GENNAIO/MARZO
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Italia | Occupazioni di università (Trento, Roma, Milano) e scontri con la polizia. | |
GENNAIO/MARZO
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Cecoslovacchia | Con la nomina di Dubcek a capo del partito e di Svoboda alla presidenza si avvia in Cecoslovacchia un processo di liberalizzazione | |
GENNAIO
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Italia:
Roma (teatro Parioli) |
Anticlericalismo, Sessualità | |
GENNAIO
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Italia: Roma | Anticlericalismo | |
FEBBRAIO
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Italia | Divorzio, campagna elettorale | |
FEBBRAIO
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Italia: Roma | Elezioni | |
FEBBRAIO
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Italia | NR, movimento studentesco: | |
MARZO
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Italia: Roma | Direzione nazionale, elezioni, Rai Tv | |
MARZO
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Italia: Roma | I Convegno dei quadri radicali, elezioni | |
APRILE
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Italia: Roma | II Convegno dei quadri radicali, elezioni | |
APRILE
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Italia: Milano | Antimilitarismo, Grecia | |
APRILE
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Usa: Memphis | Assassinio di Martin Luther King. | |
APRILE
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Italia: Roma | Antimilitarismo | |
MAGGIO
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Parigi | Scontri con barricate al quartiere latino tra studenti e polizia. Truppe guidate dal generale Massau circondano la capitale. | |
MAGGIO
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Italia | Elezioni politiche | |
MAGGIO
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Italia | Elezioni politiche. DC 39,1% PCI¯ 26,9%, PSU« 14,5% PLI 5,8% | |
MAGGIO
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Italia | Antimilitarismo | |
GIUGNO
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Italia: Roma | Antimilitarismo | |
GIUGNO
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Italia: Roma | Divorzio, LID | |
LUGLIO
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Italia: Roma | Repressione sessuale, Braibanti | |
LUGLIO
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Italia: Roma | Giustizia, Braibanti | |
LUGLIO/AGOSTO
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Italia: Milano/Vicenza | Antimilitarismo | |
AGOSTO
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Italia | Giustizia | |
AGOSTO
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Cecoslovacchia | Truppe del Patto di Varsavia invadono la Cecoslovacchia | |
AGOSTO
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Italia: Roma | Cecoslovacchia | |
AGOSTO
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Italia: Roma | Cecoslovacchia, digiuno | |
SETTEMBRE
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Italia: Roma | Cecoslovacchia | |
SETTEMBRE
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Italia: Roma | Riunione nazionale, digiuno | |
SETTEMBRE
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Italia: Roma | Cecoslovacchia, nuova sinistra | |
SETTEMBRE
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Bulgaria: Sofia | Cecoslovacchia, nonviolenza | |
OTTOBRE
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Italia | Nuove occupazioni di scuole a partire dal liceo Mamiani di Roma. | |
OTTOBRE
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Italia | Divorzio, LID | |
NOVEMBRE
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Italia: Rimini | Nuova sinistra | |
NOVEMBRE
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Italia: Ravenna | V Congresso PR | |
NOVEMBRE
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Usa | Il presidente Johnson decide di interrompere i bombardamenti in Vietnam. | |
DICEMBRE
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Italia | Repressione sessuale | |
Dicembre
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Italia | Primo governo a guida Mariano Rumor, DC, con sostegno di PSI e PRI. | |
DOCUMENTI |
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Convegno " Repressione sessuale e oppressione sociale'' 21.1.68 |
