XXXIIº Congresso (II sessione) del PR
Roma, 26, 27, 28 febbraio e 1 marzo 1987

 

Dopo il successo della campagna per i "diecimila iscritti", il Congresso si pone un altro obiettivo ambizioso: la trasformazione del PR in soggetto politico transnazionale. La mozione del XXXII congresso per la prima volta afferma che il partito radicale deve darsi una dimensione organizzativa non più esclusivamente italiana.

Altra novità è rappresentata dalla proposta di riforma del sistema elettorale italiano in senso "anglosassone", al fine di consentire la riforma della politica.

Il congresso conferma il segretario Giovanni Negri e il tesoriere Giuseppe Calderisi.

MOZIONE GENERALE

Il XXXI Congresso del Partito radicale, seconda sessione, riunito a Roma il 26, 27, 28 febbraio e 1 marzo 1987,

udite le relazioni del segretario e del tesoriere, le approva come bilancio e per le proposte che contengono, tutte e ciascuna, e ne sottolinea in particolare i seguenti punti, che affida alla responsabilità e all'impegno degli organi del partito:

1. l'investimento delle risorse finanziarie, organizzative e militanti necessarie per conseguire entro il prossimo congresso ordinario di novembre l'obiettivo di alcune migliaia di iscritti fuori d'Italia perché si creino le premesse per fare del Partito radicale -non solo nella proclamazione dei suoi ideali, ma già nella sua organizzazione e composizione associativa- il partito internazionale e internazionalista, laico e nonviolento, dei diritti umani, degli Stati Uniti d'Europa, del diritto alla vita e della vita del diritto, della lotta contro le sterminio per fame, della difesa del pianeta dalle minacce e dagli attacchi rivolti allo stesso equilibro dell'ecosistema;

2. il rafforzamento del carattere transpartitico, di "secondo partito", di partito d'idee e valori prioritari, che il Partito radicale è sempre più venuto assumendo grazie alla presenza e al coinvolgimento di tante "doppie tessere";

3. la necessità in Italia e dall'Italia per l'Europa di approfondire, sostenere e promuovere le proposte e le iniziative per una radicale riforma democratica del sistema politico e istituzionale prioritariamente attraverso l'adozione di un sistema elettorale uninominale di tipo anglosassone, e per una riforma federalista dell'Europa.

E per quanto riguarda più particolarmente la situazione italiana:

4. la più intransigente opposizione allo scioglimento anticipato delle Camere che sottrarrebbe al popolo il diritto di votare sui referendum sulla giustizia e contro il nucleare e impedirebbe al Parlamento di portare a compimento nell'ultimo anno di legislatura le più complesse e importanti riforme legislative, determinandone per l'ennesima volta il rinvio a tempo indeterminato;

5. la proposta alle forze laiche, socialiste ed ecologiste per le prossime elezioni politiche per un accordo politico ed elettorale che preveda la presentazione di liste separate alla Camera e di candidature comuni al Senato attraverso la costituzione di un "Fronte per la riforma federalista e repubblicana".

Tale accordo deve prevedere:

a) l'attribuzione al Parlamento europeo dei poteri costituenti degli Stati Uniti d'Europa, ed ogni altra iniziativa necessaria per il conseguimento di quest'obiettivo;

b) l'immediata proposta al Parlamento di una riforma elettorale uninominale di tipo anglosassone qualora le liste del Fronte abbiano conseguito almeno il 30% dei voti.

Il Congresso conferma la scelta ecologista e ribadisce l'opposizione alla costruzione di nuove centrali nucleari, al loro completamento e al mantenimento in esercizio di quelle esistenti.

Il Congresso, considerando iniziato il processo di rifondazione del Partito radicale, dà infine mandato al segretario del partito di presentare entro settembre al Consiglio federativo una proposta di riforma dello Statuto, da sottoporre al prossimo Congresso ordinario.