADICALI

2.3.1. I partiti regionali radicali sono organismi politici che perseguono finalità autonomamente determinate e finanziate, e sono retti da propri ordinamenti democratici, nel rispetto del presente statuto. Sono costituiti ciascuno dalla federazione di più associazioni radicali, con un minimo di iscritti complessivi che è stabilito dal congresso del partito federale e da associazioni e gruppi aderenti non radicali, che svolgono la propria attività a livello e nell'ambito regionale. Nello svolgere le proprie attività ed iniziative, i partiti regionali sono tenuti ad attuare, secondo le indicazioni fornite dagli organi esecutivi del partito federale, le deliberazioni del congresso federale vincolanti a termini del presente statuto. L'adesione delle associazioni e grupni non radicali a livello regionale è approvata dal consiglio federativo del partito regionale interessato, ed è sottoposta a ratifica del congresso regionale.

L'ambito territoriale di ciascun partito regionale è stabilito dal consiglio federativo del partito federale e, in assenza di diverse snecifiche deliberazioni, coincide con quello delle regioni.

Gli ordinamenti dei partiti regionali radicali sono ratificati dal congresso del partito federale. Essi prevedono tra gli organi: il congresso, il consiglio federativo, il segretario e il tesoriere. I partiti regionali sono tenuti ad amministrare i propri proventi finanziari attenendosi a scritture di bilancio uniformate ai criteri stabiliti dagli organi del partito federale.

2.3.2. I partiti regionali provvedono alla scelta e alla presentazione dei candidati per le elezioni regionali, nonché per quelle della camera dei deputati e del senato; il consiglio federativo regionale riferisce al congresso regionale sugli accordi elettorali per le elezioni provinciali e per quelle nei comuni fino a 500.000 abitanti. Sugli accordi elettorali per le elezioni regionali e per quelle della camera dei deputati e del senato, il consiglio federativo del partito federale riferisce al congresso del partito federale.

3. DELLE ASSOCIAZIONI E GRUPPI NON RADICALI ADERENTI

3.1. Associazioni e gruppi non radicali che perseguono proprie finalità politiche, culturali, sindacali ed altre possono aderire, in quanto tali, al partito radicale. L'adesione di tali associazioni o gruppi non comporta l'iscrizione al p. radicale dei loro iscritti o aderenti. Il periodo di adesione può essere anche limitato nel tempo, e prefissato.

3.2. Si fa luogo all'adesione: a) a livello federale sulla base di accordi fra gli organi direttivi di associazioni o gruppi non radicali che svolgono attività a livello e nell'ambito interregionale e gli organi del partito federale. Gli accordi precisano l'entità e le modalità di versamento del contributo finanziario al partito federale da parte dell'associazione o gruppo che aderisce. Con l'approvazione dell'accordo, l'associazione o gruppo aderente acquista il diritto, per il periodo di adesione, di designare tra i propri iscritti o aderenti da uno a tre rappresentanti come membri effettivi del consiglio federativo del p. federale;

b) a livello regionale, sulla base di analoghi accordi con associazioni o gruppi non radicali che svolgono attività a livello e nell'ambito regionale. Gli accordi precisano l'entità e le modalità di versamento del contributo finanziario al partito regionale da parte dell'associazione o gruppo che aderisce e stabiliscono il diritto di quest'ultima di designare a tutti gli effetti almeno un rappresentante nel consiglio federativo del partito regionale.

3.3. Le associazioni e i gruppi aderenti a livello regionale partecipano con propri delegati ai congressi dei partiti regionali, secondo i criteri e le modalità stabilite dall'ordinamento del p. regionale cui aderiscono. Esse si impegnano inoltre ad indire tra i propri iscritti ed aderenti le elezioni per l'invio dei delegati al congresso del partito federale, versando al tesoriere del partito stesso, per ogni votante, una quota di ammontare pari alla metà di quella fissata per gli iscritti al p. radicale. In tali elezioni, gli aderenti iscritti al partito radicale godono del diritto di elettorato passivo, ma non di quello di elettorato attivo.

DEGLI ORGANI DEL PARTITO FEDERALE

4.1. IL CONGRESSO

4.1.1. E' l'organo deliberativo del partito, di cui stabilisce gli orientamenti e l'indirizzo politico fissandone gli specifici obiettivi e precisandone i settori di attività. Il congresso ordinario ha luogo ogni anno nella prima settimana di novembre, ed è obbligatoriamente convocato dal segretario del p. federale entro il 30 settembre; il congresso straordinario può essere convocato dal segretario del p. federale, dal consiglio federativo del p. federale con la maggioranza assoluta dei suoi membri, da un terzo degli iscritti da almeno sei mesi al partito.