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Commento sul voto del Segretario radicale Gianfranco Spadaccia 24.5.68 |
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La Nota: IL GENERALE MASSU 31.5.68 |
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Osservazioni sulla "Pace rossa" di. M.Pannella agosto 68 |
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La Nota: CECOSLOVACCHIA 10.9.68 |
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UN GIORNO A SOFIA 6.10.68 |
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Gruppi spontanei 4.11.68 |
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LEGENDA TITOLI | |||
rosso = transnazionale blu = specifico nazionale verde = congressi o riunioni del PR |
20/21 GENNAIO - Italia: Roma (teatro Parioli) Anticlericalismo, Sessualità Il convegno sul tema "Oppressione sociale e repressione sessuale" analizza le strutture repressive della sessualità nellautoritarismo e nel clericalismo. Alla vigilia della manifestazione i militanti Luca Bracci e Marcello Baraghini vengono fermati e denunciati per "pubblicazione oscena" perché, nel corso di un volantinaggio, esibivano cartelli raffiguranti nudi femminili, con la scritta "dovè losceno?". 21 GENNAIO - Italia: Roma Anticlericalismo Confrenza stampa di Marco Pannella a seguito della condanna di Amerigo Petrucci, già sindaco di Roma, per "peculato continuato e interesse privato in atti dufficio". Pannella rivendica alle inchieste di AR, agli esposti presentati ed alla generale iniziativa anticlericale del PR, linchiesta giudiziaria sullesponente democristiano. FEBBRAIO Italia - Divorzio, campagna elettorale "Battaglia divorzista"
ricorda gli impegni assunti al recente congresso: 10 FEBBRAIO - Italia: Roma Elezioni La giunta radicale rende nota
la decisione, con riserva, "
di promuovere in vista delle
prossime elezioni politiche liste - per i diritti civili, per il divorzio,
per la laicità e la moralizzazione dello Stato ". 29 FEBBRAIO Italia NR, movimento studentesco: Notizie Radicali in un editoriale: "Di proposito non abbiamo scritto nulla sulle agitazioni universitarie. Di proposito i dirigenti nazionali del Partito Radicale si sono astenuti dal recarsi all'Università nei giorni più accesi della lotta, nella quale pure erano impegnati tutti gli studenti radicali fianco a fianco con i loro compagni." 23/24 MARZO - Italia: Roma Direzione nazionale, elezioni, Rai Tv La Direzionale
nazionale del Pr, in un - documento politico
afferma: 30/31 MARZO - Italia: Roma Convegno dei quadri radicali, elezioni La riunione
nazionale dei quadri radicali approva all'unanimità meno un voto (assenti
i radicali della federazione milanese), la seguente mozione: 15 APRILE -Italia: Roma II Convegno dei quadri radicali, elezioni Il convegno prende atto:
"che tutte le federazioni del Partito, con la sola eccezione della
federazione di Milano, hanno accolto l'invito formulato dal precedente
convegno del 31 marzo di non presentare liste e candidati radicali
in queste elezioni. 20 APRILE Italia: Milano Antimilitarismo, Grecia Nella
ricorrenza del primo anniversario del colpo di Stato "militarista
e clericale" in Grecia, la Federazione milanese del PR ha diffuso
un appello invitante "democratici, libertari e socialisti" italiani
ad esprimere la loro solidarietà con la resistenza greca "non attraverso
platoniche dichiarazioni di protesta, ma combattendo gli alleati italiani
dei colonnelli greci". Dopo aver riaffermato la necessità di "non
accettare compromessi" con quelle forze politiche che hanno come
cardine di politica estera la permanenza nella NATO o con quei "democratici"
che, pur concordi nel chiedere "l'esclusione della Grecia dalla NATO",
"fingono di ignorare che armi, piani ed appoggio internazionale"
sono stati forniti ai militari greci proprio "dagli stati maggiori
della NATO", l'appello chiede un'aperta denuncia" "all'opinione
pubblica italiana ed internazionale" dei "numerosi e ripetuti
episodi di aperta collusione con il regime greco di larghi settori della
maggioranza governativa e delle forze armate italiane". APRILE - Italia: Roma - Antimilitarismo Numerosi radicali, con il Segretario del Partito, hanno partecipato al sit-in organizzato dal movimento studentesco romano contro il centro di ricerche atomiche, biologiche, chimiche (A.B.C.) istallato dall'esercito su di un'area centrale di proprietà dell'università di Roma. Alcuni tra i radicali che partecipavano alla manifestazione sono stati duramente colpiti dalla polizia intervenuta senza alcun preavviso per impedire lo svolgimento del sit-in. 19 MAGGIO Italia Elezioni politiche Esiguo risultato dellunica
