AUTOPSIA SUL CORPO DI TAMBURI

da "Il Messaggero", lunedì 7 marzo 1994

Firenze, un'ora di mistero grava sulla scomparsa dell'esponente radicale Andrea Tamburi. La vita del coordinatore del PR in Russia è stata stroncata a Mosca da un'auto privata la notte fra il 23 e il 24 febbraio. Questa almeno è la versione delle autorità moscovite, il cui comportamento - a detta del responsabile toscano dei radicali Vincenzo Donvito - "desta non poche perplessità".

Proprio per far luce su questa morte oscura, alcuni esponenti del Partito hanno convinto la madre di Tamburi, Fatma Giovannelli, a chiedere che il corpo del figlio venga sottoposto ad autopsia in Italia. Il sostituto procuratore Antonio Maresca ha acconsentito e oggi potremo sapere se il trauma cranico con lesioni cervicali e la frattura di entrambe le gambe mascherino in realtà un assassinio. Tamburi, 46 anni, da due anni viveva stabilmente a Mosca dove coordinava le attività del PR, fortemente impegnato nella campagna antiproibizionista. I radicali temono che proprio il suo impegno politico su questo fronte, in un paese crocevia della droga, sia il vero motivo della morte. "Andrea aveva paura per la sua incolumità - racconta Donvito che gli era molto amico - non aveva mai ricevuto minacce di alcun genere, ma ripeteva che la vita di ogni straniero è in pericolo, per il solo fatto che magari ha qualche dollaro in tasca".