Il congresso è costituito dai delegati delle associazioni radicali e dai delegati delle associazioni e gruppi non radicali aderenti ai partiti regionali. Il consiglio federativo del p. federale stabilisce il rapporto tra i delegati e gli iscritti aderenti alle associazioni radicali, fermo il principio che ogni associazione radicale ha il diritto di inviare almeno un delegato. E' stabilito nella metà di quello precedente il rapporto tra delegati ed iscritti alle associazioni e gruppi non radicali aderenti ai p. regionali.

4.1.2. Le deliberazioni adottate con la maggioranza dei 3/4 sono vincolanti per le associazioni radicali e per i partiti radicali regionali; divengono del pari vincolanti le deliberazioni adottate a maggioranza semplice, qualora sulle stesse si sia successivamente espresso il consiglio federativo del partito federale con maggioranza dei 2/3.

4.1.3. Il congresso:

a) elegge il segretario del partito federale; questi propone una giunta di 7 membri, che viene ratificata dal congresso;

b) elegge un numero di membri del consiglio federativo del p. federale pari ad un terzo dei segretari regionali costituiti;

c) elegge il tesoriere ed il collegio dei revisori dei conti;

d) approva il bilancio consuntivo presentato dal tesoriere e vistato dai revisori dei conti;

e) approva, con maggioranza dei 3/4, lo schieramento unico elettorale nazionale;

f) ratifica le adesioni al p. federale di associazioni o gruppi non radicali, proposte dal segretario e deliberate dal consiglio federativo.

4.2. IL CONSIGLIO FEDERATIVO

4.2.1. E' composto dai segretari dei partiti regionali, dai delegati delle associazioni e gruppi non radicali aderenti a livello federale, dagli eletti al congresso. Partecipano ai lavori, senza diritto di voto, il segretario del partito federale e la giunta; il segretario del partito federale presiede le riunioni. Il consiglio federativo si riunisce almeno tre volte l'anno.

4.2.2. Il consiglio federativo:

a) esprime parere sulle iniziative per l'attuazione dei deliberati del congresso che abbiano riportato la maggioranza dei 3/4;

si pronuncia sui deliberati del congresso che abbiano riportato la maggioranza semplice; tale parere diviene vincolante se adottato con la maggioranza dei 2/3;

si pronuncia su proposte respinte dal congresso; ove tale parere sia espresso all'unanimità, gli organi federali dovranno dargli attuazione;

si pronuncia su iniziative non trattate dal congresso; ove la pronuncia sia espressa a maggioranza dei 2/3, gli organi esecutivi dovranno darle attuazione;

sulle questioni di cui sopra può fare proposte e chiedere notizie all'esecutivo;

esprime parere sulle iniziative di politica finanziaria che gli siano state sottoposte dal tesoriere;

b) coordina la politica del partito federale con quella dei partiti regionali, esprimendo pareri su iniziative politiche di questi ultimi e avanzando agli stessi proposte di iniziativa;

c) esprime parere sugli accordi elettorali stipulati dai partiti regionali per le elezioni regionali e per le elezioni politiche e su quelli stipulati dai comitati ad hoc per le comunali nei comuni con oltre 500.000 abitanti;

d) delibera a maggioranza semplice sull'adesione di associazioni e gruppi che aderiscono a livello federale;

e) approva il regolamento e l'ordine del giorno del congresso; presenta al congresso una relazione; esamina la documentazione relativa alla verifica poteri;

f ) garantisce la circolazione delle informazioni all'interno del partito.

4.3. IL SEGRETARIO, LA GIUNTA

4.3.1. Il segretario è responsabile della attuazione della politica del partito federale, secondo le direttive fissate dal congresso e le pronuncie del consiglio federativo. La giunta coadiuva il segretario nello svolgimento delle sue attività.

4.3.2. Il segretario:

fornisce, agli organi esecutivi dei partiti regionali, le necessarie direttive per l'attuazione delle deliberazioni vincolanti per tutto il partito; prende accordi con tali organi per l'attuazione delle altre iniziative cui deve dare esecuzione;

può chiedere un parere al consiglio federativo sull'attuazione dei deliberati congressuali e delle pronuncie del consiglio stesso; sottopone al consiglio federativo le deliberazioni approvate dal congresso a maggioranza inferiore ai 3/4; sottopone altresì al consiglio federativo le proposte respinte dal congresso che ritenga meritevoli di considerazione ed iniziative sulle quali il congresso non si sia pronunciato.

