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Cronologia del Partito Radicale -
1968

GENNAIO/MARZO
Italia Occupazioni di università (Trento, Roma, Milano) e scontri con la polizia.
GENNAIO/MARZO
Cecoslovacchia Con la nomina di Dubcek a capo del partito e di Svoboda alla presidenza si avvia in Cecoslovacchia un processo di liberalizzazione
GENNAIO
Italia: Roma
(teatro Parioli)
Anticlericalismo, Sessualità
GENNAIO
Italia: Roma Anticlericalismo
FEBBRAIO
Italia Divorzio, campagna elettorale
FEBBRAIO
Italia: Roma Elezioni
FEBBRAIO
Italia NR, movimento studentesco:
MARZO
Italia: Roma Direzione nazionale, elezioni, Rai Tv
MARZO
Italia: Roma I Convegno dei quadri radicali, elezioni
APRILE
Italia: Roma II Convegno dei quadri radicali, elezioni
APRILE
Italia: Milano Antimilitarismo, Grecia
APRILE
Usa: Memphis Assassinio di Martin Luther King.
APRILE
Italia: Roma Antimilitarismo
MAGGIO
Parigi Scontri con barricate al quartiere latino tra studenti e polizia. Truppe guidate dal generale Massau circondano la capitale.
MAGGIO
Italia Elezioni politiche
MAGGIO
Italia Elezioni politiche. DC­ 39,1% PCI¯ 26,9%, PSU« 14,5% PLI 5,8%
MAGGIO
Italia Antimilitarismo
GIUGNO
Italia: Roma Antimilitarismo
GIUGNO
Italia: Roma Divorzio, LID
LUGLIO
Italia: Roma Repressione sessuale, Braibanti
LUGLIO
Italia: Roma Giustizia, Braibanti
LUGLIO/AGOSTO
Italia: Milano/Vicenza Antimilitarismo
AGOSTO
Italia Giustizia
AGOSTO
Cecoslovacchia Truppe del Patto di Varsavia invadono la Cecoslovacchia
AGOSTO
Italia: Roma Cecoslovacchia
AGOSTO
Italia: Roma Cecoslovacchia, digiuno
SETTEMBRE
Italia: Roma Cecoslovacchia
SETTEMBRE
Italia: Roma Riunione nazionale, digiuno
SETTEMBRE
Italia: Roma Cecoslovacchia, nuova sinistra
SETTEMBRE
Bulgaria: Sofia Cecoslovacchia, nonviolenza
OTTOBRE
Italia Nuove occupazioni di scuole a partire dal liceo Mamiani di Roma.
OTTOBRE
Italia Divorzio, LID
NOVEMBRE
Italia: Rimini Nuova sinistra
NOVEMBRE
Italia: Ravenna V Congresso PR
NOVEMBRE
Usa Il presidente Johnson decide di interrompere i bombardamenti in Vietnam.
DICEMBRE
Italia Repressione sessuale
Dicembre
Italia Primo governo a guida Mariano Rumor, DC, con sostegno di PSI e PRI.

DOCUMENTI

Convegno " Repressione sessuale e oppressione sociale'' 21.1.68

Editoriale: MOVIMENTO STUDENTESCO 29.2.68

DOCUMENTO DELLA DIREZIONE DEL PR  23.3.68

Commento sul voto del Segretario radicale Gianfranco Spadaccia 24.5.68

La Nota: IL GENERALE MASSU 31.5.68

Volantino diffuso all'Ambasciata Sovietica a Roma 23.8.68

Osservazioni sulla "Pace rossa" di. M.Pannella  agosto 68

La Nota: CECOSLOVACCHIA  10.9.68

UN GIORNO A SOFIA  6.10.68

Gruppi spontanei 4.11.68

LEGENDA TITOLI
rosso = transnazionale   blu = specifico nazionale   verde = congressi o riunioni del PR

20/21 GENNAIO - Italia: Roma (teatro Parioli) – Anticlericalismo, Sessualità

Il convegno sul tema "Oppressione sociale e repressione sessuale" analizza le strutture repressive della sessualità nell’autoritarismo e nel clericalismo. Alla vigilia della manifestazione i militanti Luca Bracci e Marcello Baraghini vengono fermati e denunciati per "pubblicazione oscena" perché, nel corso di un volantinaggio, esibivano cartelli raffiguranti nudi femminili, con la scritta "dov’è l’osceno?".

21 GENNAIO - Italia: Roma – Anticlericalismo

Confrenza stampa di Marco Pannella a seguito della condanna di Amerigo Petrucci, già sindaco di Roma, per "peculato continuato e interesse privato in atti d’ufficio". Pannella rivendica alle inchieste di AR, agli esposti presentati ed alla generale iniziativa anticlericale del PR, l’inchiesta giudiziaria sull’esponente democristiano.

