IL CASO TAMBURI: UN'INDAGINE BIS

da "La Nazione" del 6 dicembre 1995, articolo di Amadore Agostini

E adesso Mosca collabora. La polizia della capitale ha raccolto testimonianze definitive molto interessanti per gettare un po' di luce sulla morte ancora misteriosa del coordinatore radicale Andrea Tamburi, 46 anni fiorentino. Così, a poco meno di un mese dalla richiesta di archiviazione, il pubblico ministero Bruno Maresca sta valutando l'opportunità di riaprire l'inchiesta sulla morte dell'esponente radicale avvenuta a Mosca il 27 febbraio del '94. Attraverso il ministero di Grazia e Giustizia, e il suo speciale ufficio per le rogatorie internazionali, al magistrato fiorentino sono arrivati da Mosca alcuni atti ufficiali compiuti dagli investigatori moscoviti. Carte che, per alcuni versi, confermano l'ipotesi di lavoro degli investigatori italiani: Tamburi è stato pestato e ucciso, non è certo vittima di un incidente stradale come voleva far credere la necroscopia compiuta dall'istituto di medicina legale dell'ospedale russo su un corpo registrato come "Tamburin", con la "n" finale alla russa. In Italia, successivi esami avevano definito assai poco probabile la tesi di lesioni dovute ad un incidente stradale. In particolare nelle mani del dr Maresca è stata recapitata la testimonianza di due coniugi moscoviti che alle 1,40 circa del 24 febbraio '94, mentre percorrevano in auto il "Petrovsk boulevard" andarono a sbattere contro un palo della luce e videro steso sul marciapiede a una decina di metri di distanza, il corpo di un uomo. I due hanno escluso di averlo investito loro, mentre nel primo rapporto della polizia si sosteneva proprio il contrario. Una seconda testimonianza pare ancor più importante. Qualche minuto prima dell'incidente, verso le 1,30, una donna in taxi, Natalia Stefanova Ruberovna, ha raccontato di aver visto dal finestrino, proprio in quel punto, un uomo steso a terra, circondato da 3, 4 persone."Pensai subito ad un regolamento di conti" - scrive la donna nel verbale- e non a un incidente perché non c'erano tracce di scontri sulla neve". Pestato a sangue, fino alla morte. Una lezione come quella toccata, nell'aprile scorso, a uno dei collaboratori di Tamburi, Nikolaj Khramov, aggredito e ferito gravemente alla testa. Adesso il Pm Maresca aspetta solo le cartelle cliniche dell'ospedale moscovita, quelle "drogate"dall'ipotesi di incidente stradale.