COSI'
SCIASCIA SCELSE PANNELLA E LASCIO' IL PCI La prima biografia dello
scrittore svela il mistero dell'adesione al Partito radicale e l'addio
al Pci (1979). Pannella disse: "Non dovrai aderire alla nostra politica,
noi faremo nostro il tuo pensiero" SCIASCIA
POLITICO. IL MISTERO SVELATO di Matteo Collura "Gli Intellettuali aderiscono
ad uno schieramento. Noi, invece, aderiamo alle tue idee". Così Pannella
lo convinse a diventare capolista. E intanto Leonardo pensava a Pastenak
e a Stalin... "Di solito" esordisce Pannella, "gli intellettuali aderiscono ad un partito, al suo programma, alla sua ideologia. Noi radicali sentiamo di far nostro il suo pensiero politico. Noi faremmo esattamente il contrario di quello che fanno gli altri partiti. Siamo noi che aderiamo alla sua politica. Per questo lei sarebbe il nostro capolista ideale". E' come se una circolarità venisse a determinarsi nelle parole di Pannella: la politica di Sciascia è nei suoi libri e le sue scelte ne sono la conseguenza. Se è così, i suoi libri hanno aderito al Partito radicale prima che lo facesse lui. "Quindi lei mi propone di candidarmi nel Partito radicale?" si anima appena Sciascia. "Sì, e so che per lei può essere pesante contraddirsi". Pannella è agitato. "Quanto tempo ho per riflettere?" chiede Sciascia. "Non c'è tempo" dice Pannella. "Le liste sono già chiuse, bisogna parlare con un notaio. Non so neanche se tecnicamente sarà possibile". "Permetti?" Ora Sciascia dà del tu al suo interlocutore. "Vado un momento a fumare una sigaretta". Un paio di minuti e torna. "Sei venuto perché sapevi che la porta era aperta", è la risposta, la voce tremante per la forte emozione. Pannella scatta in piedi incredulo. Dice: "Bisogna telefonare al partito, c'è da mettere a posto le liste. Davvero non so se sarà possibile, se ne avremo il tempo". Negli uffici della Sellerio c'è qualche attimo di scompiglio. Poi Pannella telefona al notaio di riferimento per i radicali di Palermo. Una breve consultazione e sì si può fare: Leonardo Sciascia è candidato nelle liste radicali per le elezioni nazionali ed europee del 3 e del 10 giugno. Gli amici si chiedono come sia possibile. Anna maria, all'ultimo mese della sua seconda gravidanza, tenta di dissuadere il padre, ma invano. Vito, il quarto nipote dello scrittore, nasce in una clinica di Palermo il 12 maggio, nel pieno della campagna elettorale. Ma nella famiglia Sciascia il lieto evento non attenua il malumore. Anna Maria e Laura sono preoccupate per la salute del padre. Insistono perché rinunci alla candidatura. "noi non ti voteremo", gli dicono alla fine. E così faranno. Lo scrittore, incalzato da amici e parenti, confessa di scoprirsi sorpreso a sua volta: qualcosa in quel brevissimo incontro con Pannella lo aveva messo in crisi, toccandolo là dove era più vulnerabile. E quel qualcosa doveva avere a che fare con il suo essere scrittore. Lo spiegherà in seguito: "Mentre Pannella mi parlava, io pensavo a quel dialogo per telefono di Pastenak con Stalin. Una volta Pastenak aveva chiesto di parlare con Stalin per perorare la causa di Mandelstam, il poeta che era stato arrestato. E una sera suona il telefono. Pasternak va a rispondere ed era Stalin. Parlano di Mandelstam, molto duramente da parte di Stalin e poi ad un certo punto Pasternak dice "Vorrei incontrarvi". "E perchè?" domanda Stalin. "Ma" dice Pasternak, "per parlare della vita e della morte", e a questo punto sente il telefono che si chiude. Stalin non voleva parlare della vita e della morte, si capisce. Ecco, io ho pensato che bisognava parlare della vita e della morte in questo Paese. Ed era giusto che a parlarne fossi io, scrittore la cui pagina è molto vicina all'azione, al suo limite. Per questo la tentazione di entrare nell'azione diretta per me è forte". Rituffandosi nell'"azione diretta", la scelta radicale è quella che più gli si addice; scelta fatta anche da Vittorini nell'ultimo scorcio della sua vita. E' come se Sciascia tornasse ad un antico amore, trovando uno sbocco alla sua eresia: "Mi sentivo d'accordo con me stesso quando votavo il vecchio partito radicale. Una volta, poi, che ho votato radicale con preferenza ad Elio Vittorini, mi sono sentito addirittura felice. Sono, dunque, un vecchio radicale;
non so fino a che punto anche nuovo, ma il radicalismo, tutto sommato,
non invecchia". Da questo punto di vista, l'affettuosa e convinta adesione
all'invito rivologli un anno prima dal giovane giornalista Valter Vecellio,
perché scrivesse su Quaderni Radicali, era stata preludio alla sua inattesa
candidatura. Ma non tutti si ricordano del suo vecchio radicalismo. Tra
questi, Renato Guttuso, candidato anche lui, ma nel partito che ormai
politicamente li divide. In una lettera aperta che affida a Repubblica,
il pittore intona: "Caro Leonardo, il senso di sgomento che ho provato
nell'apprendere la notizia della tua candidatura nel Pr mi ha fatto riflettere
sulla misura e qualità della mia amicizia per te...". L'amicizia: Sciascia
è disposto a sacrificare anche quella, quando diventa di ostacolo alla
sua ricerca di verità. "Tu vuoi salvarmi l'anima, e io non voglio salvare
la tua", risponde lo scrittore sullo stesso giornale, attribuendo, i "sentimenti"
e i "turbamenti" dell'amico al suo modo di intendere l'amicizia, che definisce
"molto siciliano". E sul modo di essere siciliano di Guttuso rispetto
a quello dello scrittore, Montanelli racconterà che Sciascia, riferendosi
all'amico pittore, una volta gli aveva detto di sentirsi, al confronto,
"un londinese". E così ecco di nuovo Sciascia al centro delle polemiche,
bersaglio delle critiche. Con "Candido" sembrava aver raggiunto un distacco
dalla politica che assomigliava ad una forma di liberazione (così libero
da poter modificare, aggiungendo ironia ad ironia, una celebre battuta
di Woody Allen: "Dio è morto, Marx pure, ma io mi sento benissimo"), mentre
invece, con la nuova candidatura, si accingeva ad entrare nel Parlamento,
nel labirinto del potere dove l'affaire Moro si era consumato. Certo,
si sarebbe mosso "con molta diffidenza e con molto scetticismo", parlando
della vita e della morte in un luogo dove della vita e della morte si
decideva senza mai parlarne. E già le parole venivano ad evidenziare una
distanza, mettevano in risalto la |