FEBBRAIO – Italia - Divorzio, campagna elettorale

"Battaglia divorzista" ricorda gli impegni assunti al recente congresso:
"1) La presentazione "prima delle elezioni" di un progetto di legge sottoscritto da un numero qualificante di parlamentari di tutti i partiti laici (almeno cinquanta). Per la manifestazione di fine marzo questa fase della raccolta delle firme e degli impegni per la presentazione del progetto di legge dovrà essere completata.
2) "La richiesta al Partito Socialista Unificato di presentare l'on. Loris Fortuna, oltre che nella sua circoscrizione di Udine, anche nelle circoscrizioni elettorali di Roma e Milano". Sia le delegazioni provinciali delle due città sia gli organi nazionali della Lega hanno presentato questa richiesta. Non possiamo non considerare preoccupante e grave la lentezza con cui il PSU esamina la proposta della LID. Non esitiamo a dire che consideriamo qualificante per il PSU questa risposta sul piano dell'impegno nella battaglia divorzista e che - sulla base di una precisa mozione congressuale - non possiamo considerare questo come un problema interno di partito dell'amico Fortuna, ma siamo tenuti a considerarlo come problema politico della Lega.
3) Nello spirito delle decisioni congressuali "analoghe richieste" saranno avanzate "agli altri partiti laici" perché sia assicurato adeguato rilievo nazionale alle candidature di quei parlamentari che più si sono impegnati sia nella LID sia nella battaglia per il divorzio.
4) Chiederemo infine ai partiti laici di dare rilievo alla televisione in "tribuna elettorale" al proprio impegno sul divorzio e ad assicurare una adeguata illustrazione del tema all'opinione pubblica."

10 FEBBRAIO - Italia: Roma – Elezioni

La giunta radicale rende nota la decisione, con riserva, "… di promuovere in vista delle prossime elezioni politiche liste - per i diritti civili, per il divorzio, per la laicità e la moralizzazione dello Stato –".
Considerata l’insufficienza dell’iniziativa laica della sinistra a favore dei diritti civili, definisce "cautelativa e prudenziale" la sua iniziativa elettorale "Il compito della LID in questa campagna elettorale è quello di assicurare una presenza autonoma perché si realizzino le condizioni necessaire perché la prossima legislatura sia quella nella quale viene istituito il divorzio. L'on. Fortuna e la LID hanno rilasciato dichiarazioni di commento alla presentazione della lista radicale in cui mostrano di apprezzare l’atteggiamento prudenziale del PR e la lista di candidati (tra i quali: Gianfranco Spadaccia, Marco Pannella, Mauro Mellini, Gabriele Parca, Lino Jannuzzi dell’Espresso, Giuseppe Loteta dell’Astrolabio, Silvio Pergameno, Angiolo Bandinelli, Anna Maria Gerli Formentini, Luigi Del Gatto… )."

29 FEBBRAIO – Italia – NR, movimento studentesco:

Notizie Radicali in un editoriale: "Di proposito non abbiamo scritto nulla sulle agitazioni universitarie. Di proposito i dirigenti nazionali del Partito Radicale si sono astenuti dal recarsi all'Università nei giorni più accesi della lotta, nella quale pure erano impegnati tutti gli studenti radicali fianco a fianco con i loro compagni."

23/24 MARZO - Italia: Roma – Direzione nazionale, elezioni, Rai Tv

La Direzionale nazionale del Pr, in un - documento politico – afferma:
"In seguito alla non accettazione da parte del Ministero degli interni del simbolo elettorale del - Comitato d'azione per i diritti civili, il divorzio e la laicità dello Stato - conferma la decisione di promuovere liste autonome … ove vi siano le condizioni per svolgere una effettiva campagna elettorale, non esclude l'indicazione di votare scheda bianca, come espressione di rottura e di rinnovamento rispetto all'incapacità della sinistra di far propri i grandi temi di scontro e alternativa rappresentati dal divorzio, i diritti civili, la laicità dello Stato." Delibera tra l’altro: "… di promuovere specifiche iniziative rivolte a denunciare l'incostituzionale disposizione che preclude alle forze non rappresentate in Parlamento la utilizzazione degli strumenti radio-televisivi".
"Apparve lì per la prima volta la polemica sull'uso dei mass media e sulla loro centralità nel gioco democratico per la creazione di consenso e dissenso politico".

30/31 MARZO - Italia: Roma – Convegno dei quadri radicali, elezioni

La riunione nazionale dei quadri radicali approva all'unanimità meno un voto (assenti i radicali della federazione milanese), la seguente mozione:
"Il convegno nazionale dei quadri del partito radicale,
considerata la situazione politica del paese alla vigilia della scadenza del termine di presentazione delle liste elettorali;
rilevata la concorde volontà dei partiti tradizionali rappresentati in parlamento di schiacciare ogni possibilità di autonoma presenza nel gioco elettorale di altre forze, e in particolare di quelle della nuova sinistra, fino al punto di falsare lo stesso gioco democratico delle elezioni assumendosi un incostituzionale ed esclusivo uso degli strumenti di formazione e informazione dell'opinione pubblica e in primo luogo della RAI-TV;
invita le federazioni radicali a non partecipare con proprie liste e propri candidati alle elezioni e a ritardarle ove fossero già presentate."

15 APRILE -Italia: Roma – II Convegno dei quadri radicali, elezioni

Il convegno prende atto: "che tutte le federazioni del Partito, con la sola eccezione della federazione di Milano, hanno accolto l'invito formulato dal precedente convegno del 31 marzo di non presentare liste e candidati radicali in queste elezioni.
Il convegno, pur convenendo sulla opportunità di non vincolare le scelte elettorali delle organizzazioni e dei militanti radicali, che in assenza di una votazione qualificata del congresso o della direzione nazionale rimarranno liberi di determinarli secondo i loro orientamenti e le diverse circostanze locali, ha ritenuto di doversi esprimere sulle diverse proposte formulate al fine di consentire una individuazione nazionale di massima.
La maggioranza assoluta dei partecipanti al convegno, approvando una proposta del Segretario nazionale del Partito, ha espresso la propria preferenza per la scheda bianca. Un minoranza dei quadri si è espressa per una indicazione di voto a favore del PCI; altra minoranza si è espressa a favore di una indicazione generica di voto per i partiti della sinistra. Un gruppo di compagni si è astenuto."

