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Svolgendosi dopo le elezioni del 15 giugno, il congresso di Firenze, inimmaginabile solo due anni prima per qualità e partecipazione (oltre ai moltissimi partecipanti vi prendono parte circa mille iscritti e numerosi leaders socialisti) prende atto dell'accelerazione dei tempi politici verso la scelta tra alternativa di sinistra al regime e compromesso storico. Giudica indispensabile che la sinistra, candidandosi alla guida del paese, elabori e discuta un programma comune per la successiva legislatura, e dia inoltre a tutti i cittadini, con la piena attuazione della Costituzione e l'eliminazione delle norme autoritarie, fasciste, corporative e clericali, la speranza di realizzazione di un moderno socialismo, laico e libertario. Il Pr guarda al Partito socialista, avviato al proprio congresso a febbraio, e gli chiede un confronto e un impegno su questi temi. Se la risposta del Psi sarà positiva, allora sarà possibile avviarsi insieme ad un patto federativo. Ma i socialisti e le altre forze politiche possono compiere diverse e gravi scelte politiche: un primo fondamentale test sarà la discussione della legge sull'aborto che la Camera dei deputati sta per affrontare. Ribadendo quanto già affermato nel congresso di Milano, il Pr dichiara anche indispensabile che si formi, guardando anche al modello che si è affermato in Francia, una forza socialista libertaria e autogestita dal basso pari al 20% dell'elettorato. E conclude: o sarà possibile aggregare questo 20% intorno ad un Psi profondamente rinnovato, nel quale siano ribaltati certi sclerotici equilibri, siano sconfitte vecchie logiche di potere, oppure il Partito radicale dovrà forzatamente prendere atto di essere il solo a rappresentare in Italia il nuovo ideale socialista, di cui è grande la richiesta nel paese, e sarà costretto a candidarsi in proprio alle prossime elezioni politiche.
Il XV Congresso del Partito radicale conferma nella sua interezza il giudizio sulla situazione politica e le indicazioni di fondo contenute ella mozione conclusiva del precedente Congresso di Milano. Di fronte all'aggravarsi ed al generalizzarsi della crisi del regime, che rischia di coinvolgere e di travolgere l'intera società e l'intero paese, si sono accelerati i processi politici attraverso i quali si afferma la richiesta e l'esigenza di una profonda e radicale alternativa politica, democratica e socialista. Nel voto del 15 giugno questo processo politico ha trovato una prima espressione politico-elettorale: espressione ancora parziale, indicativa delle grandi potenzialità di rinnovamento e di trasformazione democratica e socialista, riformatrice e rivoluzionaria della società e dello Stato. Le lotte per le libertà e i diritti civili, dal divorzio al voto ai diciottenni, dal nuovo diritto di famiglia all'aborto, hanno costituito l'acceleratore di questo processo. Attraverso di esse si sono espressi in realtà un vasto movimento di liberazione, l'esigenza di un rovesciamento di rapporti tra Stato e cittadini, la richiesta generalizzata di una nuova e diversa qualità della vita; si è prodotto un determinante elemento di disgregazione del complesso di valori autoritari, clericali, corporativi e classisti che teneva unito il blocco di interessi sociali, politici ed elettorali su cui la Democrazia cristiana e il regime hanno potuto edificare il loro potere; si sono offerti sbocchi politici generali ed unificanti al movimento di classe, alla contestazione giovanile, ai movimenti di liberazione femminile e di emancipazione dei ceti emarginati, alle nuove strutture di partecipazione e di lotta politica che si sono diffuse nelle fabbriche, nelle scuole e nei quartieri con forme di democrazia diretta. Non si spiegherebbe altrimenti il successo, fino ad ora unico, grazie al quale è stato possibile al Partito radicale, con il solo apporto delle sue modeste possibilità organizzative, raccogliere ottocentomila firme per il referendum sull'aborto. Né si spiegherebbero il consenso ottenuto nella campagna per gli altri referendum, contro il Concordato, contro il codice Rocco, contro tribunali e codici militari, contro la liberticida legge Reale sull'ordine pubblico, pur conclusasi con un momentaneo insuccesso a causa dell'isolamento in cui su di essa le altre forze politiche della sinistra, politiche e sindacali, parlamentari ed extraparlamentari, hanno lasciato il Partito radicale. Il Pci è stato il 15 giugno il principale beneficiario dello