1987

"PAOLA COOPER MUST LIVE - Justice, not revenge!".

Il caso di Paola Cooper, condannata a morte nello stato dell'Indiana per un delitto commesso all'età di 15 anni, fu oggetto di una campagna internazionale condotta dal coordinamento radicale "Non uccidere" (fondato da Paolo Pietrosanti, da Ivan Novelli e da don Germano Greganti), contro la pena di morte e per salvare la vita di Paola Cooper. Furono raccolte in tutta Europa oltre 3 milioni di firme. La pena di morte inflitta alla Cooper fu commutata nell'89 in una pena detentiva.

Il manifesto riporta in calce l'estratto di una risoluzione, approvata dal Parlamento Europeo nel maggio 1987 (prima firmataria Emma Bonino), nella quale, fra l'altro, "il P.E. lancia un appello alle autorità dei diversi Stati dell'Unione nei quali la pena capitale è ancora in vigore, affinché sospendano qualunque esecuzione capitale; domanda al Consiglio, alla Commissione, e agli Stati membri di porre in atto tutte le misure necessarie affinchè in segno di buona volontà lo Stato dell'Indiana attraverso una decisione del suo governatore trasformi la pena capitale di Paula Cooper in pena detentiva".


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