20 APRILE – Italia: Milano – Antimilitarismo, Grecia

Nella ricorrenza del primo anniversario del colpo di Stato "militarista e clericale" in Grecia, la Federazione milanese del PR ha diffuso un appello invitante "democratici, libertari e socialisti" italiani ad esprimere la loro solidarietà con la resistenza greca "non attraverso platoniche dichiarazioni di protesta, ma combattendo gli alleati italiani dei colonnelli greci". Dopo aver riaffermato la necessità di "non accettare compromessi" con quelle forze politiche che hanno come cardine di politica estera la permanenza nella NATO o con quei "democratici" che, pur concordi nel chiedere "l'esclusione della Grecia dalla NATO", "fingono di ignorare che armi, piani ed appoggio internazionale" sono stati forniti ai militari greci proprio "dagli stati maggiori della NATO", l'appello chiede un'aperta denuncia" "all'opinione pubblica italiana ed internazionale" dei "numerosi e ripetuti episodi di aperta collusione con il regime greco di larghi settori della maggioranza governativa e delle forze armate italiane".
A Roma, l'avv. Mauro Mellini portando l'adesione della Federazione romana del PR, ha preso la parola alla manifestazione promossa dagli studenti greci.

APRILE - Italia: Roma - Antimilitarismo

Numerosi radicali, con il Segretario del Partito, hanno partecipato al sit-in organizzato dal movimento studentesco romano contro il centro di ricerche atomiche, biologiche, chimiche (A.B.C.) istallato dall'esercito su di un'area centrale di proprietà dell'università di Roma. Alcuni tra i radicali che partecipavano alla manifestazione sono stati duramente colpiti dalla polizia intervenuta senza alcun preavviso per impedire lo svolgimento del sit-in.

19 MAGGIO – Italia – Elezioni politiche

Esiguo risultato dell’unica presentazione a Milano di una lista radicale (simbolo: berretto frigio), in controtendenza con tutte le altre Federazioni radicali che avevano sostenuto la scheda bianca. 1531 voti per la camera dei deputati nella circoscrizione Milano-Pavia.
Commento sul voto

31 MAGGIO – Italia – Antimilitarismo

Notizie radicali interviene in una nota sulla repressione in atto in Francia, guidata dal generale Massu, e su una sinistra italiana che "invece seguita a consentire che l'anniversario di questa repubblica democratica "fondata sul lavoro" sia celebrata dalle forze armate, senza proporre alcuna alternativa, senza prendere alcuna iniziativa."

2 GIUGNO - Italia: Roma – Antimilitarismo

Contro-manifestazione durante il giorno che celebra le Forze Armate in Italia, con reazione della polizia che ferma "14 giovani, fra cui Gianfranco Spadaccia, segretario del Partito Radicale, che furono in seguito denunciati a piede libero per vilipendio alle Forze armate." Il PR sporge denuncia contro la polizia perché, tra l’altro "… non è ammissibile che un Partito, anche se non rappresentano in Parlamento, sia limitato in maniera così clamorosa e illegittima nella propria attività fino al punto di vedere presidiata dalla polizia la propria sede e vietata la libertà di accesso alla sede stessa" (in via XXIV Maggio dove si era svolta una parte degli incidenti)."

5 GIUGNO - Italia: Roma - Divorzio, LID

Il primo disegno di legge della V legislatura repubblicana è la proposta divorzista, firmata da settanta parlamentari che avevano risposto all'appello della LID. - Primo firmatario Loris Fortuna con gli on.li Spagnoli, Basso Montanti, Ballardini, Jotti e Luzzato - La classe politica laica ha compiuto con coraggio e chiarezza il suo dovere - Ora tutto dipende dai fuorilegge del matrimonio, dai laici e dai divorzisti
- Prima ancora che gli avversari abbiano avuto ragione della stanchezza, degli opportunismi, dei velleitarismi settari e moralistici, di paralizzanti irresponsabilità che rischiavano di farsi strada anche nella LID.
- Contro le tendenze centrifughe, burocratiche e provinciali che si sono manifestate nella nostra associazione, potenziare le responsabilità e le capacità d'iniziativa "nazionali" di ogni iscritto, di ogni gruppo. Da "Battaglia divorzista"


Convegno " Repressione sessuale e oppressione sociale''