spostamento elettorale determinato da questo più vasto movimento politico e sociale. Esso non può utilizzare i risultati del 15 giugno contro la maggioranza laica, libertaria e democratica del 13 maggio. Questo generale movimento di liberazione è inscindibile dalle lotte di classe che si combattono nel paese, non solo per il salario, per l'occupazione, la ripresa produttiva, ma anche e soprattutto per un diverso sistema economico-sociale. L'accelerazione della crisi economica, politica, istituzionale del regime pone alla sinistra responsabilità che non possono essere eluse e rinviate. Non si può superare una crisi economica che, non solo per le sue cause internazionali, ma anche per le sue peculiarità nazionali, ha caratteristiche strutturali e non soltanto congiunturali, con programmi di emergenza o a medio termine, senza ancorare gli interventi previsti da questo programma ad un programma e ad un disegno generali di riforme economiche, sociali, istituzionali ed amministrative, e senza avanzare con urgenza che la crisi impone una chiara candidatura alla diretta assunzione delle responsabilità del governo del paese. Non si può realizzare un programma di riforme lasciandone la gestione alla Democrazia cristiana e alle forze politiche e sociali che sono responsabili della crisi. Non si può non tenere conto del fatto, o considerarlo secondario, che l'attuale Parlamento non è più rappresentativo degli equilibri di forza che si sono manifestati nel paese; che il paese è gestito da un governo minoritario, privo di qualsiasi forza e credibilità. Mentre le polemiche sulla giungla retributiva e sulla rendita dei ceti parassitari hanno spesso carattere demagogico, mentre i ceti più poveri e le categorie più disagiate del pubblico impiego sono già state costrette a pagare un elevato prezzo alla crisi economica e sacrifici ancora più gravi non solo in termini di occupazione ma anche di salario ci si accinge a far pagare alla classe operaia, la sinistra è costretta ad operare nell'ambito dei rapporti di forza di questo Parlamento e a trattare con questo governo. Sul piano politico, istituzionale, legislativo e amministrativo rimangono nelle mani della Democrazia cristiana, dei diversi ordini della borghesia, e in particolare della borghesia di Stato, dei corpi separati, tutti gli strumenti del potere autoritario e fascista, conservati, consolidati o creati ex novo da questo regime. Il Partito radicale respinge con sdegno la continua richiesta di garanzie di democraticità, che dalle forze di un regime ingiusto ed oppressore, corrotto e corruttore, che si è insediato nel paese svuotando le garanzie formali dello Stato di diritto e violando costantemente le regole fondamentali del patto costituzionale e della legalità repubblicana, viene rivolta alla sinistra, alla classe operaia, alle forze sociali alternative, allo stesso partito comunista. Le uniche garanzie della propria democrazia la sinistra italiana deve darle al paese, ai cittadini, alla classe, assumendosi il compito di attuare pienamente la Costituzione, di affermare i diritti di libertà e di uguaglianza di tutti i cittadini, di ripristinare in ogni campo la legalità repubblicana. E', questa, l'unica seria garanzia che la sinistra domani non userà contro i propri avversari gli stessi strumenti che fino ad oggi ha visto rivolti contro la classe operaia, gli sfruttati, gli emarginati, i diversi, i propri militanti. Va smascherata questa ignobile operazione che, dietro il pretesto della democrazia, nasconde la richiesta di garanzie concordatarie di potere che la sinistra dovrebbe fornire alla Democrazia cristiana , alla chiesa, ai detentori della rendita e del profitto, alle diverse corporazioni, agli Stati Uniti d'America, cioè ai padroni di ieri e di oggi. In questo quadro, il Partito radicale considera con preoccupazione ed allarme l'assenza, nell'ambito della sinistra italiana, di una grande componente socialista e libertaria, che si è invece costituita grazie al rifondato partito socialista nella vicina Francia. Mentre ribadisce la propria volontà di contribuire alla costruzione e al rinnovamento di una sinistra socialista laica e libertaria, rappresentativa di almeno il 20 per cento dell'elettorato, il Congresso respinge le interpretazioni strumentali e pretestuose che di essa sono state date. Un partito che da tredici anni coerentemente si batte per l'alternativa, l'unità e il rinnovamento di tutta la sinistra italiana non può avere suggestioni