4.4. Il TESORIERE

4.4.1. Il tesoriere amministra i fondi a disposizione del partito federale ed è responsabile della loro gestione. Presenta al congresso il bilancio, con una relazione finanziaria. Propone alla giunta e al consiglio federativo le iniziative di politica finanziaria e può chiedere al consiglio federativo un parere su qualsivoglia iniziativa, per ragioni di carattere finanziario.

4.5. IL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

4.5.1. E' composto da tre membri nominati dal congresso; ha poteri di revisione e di ispezione contabile; vista il bilancio consuntivo e presenta al congresso una relazione finanziaria sulla gestione conclusa.

5. DELLE ELEZIONI E DEGLI ELETTI

5.1. In tutte le elezioni cui participa con le proprie liste (comunali, provinciali, regionali, politiche) il partito si presenta con la denominazione " Partito Radicale " e con simbolo " testa di donna con berretto frigio recante la dicitura Partito Radicale ".

Gli eletti, nell'esercizio della loro attività rappresantativa, non sono vincolati da mandati né da alcuna disciplina. La libertà di voto non è limitata da deliberazioni dei gruppi degli eletti; tali deliberazioni hanno valore indicativo.

NORME TRANSITORIE

Il terzo congresso del Partito Radicale eleggerà direttamente il segretario del partito, e una direzione di diciannove membri, sulla base di una lista aperta, nella quale sono iscritti tutti coloro che si presentano come candidati. Ogni delegato potrà votare undici nomi.

La direzione sarà integrata con i segretari dei partiti regionali via via che saranno eletti e con rappresentanti delle associazioni e gruppi aderenti a livello federale.

I compiti del consiglio federativo saranno assolti dalla direzione fino a quando il consiglio stesso sarà stato costituito.

Fino a quando saranno stati costituiti i partiti regionali, i loro compiti sono assolti dal partito federale.

Il consiglio federativo del partito federale si costituisce con la presenza di almeno dieci segretari di partiti regionali.

MOZIONE AGGIUNTA, APPROVATA CON LO STATUTO

Il terzo congresso del p.r. determina in lire dodicimila la quota annuale per gli iscritti; in dieci il numero minimo degli iscritti per la costituzione di una associazione radicale; in cento il numero minimo degli iscritti per la costituzione di un partito regionale.


Radicali: Bilancio di un Congresso. Intervista a Marco Pannella

L'ASTROLABIO, 21 maggio 1967

D. Quali sono le conclusioni di maggiore interesse del terzo Congresso nazionale del Partito Radicale, svoltosi a Bologna nei giorni 12,13 e 14 maggio?

R. Una parte non indifferente della stampa nazionale - per una volta - perfino radio e televisione hanno fornito notizie e tentativi di sintesi sui lavori del III Congresso che mi sembrano nella sostanza esatti; s'è infatti parlato di "un nuovo partito per i diritti civili" che iscrive nei suoi programmi di lotta immediata, come politicamente qualificanti e pregiudiziali, obiettivi come quelli del divorzio, dell'educazione (e della libertà) sessuale, dell'obiezione di coscienza, di una integrale libertà di stampa e di manifestazione del pensiero, della denuncia del Concordato, dell'affrancamento della famiglia, della scuola, della sicurezza sociale dalla gestione ecclesiastica e clericale. Tutto questo è esatto, come è esatto sottolineare che il Congresso, pressoché unanime, ha indicato nelle lotte anticlericali, in quelle antimilitariste, in quelle antiburocratiche le scelte politiche peculiari del Partito Radicale nella strategia comune della Sinistra per un'alternativa al regime attuale. In questo senso si è espresso il Congresso sia nel consenso alla relazione della Segreteria uscente, sia nella mozione generale, sia nella elezione dei nuovi organi direttivi; e - forse in modo ancora più definitivo - approvando una carta statutaria nuova sulla quale vorrei poi brevemente soffermarmi.

D. Quale è la posizione del partito rispetto al governo di centro-sinistra?

R. Il Congresso ha unanimemente espresso il proprio consenso alla politica di opposizione al centro-sinistra che da molti anni il partito ha perseguito. Sono emersi giudizi anche più radicali sul processo o la situazione di integrazione del movimento democratico all'attuale regime. E' stato rilevato che la stessa sinistra di opposizione, in settori fondamentali dell'organizzazione dello Stato, si è sempre più venuta a trovare in questi vent'anni coinvolta nelle strutture e nelle pratiche di regime. L'obiettivo di unità d'alternativa alla D.C., quindi, ci è apparso legato ad una visione meno parlamentare e "ufficiale" della complessa situazione politica del paese.