presentazione a Milano di una lista radicale (simbolo: berretto frigio),
in controtendenza con tutte le altre Federazioni radicali che avevano
sostenuto la scheda bianca. 1531 voti per la camera dei deputati nella
circoscrizione Milano-Pavia. 31 MAGGIO Italia Antimilitarismo Notizie radicali interviene in una nota sulla repressione in atto in Francia, guidata dal generale Massu, e su una sinistra italiana che "invece seguita a consentire che l'anniversario di questa repubblica democratica "fondata sul lavoro" sia celebrata dalle forze armate, senza proporre alcuna alternativa, senza prendere alcuna iniziativa." 2 GIUGNO - Italia: Roma Antimilitarismo Contro-manifestazione durante il giorno che celebra le Forze Armate in Italia, con reazione della polizia che ferma "14 giovani, fra cui Gianfranco Spadaccia, segretario del Partito Radicale, che furono in seguito denunciati a piede libero per vilipendio alle Forze armate." Il PR sporge denuncia contro la polizia perché, tra laltro " non è ammissibile che un Partito, anche se non rappresentano in Parlamento, sia limitato in maniera così clamorosa e illegittima nella propria attività fino al punto di vedere presidiata dalla polizia la propria sede e vietata la libertà di accesso alla sede stessa" (in via XXIV Maggio dove si era svolta una parte degli incidenti)." 5 GIUGNO - Italia: Roma - Divorzio, LID Il primo disegno di legge della
V legislatura repubblicana è la proposta divorzista, firmata da settanta
parlamentari che avevano risposto all'appello della LID. - Primo firmatario
Loris Fortuna con gli on.li Spagnoli, Basso Montanti, Ballardini, Jotti
e Luzzato - La classe politica laica ha compiuto con coraggio e chiarezza
il suo dovere - Ora tutto dipende dai fuorilegge del matrimonio, dai laici
e dai divorzisti Convegno " Repressione sessuale e oppressione sociale'' Da Notizie Radicali n.10 1968 Con l'annuncio della prossima
convocazione di un secondo convegno sul tema "Clericalismo e sessuofobia"
si sono chiusi, nella tarda mattinata di domenica 21 gennaio i lavori
del convegno Repressione sessuale e oppressione sociale''. Erano previste le seguenti relazioni: Fausto ANTONINI (docente di storia della filosofia - Università di Roma): Psicogenesi dell'autoritarismo; Luca BONESCHI (avvocato), Felice ACCAME (giornalista); Carlo OLIVA (giornalista): La stampa erotica in Italia; Luigi DE MARCHI (pubblicista, sessuologo): Struttura caratteriale e struttura sociale; Ignazio MAIORE (psicanalista, psichiatra): Osservazioni psicanalitiche sul tema; Mauro MELLINI (avvocato): Repressione sociale e strumenti di potere clericale; Federico NAVARRO (neuropsichiatra): Rapporti madre-figlio nel contesto socio-culturale attuale; Maria RICCIARDI RUOCCO (docente di Pedagogia, Università di Roma): Protesta giovanile e autoritarismo; Tullio SEPPILLI (direttore istituto Antropologia culturale, Università di Perugia): Sistema sociale, atteggiamento verso il sesso e struttura del potere; Franco VALOBRA (giornalista): Il falso erotismo. Comitato di Presidenza: Prof. Lamberto BORGHI; avv. Franco DE CATALDO; on. Loris FORTUNA; avv. Manlio GARDI; on Simone GATTO; on. Matteo MATTEOTTI; Alberto MORAVIA; prof. Cesare MUSATTI; dr. Marco PANNELLA; dr. Gabriella PARCA; prof. Luigi RODELLI; Cesare ZAVATTINI; dr. Marcello MANCINl; on. Veraldo VESPIGNANI; prof. Giuseppe MONTALENTI. EDITORIALE: MOVIMENTO STUDENTESCO SOMMARIO: Notizie Radicali non ha scritto nulla sulle agitazioni universitarie ed i dirigenti nazionali del Partito non sono andati all'Università nei giorni più accesi della lotta per evitare una sovrapposizione forzata a problemi di scelta che nascevano dalla condizione studentesca. Il nuovo movimento studentesco esce dagli schemi obbligati della vita politica italiana: c'è la contestazione di un sistema gerarchico, autoritario, verticale e burocratico e la richiesta di un'alternativa libertaria nella scuola, come nella produzione e nell'intera società. Gli studenti oggi sono classe ("proletariato universitario") ed acquistano coscienza della propria condizione sociale. Pretendono di contare come protagonisti. (NOTIZIE RADICALI N. 18, 29 febbraio 1968) Di proposito non abbiamo scritto