terzaforziste, opportuniste, interclassiste. La componente socialista e libertaria va rafforzata, rinnovata, rifondata per rafforzare e rinnovare su nuove basi l'unità creativa dell'intera sinistra italiana, e per garantire che essa si affermi con contenuti non autoritari, non centralistici, ma al contrario democratici, libertari, autogestionari. Le grandi prospettive si misurano però sulle concrete lotte e i concreti impegni, sulle responsabilità che vanno assunte già oggi. Il XV Congresso: impegna tutto il partito, i movimenti federati, le associazioni radicali nell'azione per la difesa del referendum e per il raggiungimento dell'obiettivo dell'aborto libero e gratuito nelle strutture sanitarie pubbliche; afferma che nessun compromesso può essere raggiunto sulla pelle e sul ventre delle donne italiane; ribadisce che ogni legge approvata da questo Parlamento, a maggioranza democristiana e fascista, non potrebbe che essere una legge truffa che, senza risolvere ma anzi aggravando la piaga dell'aborto clandestino di massa clericale e di classe, sottrarrebbe la decisione o al popolo attraverso il referendum o al prossimo Parlamento, che avrà una maggioranza laica e di sinistra; denuncia il sequestro del dibattito parlamentare, che con pretesti tecnici e procedurali è avvenuto con la costituzione del comitato ristretto per l'unificazione dei diversi progetti di legge e le gravi responsabilità che si sono assunti i parlamentari socialisti e gli altri parlamentari laici accettando di farne parte; respinge i principi già passati in sede di unificazione ed in particolare quello della casistica; invita tutti i democratici ed in particolare gli 800.000 firmatari a costruire ovunque comitati per la difesa del referendum ; impegna tutto il partito a sostenere ovunque i consultori Cisa-Mld, anche nelle nuove forme di intervento e di lotta, come il self help, responsabilmente controllate e gestite, come annunciate in Congresso dalla compagna Emma Bonino; dà mandato alla segreteria nazionale di organizzare, insieme al Cisa, al Mld e alla commissione femminile del Psi, il Convegno internazionale sull'aborto che queste organizzazioni hanno già programmato per il 23, 24, 25 gennaio 1976 a Milano, e di concordare tutte le altre necessarie iniziative con le forze che si sono già dichiarate disponibili per l'intransigente difesa del referendum; dà inoltre mandato alla segreteria di prendere tutte le iniziative politiche necessarie per creare, nel Parlamento e nel paese, la resistenza e l'opposizione alle proposte comuniste limitatrici dell'istituto del referendum. Il XV Congresso nazionale del Partito radicale: ritiene che non possa più oltre essere rimandata l'opera di attuazione della Costituzione repubblicana in ogni campo della vita politica, civile e sociale e che non possa essere perduta per la seconda volta l'occasione storica, già perduta dopo la Resistenza, di interrompere la continuità con le strutture e le leggi dello Stato fascista che questo regime non è riuscito ad assicurare; impegna pertanto il partito a promuovere a partire dal prossimo mese di marzo, la raccolta di un milione di firme intorno a proposte di legge di iniziativa popolare, che dà mandato al Consiglio federativo di precisare e di formulare nei contenuti e nel numero, ritenendo che esse debbano comunque riguardare: il Concordato, i reati di opinione e sindacali del codice Rocco, la legge Reale sull'ordine pubblico, i tribunali militari, la smilitarizzazione e l'affermazione dei diritti politici, civili e sindacali dei militari. Solo un grande movimento di massa, da realizzarsi nelle fabbriche, nelle caserme, nelle scuole, in tutte le città e in tutti i paesi, ed a partire dalle lotte che vi si svolgono, può conseguire l'obiettivo di fare della prossima legislatura la legislatura della piena attuazione della Costituzione repubblicana e della piena e irreversibile affermazione della democrazia e dei diritti civili. Il Congresso rivolge al prossimo congresso del partito socialista la richiesta di volersi impegnare nella preparazione, in collaborazione con il Partito radicale e con altre forze disponibili, e nella presentazione all'elettorato e al paese di un programma di governo di legislatura che possa costituire il necessario elemento di confronto per un programma comune della sinistra. Il Congresso rivolge altresì un appello al Psi perché si faccia carico con la sua organizzazione, i suoi militanti, i suoi gruppi parlamentari dei precedenti due obiettivi riguardanti l'aborto