UCCISO? MOSCA INDAGA SU TAMBURI
I giudici russi non archiviano e sospettano un omicidio
Da "La Nazione" del 14 settembre 94, pagina 7, edizione nazionale di Marco Pratellesi FIRENZE
Anche l'Est non crede più alla tesi dell'incidente. Andrea Tamburi, responsabile delle attività del Partito Radicale per la Russia, morto a Mosca il 27 febbraio scorso, potrebbe essere stato ucciso. La tesi ufficiale fornita dalla polizia russa, che voleva l'esponente radicale fiorentino morto per un incidente stradale, non ha convinto la Procura Generale di Mosca. Proprio in questi giorni i magistrati hanno risposto picche a una richiesta di archiviazione del caso, chiedendo invece un supplemento di indagini sulla morte di Andrea Tamburi. A dare la notizia è stato lo stesso sostituto procuratore Bruno Maresca, che a Firenze ha aperto un'inchiesta sulla vicenda ipotizzando il reato di omicidio preterintenzionale. I primi sospetti sulla credibilità della tesi ufficiale fornita dalle autorità moscovite furono sollevati da due esponenti radicali che si trovavano a Mosca in quei giorni, Antonio Stango e Nikolay Khramov. La polizia sosteneva che Tamburi era stato travolto da un'auto nel centro di Mosca nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, e che era morto in ospedale tre giorni dopo l'incidente. Ma proprio in quell'ospedale i due radicali avevano telefonato più volte dopo la scomparsa dell'amico. Avevano chiesto se per caso era stato ricoverato un cittadino italiano ricevendo sempre risposte negative. I dubbi si sono rafforzati dopo l'autopsia compiuta sul cadavere dell'esponente radicale dall'Istituto di Medicina Legale di Careggi, a Firenze.
Secondo i periti, infatti, le lesioni riscontrate sul corpo della vittima non sarebbero compatibili con quelle provocate dall'impatto con un'auto. Nessuna frattura alle gambe che, invece, erano state ingessate all'ospedale di Mosca. Le lesioni riscontrate sul corpo di Tamburi, secondo i periti, sarebbero più compatibili con quelle provocate da un pestaggio. Anche lo stato degli abiti che l'esponente radicale indossava quella notte avrebbero fatto escludere l'ipotesi dell'incidente. Nessun danno è stato riscontrato sui pantaloni, nonostante, secondo la polizia, Tamburi avesse fatto un volo di qualche metro dopo l'impatto con l'auto. Infine, nel marzo scorso, è arrivata una testimonianza che avrebbe accreditato ulteriormente la tesi dell'aggressione. Un moscovita ha raccontato di aver visto quella notte una Nissan rossa schiantarsi contro un lampione nella Strastnoi Boulevard. Al momento dell'impatto Andrea Tamburi era già a terra, svenuto, dodici metri oltre il luogo dell'incidente. Una versione che concorda con quella fornita dal guidatore russo e di sua moglie, che hanno sempre sostenuto di essere finiti contro un lampione ma di non aver investito nessuno. Dunque, acquista sempre più rilevanza l'ipotesi dell'aggressione a scopo politico o di rapina. Il pubblico ministero Maresca ha chiesto tramite Interpol copia degli atti. Se non dovessero arrivare non è esclusa una trasferta a Mosca della Procura fiorentina per una rogatoria internazionale."