nulla sulle agitazioni universitarie. Di proposito i dirigenti nazionali
del Partito Radicale si sono astenuti dal recarsi all'Università nei giorni
più accesi della lotta, nella quale pure erano impegnati tutti gli studenti
radicali fianco a fianco con i loro compagni. Non avevano certo la preoccupazione
di dover frenare e moderare il movimento studentesco; né potevano avere
la preoccupazione di esserne scavalcati (o come? o perché?), soprattutto
non avevamo piccole burocrazie giovanili da difendere di fronte alla nuova
ondata delle occupazioni universitarie. Queste denunce allarmate della stampa conservatrice sono certamente giustificate. Il nuovo movimento studentesco esce dagli schemi obbligati della vita politica italiana. Gli obiettivi che si propone non si fermano a questa o a quella proposta più o meno avanzata di riforma. L'unità che si realizza non è più unità di movimenti organizzati che si richiamavano alla resistenza, come ancora avvenne in occasione della morte di Paolo Rossi. C'è dietro questo movimento
studentesco qualcosa di nuovo e di diverso. Dietro i dibattiti, spesso
confusi e contraddittori, non è difficile scorgere questa novità. La contestazione
globale non è nichilismo, non è massimalismo, non è vuoto estremismo agitatorio.
E' contestazione di un sistema gerarchico, autoritario, verticale e burocratico
che caratterizza la scuola come la produzione e l'intera società. E' la
richiesta di una alternativa libertaria nella organizzazione politica
e sociale. E' una rivoluzione culturale, come gridano allarmati gli editorialisti dei giornali borghesi. Ma non è senza significato che "questa" rivoluzione culturale non abbia dietro alcun demiurgo a scatenarla, a dirigerla, a utilizzarla e a riassorbirla. I modi attraverso cui procede la nuova agitazione universitaria ci interessano da vicino, come ci hanno sempre interessato le nuove forme di lotta messe in atto nel mondo occidentale da tutte le nuove forze radicali. Che siano alla testa di queste agitazioni guevaristi o marcusiani, marx-leninisti o fidelisti non ha molta importanza. Ciò che è importante è che i giovani che si danno questi punti di riferimento politici ed ideali escano dalla chiusura e dalla astrattezza delle esercitazioni teoriche e delle sterili proclamazioni verbali per misurarsi con le esigenze della lotta democratica in una società - per usare una espressione corrente - altamente industrializzata. E' certo che di fronte a questo movimento di massa, alla sua violenza, alla sua spontaneità e alla sua autonomia, cadono a pezzi ideologie e analisi vecchie di decenni. Confutavamo proprio su "Notizie Radicali" qualche mese fa l'affermazione di un leader sindacale - l'On. Lama - il quale affermava, trattando del sindacato scuola della CGIL che gli studenti non potevano farne parte perché non sono "classe". Gli ha fatto eco nei giorni scorsi un "docente democratico", ex azionista e neo socialista - il prof. Garosci - per affermare sulle colonne dell'"Avanti" che gli studenti non sono degli sfruttati non sono classe operaia, sono al contrario privilegiati. E Garosci proponeva naturalmente come alternativa al nichilismo delle agitazioni studentesche la rapida approvazione della riforma universitaria! Sono affermazioni che qualsiasi sociologo appena appena aggiornato non si sentirebbe di condividere. Proprio gli studiosi parlano oggi di un "proletariato universitario". Anche in Italia questo proletariato universitario acquista coscienza della propria condizione sociale, dei propri diritti, del proprio sfruttamento. Rivendica nuove libertà, non si accontenta di riforme che ancora una volta sfuggiranno al suo controllo, pretende di contare come protagonista, come produttore e come cittadino invece che come oggetto e come suddito delle attuali strutture universitarie. Di fronte a questo fenomeno sociale - destinato ad accrescersi nel futuro in proporzioni ancora maggiori - le analisi e le affermazioni di dirigenti socialisti - si tratti del sindacalista Lama o del membro della direzione socialista Garosci - sembrano riguardare una università ottocentesca e ceti medi cui proprio il neocapitalismo ha tolto ogni autonomia, riducendoli ormai a ceti subordinati. Può darsi che le agitazioni in corso siano destinate a smorzarsi, come prevedono e si augurano