Sempre di più lo Stato italiano appare come di natura corporativa e solidaristica; l'intervento pubblico nell'economia rischia di coinvolgere, per le modalità e la classe dirigente prescelta, in un processo di vera e propria nazionalizzazione partiti, sindacati, cooperative e altre espressioni organizzative del movimento operaio e democratico. Nella Previdenza Sociale, negli Enti assicurativi e assistenziali, negli Enti di Stato, ovunque è più agevole riscontrare una grave continuità con il corporativismo fascista, che una qualsiasi funzione di organizzazione e di controllo democratico dell'economia e della vita sociale. L'informazione parlata e scritta, gli strumenti propagandistici degli stessi partiti di sinistra troppo spesso non sono altro che un qualsiasi "prodotto" e "sottoprodotto" dell'intervento pubblico.

Per il resto, naturalmente è stata condannata violentemente la politica americana, non solo per la mostruosa aggressione al Vietnam, e la palese sudditanza del nostro governo alla pericolosa politica di Johnson. Ma quel che è più importante è la scelta di un'impostazione di lotta direttamente antimilitarista ed unilateralista, che rivendica la conversione programmata e progressiva delle strutture militari del nostro paese, in strutture civili. E' questo un punto di importante rinnovamento in una situazione nella quale sia gli Stati capitalisti che quelli comunisti hanno ormai definitivamente assunto gli eserciti nazionali quali istituti fondamentali, in realtà sempre di più strumenti di guerra e di oppressione civile piuttosto che internazionale.

 

D. Quali caratteristiche di partecipazione e di dibattito ha avuto il Congresso? Si notavano sensibili differenze rispetto ai precedenti congressi radicali? Quali criteri sono rilevabili nella composizione degli organi direttivi?

R. Hanno partecipato al Congresso circa duecentocinquanta persone, ivi compresi molti militanti e alcuni esponenti nazionali degli altri Partiti della Sinistra.

Dei delegati, la metà aveva meno di trent'anni, meno del 10 per cento più di cinquanta. Solo un terzo aveva partecipato ai precedenti congressi radicali. Fra questi, v'erano degli eletti in amministrazioni locali, alcuni con il PCI, altri con il PSU, e numerosi candidati con il PSIUP nelle passate elezioni amministrative. Un nucleo considerevole era dato da radicali operanti nel movimento divorzista, da militanti dei movimenti per la libertà sessuale e l'educazione demografica, da persone impegnate nell'azione diretta non violenta contro il militarismo e l'autoritarismo. Presenti, e molto attivi congressualmente, rappresentanti e esponenti delle minoranze religiose.

Il nucleo centrale del Congresso, per forza di cose, è stato ancora quello della "sinistra radicale" che operava già sin dalla costituzione del PR; ma l'intensità e l'ampiezza del dibattito hanno fornito un'amalgama la cui assenza, dinanzi una assemblea così nuova e diversa per provenienza, poteva rappresentare un rischio fatale ai Partiti. Da tre anni, infatti, non facevamo praticamente tesseramento: "le tessere" erano attribuite a quelle centinaia di militanti che sostenevano quotidianamente ovunque, in Italia, spesso isolati, sul piano finanziario non meno che su quello organizzativo e più genericamente politico, il Partito. Da non poche città si sono espresse critiche contro questa tendenza della Direzione uscente: citando numerosi esempi di mancata costituzione di gruppi che pur avevano sollecitato il loro riconoscimento. Ma era per noi essenziale giungere ad un Congresso dove non pesasse troppo la presenza di quel tipo d'iscritto che si manifesta solo in queste occasioni di vita interna, che dà sempre ai dirigenti grandi garanzie di sostanziale tranquillità e spesso passività, fornendo in apparenza un sicuro cemento contro le conseguenze di dibattiti troppo animati, in realtà rappresentando invece la zavorra di una routine che non ci era e non ci è permessa.

I radicali presenti avevano fornito, in due o tre anni, più di quaranta milioni di contributi volontari al Partito; hanno in corso più di trenta procedimenti penali connessi alle loro manifestazioni democratiche, anticlericali o antimilitariste; due dei delegati milanesi erano stati arrestati e processati per il famigerato "processo dei volantini"; tra gli altri hanno contribuito (pur senza essere iscritti al Partito Radicale, essendo impegnati nelle loro organizzazioni di difesa dei diritti civili) al dibattito di politica generale alcuni dei più attivi antimilitaristi, che sono stati fra i più noti obiettori di coscienza, esprimendo la loro approvazione per gli obiettivi ed i metodi che il Partito si sta dando, o confermando.