Da Notizie Radicali n.10 1968

Con l'annuncio della prossima convocazione di un secondo convegno sul tema "Clericalismo e sessuofobia" si sono chiusi, nella tarda mattinata di domenica 21 gennaio i lavori del convegno ‘‘Repressione sessuale e oppressione sociale''.
Il pieno successo della iniziativa è stato dovuto oltre alla presenza di pubblico che sin dal sabato mattina riempiva il teatro Parioli (soprattutto studenti universitari e studenti medi) e ha toccato punte massime di 600-700 persone il sabato pomeriggio, anche dall'interesse con cui le relazioni sono state seguite e dal dibattito che ne è scaturito.
I lavori del convegno si erano aperti con i messaggi di saluto di Silvio Pergameno a nome della Lega italiana per l'istituzione del divorzio (LID) e di Orietta Avanti per l'AIED (Associazione italiana per l'educazione demografica). Mentre rappresentanti di vari circoli di istituto e giornali studenteschi romani sono intervenuti la domenica mattina.
In sala o al tavolo della presidenza, hanno seguito i lavori il Prof. Guido Calogero, dell'università di Roma, Alberto Moravia, Cesare Garboli, il senatore Giorgio Veronesi, l'on. Matteo Matteotti, il dr. Mazzotti della direzione del PLI, oltre a vari psicanalisti e psicologi.
La prima relazione è stata quella dell'avvocato Mauro Mellini della direzione del Partito Radicale su ‘‘Reppressione sessuale e strumenti di potere clericale''. ‘‘La chiesa cattolica, le forze clericali italiane - ha detto Mellini - hanno costituito in Italia, attraverso il monopolio della morale sessuale, una vera e propria macchina di potere al fine di rafforzare la propria presa su molti settori della vita politica e sociale. Questa politica favorita anche dall'abbandono di una propria politica laica da parte delle forze liberali, è stata perseguita tenacemente dopo l'unità d'Italia, attraverso le associazioni giovanili, studentesche, femminili che la chiesa organizzava nel paese. Con le sue strutture religiose, politiche e sociali, il clericalismo non costituisce solo il portavoce di una morale propria nel campo sessuale, ma anche il tutore di una morale sessuale tradizionale, fondamentalmente estranea al cristianesimo e allo stesso cattolicesimo; come dimostra ad esempio, la difesa del ‘‘delitto d'onore''.
Tale tutela - ha aggiunto Mellini - ha rappresentato sempre una giustificazione sociale e politica per il potere clericale, e nello stesso tempo gli ha fornito specifici mezzi per rafforzare la sua presa elettorale. Dopo l'unità d'Italia, essa rappresentò un mezzo per combattere lo stato liberale, considerato incapace di tutelare con uguale forza quelle vecchie strutture morali. Né i nuovi atteggiamenti conciliari sembrano portare elementi sostanzialmente nuovi, tali da far modificare il giudizio di fondo: la chiesa post conciliare tende infatti a sostituire alla vecchia negazione assoluta del sesso una concezione più elastica, che fa del sesso un fattore della vita a volte esaltante, a volte degradante, a seconda del condizionamento esterno: dentro al matrimonio, sì al sesso, no invece fuori del matrimonio.
Questo atteggiamento nuovo rappresenta uno degli elementi di accostamento della chiesa alla società neocapitalistica, che ha appunto del sesso una concezione strumentale, quale dato condizionatore e condizionato della vita umana; ma in Italia, peraltro, è ancora più forte, negli atteggiamenti clericali, la difesa delle posizioni sessuofobiche tradizionali, cosicché il problema del sesso tende ad essere - ancora - uno dei potenziali punti di frattura fra clericalismo e società del benessere (...)''.
Nel pomeriggio di sabato i lavori sono proseguiti con le relazioni del Prof. Federico Navarro (Rapporti madre-figlio nel contesto socio culturale attuale), di Luigi De Marchi (Struttura caratteriale e struttura sociale), e del Prof. Fausto Antonini (Psicodinamica della mentalità autoritaria) e della Prof.ssa Maria Ricciardi Ruocco (Protesta giovanile e autoritarismo).
De Marchi ha, tra l'altro, sottolineato, spiegandone tutti i motivi, come molti dei fenomeni di autoritarismo contemporaneo (dalla chiesa allo hitlerismo, al peronismo e al socialismo stalinista) tutti rigorosamente sessuofobici e sessuorepressivi, sono comprensibili a partire dall'analisi reichiana della ‘‘struttura caratteriale'' e dei suoi meccanismi.
Domenica mattina dopo la relazione di Francesco Valobra su ‘‘Il falso erotismo'' ha preso la parola Luca Boneschi per una comunicazione sugli aspetti giuridici del problema.
E' poi intervenuto il senatore, membro della direzione del PSU, Giorgio Veronesi per un breve discorso di saluto e di adesione alla manifestazione. All'intervento del sen. Veronesi è seguita la relazione del Prof. Tullio Seppilli su ‘‘Sistema sociale, atteggiamento verso il sesso e strutture di potere''.
L'ultima relazione è stata quella del Prof. Ignazio Majore (Osservazioni psicoanalitiche sul tema). Dopo di che Marco Pannella con un breve intervento ha concluso i lavori del convegno.
Alcuni episodi di intolleranza da parte delle autorità di Pubblica Sicurezza hanno caratterizzato la vigilia della manifestazione.
Il più grave è stato quello del fermo e della denuncia spiccata nei confronti di Luca Bracci e Marco Baraghini per "pubblicazione oscena" dal vice-questore che dirige il commissariato Castro Pretorio. I due iscritti al Partito Radicale distribuivano, insieme ad altri giovani del comitato organizzatore del convegno, volantini di invito al convegno indossando, secondo una tecnica ormai abituale, dei cartelli sandwich. Sui cartelli che hanno provocato la denuncia vi erano due figure, una rappresentante una scena di guerra e l'altra un nudo femminile accanto alla scritta ‘‘dov'è l'osceno?''. Non è stato specificato dal funzionario del commissariato castro Pretorio se la figura oscena è quella della scena di guerra o quella del nudo. Ap2788