autorevoli editorialisti. Ma non si illudano. Comunque l'ordine non tornerà a regnare in queste università. Questa agitazioni anche in Italia hanno segnato una svolta nel movimento studentesco e più in generale, nell'impegno politico giovanile. Una svolta dalla quale non si torna indietro. DOCUMENTO APPROVATO AL TERMINE DEI LAVORI DELLA DIREZIONE DEL PR IL 23 E 24 MARZO 1968 (NOTIZIE RADICALI N. 21, 25 marzo 1968) La Direzione Nazionale del PR "preso atto" della decisione del ministero dell'Interno di non accettare il simbolo presentato dal comitato d'azione per i diritti civili, per il divorzio e per la laicità dello Stato; "preso atto" della dichiarazione del comitato d'azione per i diritti civili, per il divorzio e per la laicità dello Stato di non proporre appello contro la decisione del ministero dell'Interno e di accettare di proseguire l'azione intrapresa in vista della presentazione delle liste con il simbolo tradizionale del partito; "esaminate" le prime liste già predisposte per la presentazione nelle circoscrizioni di Milano-Pavia, Roma-Frosinone-Latina-Viterbo, L'Aquila-Chieti-Pescara-Teramo; "ha approvato" il seguente documento politico: L'iniziativa indicata dal Segretario del partito e raccolta dalle organizzazioni radicali di promuovere liste autonome per i diritti civili, il divorzio e la laicità dello Stato, ha consentito di verificare come esistano nel paese forze che aspirano a dare una risposta positiva ai problemi del rinnovamento della sinistra e a quelli della costruzione di una effettiva alternativa al regime clerico-autoritario che si è venuto consolidando in Italia. E' questa una ulteriore espressione di quello schieramento di forze che non accettano la logica del regime e più in generale l'attuale equilibrio politico, che dal movimento studentesco delle università e delle scuole medie, ai gruppi che rifiutano il ricatto della unità politica dei cattolici, al moltiplicarsi delle iniziative minoritarie si estende fino a larghi strati elettorali dei tradizionali partiti di sinistra. Questo largo movimento di opinione avverte, alla vigilia delle elezioni, di trovare dei limiti precisi alle proprie possibilità di organizzazione ed espressione politica elettorale: 1) nel modo con il quale gli apparati dei partiti della sinistra procedono alla formazione delle liste e alla definizione delle proprie piattaforme politiche per la prossima legislatura; 2) nel massiccio controllo da parte delle forze del regime dei grandi mezzi di comunicazione e di informazione di massa e in particolare della RAI-TV, che impediscono ogni possibilità di libero confronto politico e falsano in partenza la stessa competizione elettorale. In questa situazione i partiti della sinistra hanno la grave responsabilità di accantonare temi ed obiettivi di lotta, che dovrebbero invece essere al centro della campagna elettorale. Temi come quelli del divorzio dei diritti civili, della protesta libertaria, antiautoritaria e antimilitarista, della riconquista della laicità dello Stato, dovevano essere raccolti e portati avanti come grandi temi di scontro e di alternativa contro le forze del regime. Assistiamo invece all'emarginazione della battaglia divorzista, proprio ad opera di forze che si proclamano di sinistra socialista e che boicottano nel PSU la candidatura dell'on. Fortuna a Roma e a Milano e, attraverso di essa, una chiara presa di posizione del partito in nome di gretti interessi elettoralistici e di meschini calcoli preferenziali. Assistiamo alla preoccupazione di contrapporre i propri meriti nella battaglia sul SIFAR attraverso le candidature delle persone che ne sono state protagoniste in Parlamento e in tribunale. Assistiamo alla sistematica e corruttrice azione clientelare di un partito il PRI che maschera dietro una falsa azione critica e qualunquistica le sue gravi complicità con il regime. Temi che potevano risultare grandi elementi di unità e di rinnovamento della sinistra vengono quindi o accantonati e dimenticati o strumentalizzati al fine di erodere frange elettorali ai partiti concorrenti dello stesso schieramento di sinistra. In questa situazione la stessa tendenza ad esprimere negativamente la protesta attraverso la scheda bianca si va sempre più configurando non come una reazione qualunquistica e di generico scontento, ma come una ancora confusa eppure consapevole manifestazione di