e la raccolta di un milione di firme intorno ai progetti di legge di iniziativa popolare. Se la risposta del Psi sarà positiva, il Congresso dichiara fin d'ora la disponibilità del Partito radicale a instaurare con il Psi un rapporto di federazione che, senza annullare le differenze ma al contrario potenziando e moltiplicando le diverse esperienze, energie e potenzialità, possa creare le premesse per una più vasta unificazione di forze socialiste e libertarie. Il Partito radicale ribadisce inoltre la propria politica unitaria e la propria volontà di collaborazione con tutte le altre forze della sinistra. Dà perciò mandato al segretario nazionale di proporre alle tre maggiori organizzazioni della sinistra rivoluzionaria (Pdup, Lc, Ao) un patto periodico di consultazione per confrontare i rispettivi programmi e concordare auspicabili collaborazioni ed iniziative comuni. Il Partito radicale conferma inoltre la propria disponibilità al confronto franco e leale, e alla collaborazione, nei suoi rapporti con il partito comunista, nelle forme che questo partito riterrà di proporre, sottolineando che il Pci è, per quanto gravi possano essere i dissensi, l'interlocutore necessario dei socialisti e dei libertari per l'unità e l'alternativa della sinistra. Il Congresso non può ignorare che la grave situazione politica e le scelte della sinistra possono rendere necessari e imporre al Partito radicale l'onere e la responsabilità di dover rappresentare anche elettoralmente una posizione socialista laica e libertaria. Pur augurandosi e pur operando con le proprie lotte perché essa non debba verificarsi, il partito deve prepararsi, se sarà necessario, anche a questa eventualità. Confermando il mandato del precedente Congresso, il XV Congresso invita la segreteria ed il Consiglio federativo a stabilire i tempi, i criteri e le modalità della preparazione di liste radicali per le circoscrizioni della Camera e i collegi del Senato, perché siano pronte entro la fine di gennaio. Il Congresso rileva con soddisfazione che l'estensione del movimento democratico per i diritti civili che si è verificato con nuove forme organizzative a tutti i livelli nel corso dell'anno. In questo quadro considera estremamente importante sia il rafforzamento del movimento per il sindacato di polizia sia la costituzione e le lotte del movimento dei sottufficiali democratici. Il Congresso rivolge il proprio saluto agli altri mille nuovi iscritti che hanno raggiunto il partito, nel corso dell'anno, e alle nuove associazioni radicali che si sono costituite; prende atto della costituzione della Lega per l'attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e per la tutela delle minoranze linguistiche, che ha richiesto la federazione al Partito radicale, e dà mandato al Consiglio federativo di predisporre gli strumenti per l'attuazione della federazione, a termini di statuto; prende inoltre atto di quanto è stato fatto per la costituzione della Lega socialista nonviolenta per i diritti dei detenuti. Sulla base del dibattito che si è svolto nelle commissioni e in assemblea, il Congresso dà inoltre mandato alla segreteria e al consiglio federale di sostenere l'impegno annunciato dalle associazioni radicali delle Marche di organizzare un convegno sui programmi di intervento del Partito radicale in settori di interesse sociale. In questo quadro in particolare il Congresso invita il partito ad approfondire e ad ampliare la tematica della disubbidienza civile, promovendo e partecipando alle campagne per le autoriduzioni delle tariffe dei servizi di prima necessità. Il XV Congresso del Partito radicale, inoltre, raccogliendo le indicazioni emerse dai lavori delle commissioni, impegna la segreteria e i nuovi organi nominati dal Congresso, con la più ampia facoltà ed anzi l'invito a sollecitare il massimo decentramento alle associazioni locali e ai partiti regionali ciascuno con le proprie competenze a: a) promuovere una iniziativa nazionale per battere il disegno dell'industria bellica di liberalizzazione della vendita delle armi e dei nuovi massicci investimenti nella ricerca tecnologica di nuovi armamenti, in particolare organizzando un convegno di economisti e di esperti di politica militare e di politica internazionale, radicali, democratici e socialisti per un progetto di graduale riconversione delle spese militari in investimenti civili da finalizzare con assoluta priorità per la soluzione dei problemi dell'assistenza all'infanzia e agli anziani; b) assicurare