Erano previste le seguenti relazioni:

Fausto ANTONINI (docente di storia della filosofia - Università di Roma): Psicogenesi dell'autoritarismo; Luca BONESCHI (avvocato), Felice ACCAME (giornalista); Carlo OLIVA (giornalista): La stampa erotica in Italia; Luigi DE MARCHI (pubblicista, sessuologo): Struttura caratteriale e struttura sociale; Ignazio MAIORE (psicanalista, psichiatra): Osservazioni psicanalitiche sul tema; Mauro MELLINI (avvocato): Repressione sociale e strumenti di potere clericale; Federico NAVARRO (neuropsichiatra): Rapporti madre-figlio nel contesto socio-culturale attuale; Maria RICCIARDI RUOCCO (docente di Pedagogia, Università di Roma): Protesta giovanile e autoritarismo; Tullio SEPPILLI (direttore istituto Antropologia culturale, Università di Perugia): Sistema sociale, atteggiamento verso il sesso e struttura del potere; Franco VALOBRA (giornalista): Il falso erotismo.

Comitato di Presidenza: Prof. Lamberto BORGHI; avv. Franco DE CATALDO; on. Loris FORTUNA; avv. Manlio GARDI; on Simone GATTO; on. Matteo MATTEOTTI; Alberto MORAVIA; prof. Cesare MUSATTI; dr. Marco PANNELLA; dr. Gabriella PARCA; prof. Luigi RODELLI; Cesare ZAVATTINI; dr. Marcello MANCINl; on. Veraldo VESPIGNANI; prof. Giuseppe MONTALENTI.


EDITORIALE: MOVIMENTO STUDENTESCO

SOMMARIO: Notizie Radicali non ha scritto nulla sulle agitazioni universitarie ed i dirigenti nazionali del Partito non sono andati all'Università nei giorni più accesi della lotta per evitare una sovrapposizione forzata a problemi di scelta che nascevano dalla condizione studentesca. Il nuovo movimento studentesco esce dagli schemi obbligati della vita politica italiana: c'è la contestazione di un sistema gerarchico, autoritario, verticale e burocratico e la richiesta di un'alternativa libertaria nella scuola, come nella produzione e nell'intera società. Gli studenti oggi sono classe ("proletariato universitario") ed acquistano coscienza della propria condizione sociale. Pretendono di contare come protagonisti.

(NOTIZIE RADICALI N. 18, 29 febbraio 1968)

Di proposito non abbiamo scritto nulla sulle agitazioni universitarie. Di proposito i dirigenti nazionali del Partito Radicale si sono astenuti dal recarsi all'Università nei giorni più accesi della lotta, nella quale pure erano impegnati tutti gli studenti radicali fianco a fianco con i loro compagni. Non avevano certo la preoccupazione di dover frenare e moderare il movimento studentesco; né potevano avere la preoccupazione di esserne scavalcati (o come? o perché?), soprattutto non avevamo piccole burocrazie giovanili da difendere di fronte alla nuova ondata delle occupazioni universitarie.
Più semplicemente sapevamo che ogni intervento dall'esterno sarebbe stato inevitabilmente una sovrapposizione forzata a problemi di scelta e di dibattito che nascevano direttamente dall'attuale condizione studentesca.
Questo nuovo movimento studentesco nato in tutta Italia in questo mese di febbraio (qualcuno ha parlato con analogia alle calde estati dei ghetti negri di America, di un caldo inverno nelle università italiane) non ci ha preso di sorpresa. Chi aveva visto in questi anni svilupparsi le agitazioni studentesche in America e in Europa sapeva che prima o poi anche in Italia gli studenti avrebbero preso coscienza della loro condizione nella nuova società. D'un colpo solo sono state spazzate dirigenze universitarie che avevano solo ormai una funzione parassitaria ai margini del movimento studentesco e che si erano ridotte a vivaio di piccoli burocrati di partito. D'un colpo solo le burocrazie delle federazioni giovanili dei partiti si sono viste scavalcate da un movimento di massa, che non le riconosce come punti di riferimento politici ed organizzativi.
Si è parlato di una nuova ondata anarchica, di nichilismo, di crisi delle autorità. Si è attribuita a gruppi ideologici di marx-leninisti, che indubbiamente sono stati presenti e attivi nelle agitazioni universitarie, la leadership del movimento.

Queste denunce allarmate della stampa conservatrice sono certamente giustificate. Il nuovo movimento studentesco esce dagli schemi obbligati della vita politica italiana. Gli obiettivi che si propone non si fermano a questa o a quella proposta più o meno avanzata di riforma. L'unità che si realizza non è più unità di movimenti organizzati che si richiamavano alla resistenza, come ancora avvenne in occasione della morte di Paolo Rossi.