dissenso, che appare sempre più destinata a trasformarsi al di là del momento elettorale in un dato di rottura e di rinnovamento. Di questa tendenza il Partito Radicale avverte tutti i pericoli e sa di avere operato in questi anni per offrire diverse prospettive ed espressioni politiche e questo movimento di protesta. Rifiuta tuttavia di liquidarlo attraverso facili condanne di eresia e di qualunquismo. Il Partito Radicale mentre riconferma - sulla base delle deliberazioni dei congressi di Bologna e di Firenze - la necessità di operare perché la sinistra italiana torni ad essere una grande e unitaria forza di alternativa, rivolge un appello a tutte le forze di rinnovamento che esistono nel paese, e che operano all'interno e all'esterno delle tradizionali organizzazioni della sinistra, perché coordinino fin da questa campagna elettorale la loro azione. La prossima legislatura dovrà essere la legislatura della costruzione di una nuova sinistra, capace di esprimere questo vasto movimento di rinnovamento. La direzione del Partito Radicale: 1) invita le organizzazioni radicali a) a procedere nell'azione di preparazione per la presentazione delle liste, ove vi siano effettive possibilità di svolgere una efficace, autonoma campagna elettorale; b) a studiare altre forme di concreta partecipazione alla campagna elettorale in quelle circoscrizioni dove non esistevano le condizioni per la presentazione di liste autonome promosse dal Partito Radicale, non escludendo l'indicazione di votare scheda bianca in quelle circoscrizioni dove i partiti di sinistra non diano, sia per i candidati proposti all'elettorato, sia per la loro politica alcuna seria garanzia per un'azione di rinnovamento. 2) dà mandato al segretario del partito e alla giunta esecutiva a) di esprimere la protesta del partito e di promuovere specifiche iniziative rivolte a denunciare l'incostituzionale disposizione che preclude alle forze non rappresentate in Parlamento la utilizzazione degli strumenti radio-televisivi; b) di convocare, in concomitanza con la prossima riunione della direzione del 30 e 31 marzo, tutti i dirigenti delle organizzazioni del partito per un convegno nazionale che dovrà approvare il programma di iniziative elettorali. Commento sul voto del Segretario radicale Gianfranco Spadaccia NOTIZIE RADICALI N. 27, 24 maggio 1968 Il Segretario nazionale del Partito Radicale ha rilasciato a "Notizie Radicali" la seguente dichiarazione a commento dei risultati elettorali del 19 maggio: "Il voto del 19 maggio ha determinato una ulteriore radicalizzazione a sinistra dell'elettorato quale positiva e coerente conseguenza della radicalizzazione della lotta politica che si era determinata in precedenza nel paese. Le sinistre di opposizione si sono avvantaggiate di questa situazione, ottenendo un risultato che più che un premio alla loro politica è l'espressione da parte degli elettori di sinistra di una chiara volontà di alternativa. Mentre i socialisti unificati pagano giustamente un duro prezzo alla collaborazione con le forze clericali, PCI e PSIUP sbaglierebbero nel considerare in questi risultati un successo della loro politica di dialogo. Al contrario il voto ha dimostrato che solo una chiara lotta politica di alternativa nel paese può determinare oggi le condizioni di una avanzata della sinistra. PCI e PSIUP sono avanzati dappertutto ma i loro successi sono stati più netti e marcati lì dove si era verificata la ripresa della lotta operaia: lo provano i successi del PSIUP nei quartieri operai di Torino; lo provano i risultati di Valdagno, dove il PCI raddoppia i suoi voti, il PSIUP ottiene risultati migliori della media nazionale e perfino il PSI riesce a mantenere i voti del 1963. Se non può esservi dubbio sull'influenza che su questi risultati hanno avuto la ripresa delle lotte operaie e le agitazioni di massa del movimento studentesco, meno apparente ma non meno importante è stato il dissenso cattolico che nasce e si sviluppa ormai su posizioni dichiaratamente laiche o di nuova sinistra. Ugualmente importante, anche se difficilmente valutabile, dobbiamo ritenere che sia stata la battaglia divorzista che ha consentito a migliaia di cittadini di prendere coscienza della propria ingiusta condizione civile. Una prova indiretta ci viene fornita dal successo di voti preferenziali ottenuto da Fortuna nelle liste del PSU a Milano, che costituisce