la propria partecipazione alla marcia antimilitarista internazionale di Verdun e indire, oltre alla tradizionale marcia antimilitarista del Friuli, anche una nuova analoga iniziativa che si svolga in Sardegna, con la collaborazione anche della Lega per l'articolo 6 e la difesa delle minoranze linguistiche; c) proseguire nella lotta contro l'istituzione militare nelle sue diverse forme; per il pieno riconoscimento del diritto-dovere alla obiezione di coscienza, per la smilitarizzazione e la regionalizzazione del servizio civile, e in sostegno dei compagni obiettori totali che così testimoniano l'opposizione alla legge truffa e al militarismo; contro i carceri militari, in particolare promovendo iniziative necessarie per l'abolizione del carcere militare di Gaeta; d) assicurare l'ampliamento delle esperienze già compiute a Milano, dal partito e dall'Alri, per una campagna di autoesonero dalle lezioni di religione degli studenti maggiorenni; e) promuovere l'allargamento del fronte giudiziario contro la Sacra Rota, con iniziative a tutti i livelli atte anche a bloccare il meccanismo del riconoscimento degli effetti civili delle sentenze rotali; f) organizzare per l'11 febbraio una grande giornata-conferenza sul clericalismo nella scuola con particolare riferimento all'esame dei progetti di legge sulla riforma della scuola secondaria, nei quali già appaiono gravissimi cedimenti nei confronti delle pretese clericali; g) realizzare una conferenza organizzativa radicale sulle lotte della scuola ai diversi livelli e con l'obiettivo di rafforzare la presenza radicale in questo settore a partire (ma anche superandoli) dai contenuti tradizionali del partito; h) assicurare l'impegno attivo per il successo della campagna di raccolta di firme contro gli enti assistenziali inutili, e promuovere un primo convegno sull'assistenza nella prospettiva della formulazione di una "Carta dell'assistenza"; i) continuare la lotta per la modifica della legge sulla droga in corso di approvazione alla Camera, e riprendere la lotta di disobbedienza civile se la legge dovesse nella sua definitiva approvazione mantenere le attuali ambiguità. I gruppi regionali radicali si faranno carico della battaglia per la liberazione sessuale. La proposta concreta è, quella dell'intervento in tutti quei comuni, province, regioni in cui esistono o verranno costituiti dei consultori di educazione sessuale. La proposta radicale è quella di trasformarli, con la partecipazione diretta di femministe ed omosessuali e non più soltanto eterosessuali, in centri di informazione sessuale la più aperta e completa. La mozione organizzativa Il XV Congresso nazionale del Partito radicale è stato dominato dalla consapevolezza ormai raggiunta di una sicura presenza del partito come forza politica nel paese, viva e vitale, e dell'esistenza di una vasta area radicale che a diversi livelli si irraggia intorno alle sue strutture organizzate. Iniziare la faticosa opera per tradurre nei termini del partito questa condizione oggettiva: ecco l'obiettivo di costruzione del partito per il 1976, un'opera che richiederà come sempre coraggio, fantasia e dedizione. Di fronte a tale compito il Congresso ribadisce la validità dello statuto del partito come strumento laico e libertario, la cui meditazione va riproposta al partito, ai vecchi iscritti non meno che ai nuovi, anche per eventuali successivi adeguamenti di natura tecnica. Sarà questo un presupposto essenziale per la vita del partito nel suo futuro oltre che per il Congresso del prossimo anno. Pertanto, accanto alle lotte per gli obiettivi di riforma che il partito ha in corso, iscritti e simpatizzanti dovranno vivere in comune alcuni tempi politici di riflessione sul partito, il quale dovrà fornire le indispensabili occasioni di incontro e dibattito a tutti i livelli istituzionali interni, a cominciare da quello del Consiglio federativo, la cui attività dovrà essere potenziata in tutti gli aspetti e le funzioni previste dallo statuto. Il Congresso, in particolare, indica nella realizzazione di conferenze organizzative periodiche degli iscritti il metodo essenziale attraverso il quale il partito laico e libertario promuove la discussione e il confronto al proprio interno tra un congresso e l'altro, e dà sin d'ora mandato alla segreteria nazionale di curare, con la collaborazione dei partiti regionali che se ne assumeranno l'onere, l'organizzazione di una conferenza nazionale sullo statuto e di un'altra sui problemi della scuola. |