C'è dietro questo movimento studentesco qualcosa di nuovo e di diverso. Dietro i dibattiti, spesso confusi e contraddittori, non è difficile scorgere questa novità. La contestazione globale non è nichilismo, non è massimalismo, non è vuoto estremismo agitatorio. E' contestazione di un sistema gerarchico, autoritario, verticale e burocratico che caratterizza la scuola come la produzione e l'intera società. E' la richiesta di una alternativa libertaria nella organizzazione politica e sociale.
E' quindi un movimento che ha una portata generale, che non si ferma alle soglie dell'università, ma che tuttavia trova nell'università il primo e diretto punto di riferimento, il primo e concreto campo di attuazione di queste rivendicazioni generali.

E' una rivoluzione culturale, come gridano allarmati gli editorialisti dei giornali borghesi. Ma non è senza significato che "questa" rivoluzione culturale non abbia dietro alcun demiurgo a scatenarla, a dirigerla, a utilizzarla e a riassorbirla.

I modi attraverso cui procede la nuova agitazione universitaria ci interessano da vicino, come ci hanno sempre interessato le nuove forme di lotta messe in atto nel mondo occidentale da tutte le nuove forze radicali. Che siano alla testa di queste agitazioni guevaristi o marcusiani, marx-leninisti o fidelisti non ha molta importanza. Ciò che è importante è che i giovani che si danno questi punti di riferimento politici ed ideali escano dalla chiusura e dalla astrattezza delle esercitazioni teoriche e delle sterili proclamazioni verbali per misurarsi con le esigenze della lotta democratica in una società - per usare una espressione corrente - altamente industrializzata.

E' certo che di fronte a questo movimento di massa, alla sua violenza, alla sua spontaneità e alla sua autonomia, cadono a pezzi ideologie e analisi vecchie di decenni. Confutavamo proprio su "Notizie Radicali" qualche mese fa l'affermazione di un leader sindacale - l'On. Lama - il quale affermava, trattando del sindacato scuola della CGIL che gli studenti non potevano farne parte perché non sono "classe". Gli ha fatto eco nei giorni scorsi un "docente democratico", ex azionista e neo socialista - il prof. Garosci - per affermare sulle colonne dell'"Avanti" che gli studenti non sono degli sfruttati non sono classe operaia, sono al contrario privilegiati. E Garosci proponeva naturalmente come alternativa al nichilismo delle agitazioni studentesche la rapida approvazione della riforma universitaria!

Sono affermazioni che qualsiasi sociologo appena appena aggiornato non si sentirebbe di condividere. Proprio gli studiosi parlano oggi di un "proletariato universitario". Anche in Italia questo proletariato universitario acquista coscienza della propria condizione sociale, dei propri diritti, del proprio sfruttamento. Rivendica nuove libertà, non si accontenta di riforme che ancora una volta sfuggiranno al suo controllo, pretende di contare come protagonista, come produttore e come cittadino invece che come oggetto e come suddito delle attuali strutture universitarie. Di fronte a questo fenomeno sociale - destinato ad accrescersi nel futuro in proporzioni ancora maggiori - le analisi e le affermazioni di dirigenti socialisti - si tratti del sindacalista Lama o del membro della direzione socialista Garosci - sembrano riguardare una università ottocentesca e ceti medi cui proprio il neocapitalismo ha tolto ogni autonomia, riducendoli ormai a ceti subordinati.

Può darsi che le agitazioni in corso siano destinate a smorzarsi, come prevedono e si augurano autorevoli editorialisti. Ma non si illudano. Comunque l'ordine non tornerà a regnare in queste università. Questa agitazioni anche in Italia hanno segnato una svolta nel movimento studentesco e più in generale, nell'impegno politico giovanile. Una svolta dalla quale non si torna indietro.

DOCUMENTO APPROVATO AL TERMINE DEI LAVORI DELLA DIREZIONE DEL PR IL 23 E 24 MARZO 1968

(NOTIZIE RADICALI N. 21, 25 marzo 1968)

La Direzione Nazionale del PR

"preso atto" della decisione del ministero dell'Interno di non accettare il simbolo presentato dal comitato d'azione per i diritti civili, per il divorzio e per la laicità dello Stato;

"preso atto" della dichiarazione del comitato d'azione per i diritti civili, per il divorzio e per la laicità dello Stato di non proporre appello contro la decisione del ministero dell'Interno e di accettare di proseguire l'azione intrapresa in vista della presentazione delle liste con il simbolo tradizionale del partito;

"esaminate" le prime liste già predisposte per la presentazione nelle circoscrizioni di Milano-Pavia, Roma-Frosinone-Latina-Viterbo, L'Aquila-Chieti-Pescara-Teramo;

"ha approvato" il seguente documento politico:

L'iniziativa indicata dal Segretario del partito e raccolta dalle organizzazioni radicali di promuovere liste autonome per i diritti civili, il divorzio e la laicità dello Stato, ha consentito di verificare come esistano nel paese forze che aspirano a dare una risposta positiva ai problemi del rinnovamento della sinistra e a quelli della costruzione di una effettiva alternativa al regime clerico-autoritario che si è venuto consolidando in Italia.

E' questa una ulteriore espressione di quello schieramento di forze che non accettano la logica del regime e più in generale l'attuale equilibrio politico, che dal movimento studentesco delle università e delle scuole medie, ai gruppi che rifiutano il ricatto della unità politica dei cattolici, al moltiplicarsi delle iniziative minoritarie si estende fino a larghi strati elettorali dei tradizionali partiti di sinistra.