una indicazione significativa se raffrontata all'insuccesso del suo partito. Le opposizioni di sinistra non devono neppure trascurare l'indicazione che viene dalle schede bianche, che hanno raggiunto al Senato la cifra di un milione (quasi il doppio di quelle registrate alla Camera) e che assumono quindi il significato di un dissenso verso un accordo - quello raggiunto dai due partiti al Senato - a torto o ragione considerato una ripetizione di vecchie esperienze frontiste. Questi risultati costituiscono dunque per le forze radicali che esistono nel paese un ulteriore incoraggiamento a proseguire la loro lotta per una alternativa democratica e socialista al regime e per il rinnovamento dei contenuti e dei metodi di organizzazione politica della sinistra. NOTIZIE RADICALI, 31 maggio 1968 Gli avvenimenti francesi costituiscono un serio monito anche per i democratici italiani. L'uomo che è tornato al potere nel 1958 violando la legalità costituzionale e servendosi del rifiuto delle armi e del sostegno delle forze armate si accinge oggi a reprimere il movimento unitario dei lavoratori, invocando la difesa della legalità ed evoca la minaccia di una dittatura comunista. Il generale Massu, il comandante parà responsabile delle feroci repressioni francesi in Algeria, viene richiamato a Parigi per mettere a disposizione di De Gaulle l'esperienza acquisita durante la guerra colonialista. L'esercito viene mobilitato e circonda Parigi. Viene usato oggi come arma di dissuasione e di ricatto, ma è pronto ad entrate in funzione, se sarà necessario, come strumento di repressione e di guerra civile. Mentre dieci milioni di lavoratori francesi continuano la loro lotta contro il regime per restaurare pienamente le libertà costituzionali e per conquistare nuove condizioni di democrazia anche nelle fabbriche, la sinistra italiana in tutte le sue componenti e superando ogni diversità di impostazione, ha il dovere di manifestare alla Francia democratica la propria solidarietà. La lotta che i democratici francesi conducono nel loro paese è infatti palesemente un episodio - il più grave, il più drammatico - di un più vasto confronto che oppone in Europa e nel mondo le forze che si battono per nuove soluzioni democratiche, libertarie e socialiste alle forze che, dietro l'apparenza di sistemi parlamentari svuotati di ogni potere, preparano soluzioni autoritarie, tecnocratiche e militariste. Le manifestazioni di solidarietà non sono perciò sufficienti e non serviranno a molto, a noi stessi e non solo ai compagni francesi, se non forniranno l'occasione per ripensare ad alcuni contenuti ideologici che rischiano di costituire, nella situazione attuale, il più serio ostacolo alla comprensione dei pericoli reali che dobbiamo combattere. Fra questi è la funzione degli eserciti nelle società democratiche e, anche, nelle società socialiste. Non si può più oltre continuare a credere di esorcizzare il pericolo autoritario che le strutture militari rappresentano in ogni tipo di società con la tesi dell'"esercito democratico", della "lealtà costituzionale delle Forze armate" sia pure riecheggianti la vecchia aspirazione giacobina della "nazione in armi". In Grecia ieri, in Francia oggi, nel Vietnam e in tutto il mondo - allo stato di minaccia potenziale o come drammatica realtà repressiva - è la logica stessa di queste strutture che dimostra l'improponibilità e l'assurdità di queste tesi. Le sinistre non possono continuare ad ignorare questi temi di dibattito. Non affrontarli in periodi di relativa normalità comporta di doverli poi affrontare quando non si è più in tempo per farlo, quando cioè non resta che prendere atto della sconfitta o, come può essere oggi il caso della Francia, della necessità del ripiegamento. L'esistenza dell'esercito schierato in favore della reazione diventerà allora un'altra delle "condizioni oggettive" che impediscono ogni sviluppo rivoluzionario. Le condizioni oggettive esistono già oggi e il compito di forze politiche di sinistra è quello di prenderne atto e di modificarli, con tutte le iniziative che la democrazia repubblicana consente. La sinistra invece seguita a consentire che l'anniversario di questa repubblica democratica "fondata sul lavoro" sia celebrata dalle forze armate, senza proporre alcuna alternativa, senza prendere alcuna iniziativa.
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