Degli organi direttivi eletti fanno parte i radicali come Mauro Mellini, creatore ed animatore della lega per l'istituzione del divorzio, Giuseppe Loteta, che gli amici di Astrolabio conoscono bene (come Gianfranco Spadaccia, primo segretario del Partito eletto direttamente dal Congresso), il giovane Marcello Baraghini, redattore capo di battaglie divorziste, antimilitaristi e laici come Domenico Baroncelli, Aloisio Rendi, Lorenzo Strik-Leavers e Gianni Bombaci, esponenti del mondo democratico della scuola come Angelo Bandinelli e lo stesso Rendi. Altri, professionisti, tecnici, giornalisti che crearono assieme quasi vent'anni fa il movimento democratico studentesco e che si sono ora ritrovati.

Dalle centinaia di "militanti" così composti ed organizzati (che corrispondono circa alla metà dei semplici iscritti raggiunti dal Partito Radicale prima della sua crisi nel 1962) sarà lanciata, probabilmente nelle prossime settimane, la prima campagna di tesseramento del Partito. Si articolerà su manifestazioni di massa, come quella del teatro Adriano a Roma il 12 febbraio scorso, e iniziative come il lancio di duecentomila copie di Agenzia Radicale. Al Congresso statutario dell'inizio di novembre, fra sei mesi, penso daremo una prova di efficienza, di solidità, e di novità ancora più evidente e determinante. Ormai, il sottoporci continuamente al giudizio dell'opinione pubblica democratica, costituisce non solo un dovere ed un metodo irrinunciabili per il Partito Radicale, ma anche un nostro preciso interesse ed uno strumento validissimo per la nostra crescita e per la lotta che conduciamo.

D. Ma in che consistono le novità statutarie più rilevanti?

R. Il nuovo statuto configura un Partito aperto federativo e libertario, quindi profondamente unitario non solo per il valore che diamo agli obiettivi politici che ci siamo prescelti, ma per metodo e le strutture attraverso i quali dovranno essere proposti e perseguiti.

Le organizzazioni regionali avranno nome e caratteristiche di Partito: gli iscritti vi confluiranno attraverso le formule associative che liberamente e nelle varie situazioni riterranno più opportuno conferirsi ed a questo livello saranno prese in genere, le decisioni elettorali. Potranno aderire al Partito anche associazioni e gruppi indipendenti, limitatamente ad alcuni aspetti della nostra lotta che particolarmente li interesserà. I Congressi nazionali federativi, convocati automaticamente ogni anno all'inizio di novembre, costituiranno l'esclusiva sede delle principali decisioni politiche ma i loro deliberati saranno vincolanti per gli iscritti solo se approvati dai tre quarti dei delegati. Questo perché un Partito che sia esso stesso, per primo laico, non deve pretendere di fornire una risposta comune ed obbligatoria su tutti gli aspetti della lotta politica, ma solo su quelli che appariranno maturi e risolti nella coscienza generale dei militanti; avremo così probabilmente due o tre battaglie per legislatura che contraddistingueranno ed impegneranno in quanto radicali i democratici iscritti al PR. Le delibere prese a maggioranza semplice saranno considerate solo come indicative di una tendenza e potranno divenire vincolanti, solo se raccole e fatte proprie all'unanimità dal Consiglio Federativo. E' stato anche stabilito che gli eletti in assemblee amministrative o politiche non rispondono in alcun caso delle loro attività rappresentative agli organi del Partito. Sull'orma dei partiti anglosassoni il Congresso elegge anche un Tesoriere, con funzioni politiche. I bilanci finanziari del Partito dovranno essere rigorosamente pubblici (e pubblicati).

I congressi nazionali saranno "aperti": sarà cioè possibile, a determinate condizioni, la presenza di delegati iscritti ad altri Partiti di sinistra o indipendenti. Con uno Statuto di tal fatta, che dovrà trovare nei prossimi mesi una espressione formale più compiuta di quella che il tempo congressuale ci ha consentito di elaborare, ci auguriamo di cominciare a fornire anche in questo campo essenziale un contributo a tutta la sinistra, nella ricerca di quel rinnovamento e di quella unità anche strutturale e di metodo che noi riteniamo urgenti e necessari.