Questo largo movimento di opinione avverte, alla vigilia delle elezioni, di trovare dei limiti precisi alle proprie possibilità di organizzazione ed espressione politica elettorale: 1) nel modo con il quale gli apparati dei partiti della sinistra procedono alla formazione delle liste e alla definizione delle proprie piattaforme politiche per la prossima legislatura; 2) nel massiccio controllo da parte delle forze del regime dei grandi mezzi di comunicazione e di informazione di massa e in particolare della RAI-TV, che impediscono ogni possibilità di libero confronto politico e falsano in partenza la stessa competizione elettorale.

In questa situazione i partiti della sinistra hanno la grave responsabilità di accantonare temi ed obiettivi di lotta, che dovrebbero invece essere al centro della campagna elettorale. Temi come quelli del divorzio dei diritti civili, della protesta libertaria, antiautoritaria e antimilitarista, della riconquista della laicità dello Stato, dovevano essere raccolti e portati avanti come grandi temi di scontro e di alternativa contro le forze del regime. Assistiamo invece all'emarginazione della battaglia divorzista, proprio ad opera di forze che si proclamano di sinistra socialista e che boicottano nel PSU la candidatura dell'on. Fortuna a Roma e a Milano e, attraverso di essa, una chiara presa di posizione del partito in nome di gretti interessi elettoralistici e di meschini calcoli preferenziali. Assistiamo alla preoccupazione di contrapporre i propri meriti nella battaglia sul SIFAR attraverso le candidature delle persone che ne sono state protagoniste in Parlamento e in tribunale. Assistiamo alla sistematica e corruttrice azione clientelare di un partito il PRI che maschera dietro una falsa azione critica e qualunquistica le sue gravi complicità con il regime.

Temi che potevano risultare grandi elementi di unità e di rinnovamento della sinistra vengono quindi o accantonati e dimenticati o strumentalizzati al fine di erodere frange elettorali ai partiti concorrenti dello stesso schieramento di sinistra.

In questa situazione la stessa tendenza ad esprimere negativamente la protesta attraverso la scheda bianca si va sempre più configurando non come una reazione qualunquistica e di generico scontento, ma come una ancora confusa eppure consapevole manifestazione di dissenso, che appare sempre più destinata a trasformarsi al di là del momento elettorale in un dato di rottura e di rinnovamento. Di questa tendenza il Partito Radicale avverte tutti i pericoli e sa di avere operato in questi anni per offrire diverse prospettive ed espressioni politiche e questo movimento di protesta. Rifiuta tuttavia di liquidarlo attraverso facili condanne di eresia e di qualunquismo.

Il Partito Radicale mentre riconferma - sulla base delle deliberazioni dei congressi di Bologna e di Firenze - la necessità di operare perché la sinistra italiana torni ad essere una grande e unitaria forza di alternativa, rivolge un appello a tutte le forze di rinnovamento che esistono nel paese, e che operano all'interno e all'esterno delle tradizionali organizzazioni della sinistra, perché coordinino fin da questa campagna elettorale la loro azione.

La prossima legislatura dovrà essere la legislatura della costruzione di una nuova sinistra, capace di esprimere questo vasto movimento di rinnovamento.

La direzione del Partito Radicale:

1) invita le organizzazioni radicali

a) a procedere nell'azione di preparazione per la presentazione delle liste, ove vi siano effettive possibilità di svolgere una efficace, autonoma campagna elettorale;

b) a studiare altre forme di concreta partecipazione alla campagna elettorale in quelle circoscrizioni dove non esistevano le condizioni per la presentazione di liste autonome promosse dal Partito Radicale, non escludendo l'indicazione di votare scheda bianca in quelle circoscrizioni dove i partiti di sinistra non diano, sia per i candidati proposti all'elettorato, sia per la loro politica alcuna seria garanzia per un'azione di rinnovamento.

2) dà mandato al segretario del partito e alla giunta esecutiva

a) di esprimere la protesta del partito e di promuovere specifiche iniziative rivolte a denunciare l'incostituzionale disposizione che preclude alle forze non rappresentate in Parlamento la utilizzazione degli strumenti radio-televisivi;

b) di convocare, in concomitanza con la prossima riunione della direzione del 30 e 31 marzo, tutti i dirigenti delle organizzazioni del partito per un convegno nazionale che dovrà approvare il programma di iniziative elettorali.

Commento sul voto del Segretario radicale Gianfranco Spadaccia

NOTIZIE RADICALI N. 27, 24 maggio 1968

Il Segretario nazionale del Partito Radicale ha rilasciato a "Notizie Radicali" la seguente dichiarazione a commento dei risultati elettorali del 19 maggio:

"Il voto del 19 maggio ha determinato una ulteriore radicalizzazione a sinistra dell'elettorato quale positiva e coerente conseguenza della radicalizzazione della lotta politica che si era determinata in precedenza nel paese. Le sinistre di opposizione si sono avvantaggiate di questa situazione, ottenendo un risultato che più che un premio alla loro politica è l'espressione da parte degli elettori di sinistra di una chiara volontà di alternativa.

Mentre i socialisti unificati pagano giustamente un duro prezzo alla collaborazione con le forze clericali, PCI e PSIUP sbaglierebbero nel considerare in questi risultati un successo della loro politica di dialogo. Al contrario il voto ha dimostrato che solo una chiara lotta politica di alternativa nel paese può determinare oggi le condizioni di una avanzata della sinistra. PCI e PSIUP sono avanzati dappertutto ma i loro successi sono stati più netti e marcati lì dove si era verificata la ripresa della lotta operaia: lo provano i successi del PSIUP nei quartieri operai di Torino; lo provano i risultati di Valdagno, dove il PCI raddoppia i suoi voti, il PSIUP ottiene risultati migliori della media nazionale e perfino il PSI riesce a mantenere i voti del 1963.

Se non può esservi dubbio sull'influenza che su questi risultati hanno avuto la ripresa delle lotte operaie e le agitazioni di massa del movimento studentesco, meno apparente ma non meno importante è stato il dissenso cattolico che nasce e si sviluppa ormai su posizioni dichiaratamente laiche o di nuova sinistra. Ugualmente importante, anche se difficilmente valutabile, dobbiamo ritenere che sia stata la battaglia divorzista che ha consentito a migliaia di cittadini di prendere coscienza della propria ingiusta condizione civile. Una prova indiretta ci viene fornita dal successo di voti preferenziali ottenuto da Fortuna nelle liste del PSU a Milano, che costituisce una indicazione significativa se raffrontata all'insuccesso del suo partito.

Le opposizioni di sinistra non devono neppure trascurare l'indicazione che viene dalle schede bianche, che hanno raggiunto al Senato la cifra di un milione (quasi il doppio di quelle registrate alla Camera) e che assumono quindi il significato di un dissenso verso un accordo - quello raggiunto dai due partiti al Senato - a torto o ragione considerato una ripetizione di vecchie esperienze frontiste.

Questi risultati costituiscono dunque per le forze radicali che esistono nel paese un ulteriore incoraggiamento a proseguire la loro lotta per una alternativa democratica e socialista al regime e per il rinnovamento dei contenuti e dei metodi di organizzazione politica della sinistra.

LA NOTA: IL GENERALE MASSU

NOTIZIE RADICALI, 31 maggio 1968

Gli avvenimenti francesi costituiscono un serio monito anche per i democratici italiani.

L'uomo che è tornato al potere nel 1958 violando la legalità costituzionale e servendosi del rifiuto delle armi e del sostegno delle forze armate si accinge oggi a reprimere il movimento unitario dei lavoratori, invocando la difesa della legalità ed evoca la minaccia di una dittatura comunista.

Il generale Massu, il comandante parà responsabile delle feroci repressioni francesi in Algeria, viene richiamato a Parigi per mettere a disposizione di De Gaulle l'esperienza acquisita durante la guerra colonialista.

L'esercito viene mobilitato e circonda Parigi. Viene usato oggi come arma di dissuasione e di ricatto, ma è pronto ad entrate in funzione, se sarà necessario, come strumento di repressione e di guerra civile.

Mentre dieci milioni di lavoratori francesi continuano la loro lotta contro il regime per restaurare pienamente le libertà costituzionali e per conquistare nuove condizioni di democrazia anche nelle fabbriche, la sinistra italiana in tutte le sue componenti e superando ogni diversità di impostazione, ha il dovere di manifestare alla Francia democratica la propria solidarietà. La lotta che i democratici francesi conducono nel loro paese è infatti palesemente un episodio - il più grave, il più drammatico - di un più vasto confronto che oppone in Europa e nel mondo le forze che si battono per nuove soluzioni democratiche, libertarie e socialiste alle forze che, dietro l'apparenza di sistemi parlamentari svuotati di ogni potere, preparano soluzioni autoritarie, tecnocratiche e militariste.

Le manifestazioni di solidarietà non sono perciò sufficienti e non serviranno a molto, a noi stessi e non solo ai compagni francesi, se non forniranno l'occasione per ripensare ad alcuni contenuti ideologici che rischiano di costituire, nella situazione attuale, il più serio ostacolo alla comprensione dei pericoli reali che dobbiamo combattere.

Fra questi è la funzione degli eserciti nelle società democratiche e, anche, nelle società socialiste. Non si può più oltre continuare a credere di esorcizzare il pericolo autoritario che le strutture militari rappresentano in ogni tipo di società con la tesi dell'"esercito democratico", della "lealtà costituzionale delle Forze armate" sia pure riecheggianti la vecchia aspirazione giacobina della "nazione in armi".

In Grecia ieri, in Francia oggi, nel Vietnam e in tutto il mondo - allo stato di minaccia potenziale o come drammatica realtà repressiva - è la logica stessa di queste strutture che dimostra l'improponibilità e l'assurdità di queste tesi.

Le sinistre non possono continuare ad ignorare questi temi di dibattito. Non affrontarli in periodi di relativa normalità comporta di doverli poi affrontare quando non si è più in tempo per farlo, quando cioè non resta che prendere atto della sconfitta o, come può essere oggi il caso della Francia, della necessità del ripiegamento.

L'esistenza dell'esercito schierato in favore della reazione diventerà allora un'altra delle "condizioni oggettive" che impediscono ogni sviluppo rivoluzionario. Le condizioni oggettive esistono già oggi e il compito di forze politiche di sinistra è quello di prenderne atto e di modificarli, con tutte le iniziative che la democrazia repubblicana consente.

La sinistra invece seguita a consentire che l'anniversario di questa repubblica democratica "fondata sul lavoro" sia celebrata dalle forze armate, senza proporre alcuna alternativa, senza prendere alcuna iniziativa.